capitolo 24

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Pov. Bianca

Quando arrivammo a casa, Stefano aveva già posato gli scatoloni nella stanza del piccolo... Andrea doveva avergli mostrato la stanza... Le ragazze ci lasciarono non appena entrai a casa, dicendo che avevano alcune cose da fare... Lessi la delusione sul volto di mio fratello a sentire quelle parole. <<Quando hai intenzione di parlarle?>> chiesi io mostrandogli la stanza. <<Cosa?>> chiese lui confuso e visibilmente a disagio. <<Smettila di fare l'idiota... Sappiamo entrambi a cosa mi riferisco... Siete due idioti se pensate che nessuno lo abbia notato... In realtà l'intero branco si chiede quando uno dei due farà la prima mossa>> risposi io divertita dalla sua espressione sconvolta. <<Non sapete neanche chi è delle due... Stanno sempre insieme, come fate a sapere chi delle gemelle è la mia compagna?>> chiese lui rassegnato. <<Il branco non lo sa, è curioso proprio per questo... Stanno sempre insieme e non si capisce... Ma io conosco la loro storia e posso dire tranquillamente che non stiamo parlando di Cassandra... In più, Luana oggi ha avuto una reazione esagerata>> commentai io cercando di non ridere. <<Figurati>> borbottò lui rassegnato, facendomi ridere. <<Perché non provi semplicemente a parlarle?>> chiesi io... Volevo aiutare mio fratello, ma non sapevo bene cosa fare visto il passato delle gemelle. <<Perché sono sempre insieme... E sembra che Cassandra cerchi in tutti i modi di allontanarmi dalla sorella>> rispose lui infastidito. <<Ti sbagli... Cassandra vuole che la sorella sia felice... Ma ha paura che soffra, come ha sofferto lei... Il suo compagno è morto e non vuole che Luana provi lo stesso dolore... Ma ti posso assicurare che farebbe di tutto per vederla felice>> risposi io cercando di sollevargli il morale. <<Tu credi?>> chiese lui sospettoso. <<Ne sono sicura... Luana mi ha raccontato cosa le è successo... Cassandra mi ha retto il gioco quando ti ho chiesto di restare con noi per comprare i mobili... Se non avesse voluto, ti avrebbe mandato via senza troppi giri di parole... La conosci anche tu, sai come avrebbe reagito>> risposi io sicura... Cassandra voleva il meglio per Luana, ma Tobias era troppo spaventato da lei per provarci. <<Invitala a fare una passeggiata, chiedile di spiegarti qualche cosa sulle erbe curative... Inventati qualcosa, ma passa del tempo insieme a lei... L'unica cosa che ti chiedo è di aspettare i suoi tempi... Non ha avuto una vita facile>> aggiunsi dopo, sperando che mio fratello mi ascoltasse. <<Lo sappiamo tutti che non hanno avuto una vita facile... Sarei stato molto attento anche senza il tuo avvertimento... Appena finirò di dipingere la stanza di mio nipote, le chiederò di uscire... Vediamo cosa succede>> disse in fine lui, iniziando a coprire i vari mobili, o le scatole in alcuni casi, con un telo per non sporcarli di pittura. <<Perché non le chiedi di aiutarti?>> chiesi curiosa. <<Perché ho paura che si porti la sorella... Se c'è Cassandra in giro rischio di perdere il controllo... E' fastidiosamente cinica>> rispose lui. <<Non è cinica... Non si fida delle persone>> commentai io, accompagnandolo alla porta.

Andrea non si fece vedere per tutta la serata... Stava andando a risolvere non so quali problemi del branco... La mattina successiva, quando mi svegliai, lo trovai al mio fianco che dormiva... Non si era disturbato a mettersi sotto le coperte e non si era neanche tolto i vestiti del giorno prima... Doveva essere veramente stanco... Notai le occhiaie particolarmente marcate, doveva aver avuto molto da fare anche nei giorni precedenti... Il suo più grande difetto è questo: non mi permette di aiutarlo... Pensa che io non debba stressarmi, vista la gravidanza, pensa che fare tutto da solo mi aiuterà a stare tranquilla... Ma non è così... Sapere che si occupa da solo di tutto mi fa infuriare e mi preoccupa il fatto che non si riposi abbastanza... Probabilmente pensa che, facendo tutto da solo, il branco si fiderà di lui... E' cresciuto da solo, si è dovuto occupare del branco da solo senza dei beta affidabili... Il branco non si fidava di lui essendo troppo piccolo e voleva approfittarne... Tutto ciò che Andrea vorrebbe è mantenere la pace nel nostro branco ed essere sicuro che tutti si fidino di lui... Vorrei solo che lui si fidasse di più delle sue capacità. Mi alzai senza svegliarlo e gli misi sopra una coperta, poi andai a lavarmi... Dopo quasi mezz'ora, arrivò mio fratello pronto a dipingere la stanza. <<Come va?>> chiese lui, vedendo che non stavo molto bene... Nonostante fossi ormai ad uno stato avanzato della gravidanza, ogni mattina mi svegliavo con la nausea. <<Come al solito... Mi sono appena svegliata, avrò nausea ancora per qualche ora>> risposi facendolo entrare. Lui mi sorrise e mi abbracciò. <<Mi dispiace di essere stato così stronzo con te, in passato... Mi piacerebbe poter recuperare quel tempo, ma è troppo tardi>> disse lui, poi salì le scale e si chiuse nella stanza del piccolo... Mio fratello si sente in colpa per tutto quello che mi ha fatto passare quando eravamo piccoli... E' per questo che si è offerto di fare questo lavoro... Prima di poter andare in cucina e poter mangiare qualcosa, sentii suonare il campanello... Non aspettavamo nessuno, ed era ancora presto considerando che oggi tutti avevano la giornata libera dagli allenamenti. Andai ad aprire e trovai la mia famiglia riunita... Nicola, Chris e la piccola Renèe, Sophia e Giovanni e Stefano e Allison erano venuti a trovarci senza alcun preavviso... Era la prima volta che vedevo Renèe dal parto... Era più paffutella e dormiva serena tra le braccia della madre. <<Come va?>> chiese Allison, mentre Stefano entrò senza aspettare che dicessi qualcosa. <<Come al solito>> risposi io facendo passare tutti gli altri. <<Andrea?>> chiese Nicola non sentendo alcun rumore in casa. <<Sta ancora dormendo... Non ho idea di quando sia tornato a casa>> risposi chiudendo la porta di casa. <<Sveglialo>> aggiunse Stefano con un sorriso. <<E' importante?>> chiesi, sapendo che ormai i problemi spuntavano come funghi. <<In realtà no... Ma è la prima volta che portiamo nostra figlia fuori casa... Non può certo dormire>> rispose Nicola sorridendo. Rassegnata, salii le scale e andai a svegliare Andrea... Sapevo che, in questi casi, non dovevo svegliarlo bruscamente, altrimenti mi avrebbe fatto passare una giornataccia... Così mi distesi al suo fianco e iniziai ad accarezzargli i capelli... Iniziò a muoversi, cullato da quelle carezze. <<E' ora di alzarsi... La nostra famiglia è qui>> dissi io avvicinandomi per dargli un bacio. <<Perché? Che ore sono?>> chiese lui con la voce roca, segno che era ancora stanco. <<E' tardi... E hanno portato Renèe... E' la prima volta che esce da casa>> risposi io alzandomi... Andrea iniziò a lamentarsi per quel contatto interrotto, ma alla fine aprì gli occhi e si alzò. <<A che ora sei tornato?>> chiesi io, preoccupata per quelle responsabilità che lo stavano stremando. <<Troppo tardi... Stavi già dormendo>> rispose lui abbracciandomi. <<La devi smettere di tenermi fuori dalle questioni del branco... Se ti fidassi di più di me, non saresti così stanco>> lo rimproverai io. <<Non è questo il punto... Presto diventeremo genitori e passerai molto tempo con nostro figlio... Non voglio che il branco ti disturbi mentre sei con il piccolo... So quanto ti è mancata la presenza di tua madre e so anche che non vuoi che nostro figlio cresca senza di te... Voglio renderti partecipe, ma non voglio che il branco ti dia fastidio>> rispose lui accarezzandomi il viso. <<Sai che non puoi fare tutto da solo... Ti farai del male>> dissi io... Lui si limitò a guardarmi per qualche secondo, mi diede un bacio e si chiuse in bagno... Sapeva che avevo ragione, ma non voleva accettarlo. Aspettai che finisse di lavarsi e si vestisse prima di tornare dagli altri... Passammo gran parte della giornata tutti insieme, cullando e giocando con la piccola Renèe... Immaginavo già come sarebbe stato giocare con mio figlio, tenerlo stretto a me... Sapevo che Andrea mi stava guardando, sapevo che anche lui non vedeva l'ora di poter tenere il nostro bambino tra le braccia... Non dovevamo aspettare ancora per molto. <<Nonostante siano passati tre anni, sappiamo ancora poco di te... Spero che almeno i nostri figli non debbano ritrovarsi nella stessa situazione>> commentò Nicola sovrappensiero. <<Non accadrà>> rispose Stefano stringendo i pugni... Allison notò questo cambio di umore nei due fratelli... Mi guardò, per avere conferma, e iniziò a parlare. <<Raccontami qualcosa di te... Non riesco ancora a credere di non aver mai sentito il tuo odore a casa... Sai come ci sono riusciti?>> chiese rivolta al gemello. <<Semplice... Siamo stati molto bravi a tenerlo nascosto... E poi era così debole... Mi stupisco che sia sopravvissuto così tanto>> disse una voce maschile... Era scherno e ribrezzo ciò che trasmetteva quella voce e questo mi fece venire i brividi... Mi girai e vidi un ragazzo seduto tranquillamente sulla staccionata del nostro giardino... Ethan era riuscito ad entrare nel cuore del nostro branco, ad arrivare a casa nostra.

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