capitolo 28

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Pov. Bianca

Dopo aver fatto la visita, decisi di andare direttamente a casa... Sapevo che Andrea era già al corrente del fatto che non fossi passata davanti alle altre in sala d'aspetto e sapevo che si sarebbe arrabbiato ulteriormente se avessi perso tempo in giro... Ethan restava una minaccia e il nostro bambino doveva essere protetto... Così, una volta tornate a casa, le gemelle iniziarono a cercare nella dispensa qualcosa da mangiare mentre cominciavano a farmi domande sul bambino. <<Come lo chiamerete?>> chiese Luana alzandosi sulle punte dei piedi per guardare un ripiano troppo in alto per lei della credenza. <<In realtà abbiamo due nomi in mente... Tutto dipende dal sesso del bambino>> ammisi io continuando a guardarle e facendo mentalmente una lista di ciò che avrei dovuto ricomprare. <<Sono curiosa... Maschietto?>> chiese Cassandra virando pericolosamente verso il frigorifero... Forse avrei dovuto ricomprare le stesse cose dell'ultima volta che ho fatto la spesa. <<Ryan>> risposi io, sperando che non mi svuotassero la casa. <<Perché?>> chiese Luana. <<Non lo so, in realtà... E' un nome che piace ad Andrea... Non so dire se sia il nome del padre o di qualcuno che è stato importante per lui nella sua vita... Oppure se è un nome che gli piace senza nessun motivo in particolare>> risposi io. Luana aveva tirato fuori i tramezzini dalla credenza e Cassandra il burro d'arachidi... Forse non avrei dovuto ricomprare troppe cose. <<Prendete dei piatti>> le minacciai puntando loro un dito contro... Entrambe si misero a ridere, ma presero dei piatti. <<Come mai lo ha scelto lui? Non lo dovreste scegliere insieme?>> chiese Luana sedendosi al mio fianco. <<Perché gli ho chiesto se potevo avere libertà totale sul nome della bambina>> risposi io seguendo con lo sguardo Cassandra che prendeva dei cucchiai per spalmare il burro d'arachidi. <<E sentiamo, come la vorresti chiamare?>> chiese Cassandra sedendosi davanti a me. <<Sharon>> risposi io... Era un nome che mi portava alla mente tante cose, tanti ricordi a cui cercavo di dare un senso, un volto... Ma, con il passare del tempo, quel volto ha iniziato ad essere sfocato nella mia memoria... Non la ricordavo molto bene il suo volto. <<Come mai quel nome?>> chiese cauta Cassandra. <<Mia madre si chiamava così... Non la ricordo molto bene, ero piccola quando è morta... Ma vorrei che almeno mia figlia si chiamasse come lei... Credo che anche mio padre lo apprezzerebbe>> ammisi io. Non sapevo se era una buona idea chiamarla come mia madre... Ma avevo bisogno di sentire quel nome. <<Quindi abbiamo Ryan e Sharon... Che vinca il migliore allora>> disse Luana avvicinandosi alla mia pancia e facendo ridere sia me che la sorella... Solo lei riusciva ad alleggerire situazioni troppo pesanti. Di colpo, però, sentimmo sbattere la porta di casa... Le ragazze si misero subito in posizione, in modo da coprirmi e da difendermi ancor prima di sentire chi fosse entrato. Andrea ci raggiunse in cucina e squadrò la mano di Cassandra. <<E tu pensi di difenderla con un cucchiaio?>> chiese alzando un sopracciglio... Cercava di scherzare, ma era evidente dal suo viso che qualcosa non andava.  <<Per prima cosa ti saresti beccato un cucchiaio nell'occhio... Poi avremmo attaccato>> rispose Cassandra irritata... Andrea si sforzava di ridere, ma era una risata nervosa... Troppo nervosa. <<Ragazze, andate... Portatevi tutto>> dissi alzandomi e indicando il cibo sul tavolo prima che potessero iniziare a lamentarsi... Dovevo capire cosa fosse successo. Andrea salì subito in camera, io aspettai che le ragazze se ne andassero prima di seguirlo... Quando entrai in camera, lo vidi che si stava cambiando. <<Cosa è successo?>> chiesi... Avevo percepito la sua frustrazione, non avevo bisogno di troppi giri di parole. <<Quando siamo arrivati, si erano riuniti senza Ethan e suo padre... Ho rispettato tutte le loro regole, ho fatto tutto secondo le regole ma non hanno voluto sapere niente>> disse lui calciando via la maglietta che era caduta sul pavimento... Poi si mise a sedere sul letto e si passò le mani sul viso. <<Rallenta... Spiegati meglio>> dissi io sedendomi vicino a lui e accarezzandogli la schiena. <<Ho spiegato loro tutto... Dai ragazzi che mi hanno chiesto asilo, allo sconfinamento e alle minacce... Si erano riuniti per decidere della sorte di quel branco... Dovevano decidere della loro permanenza nell'Alleanza... Nonostante questo, hanno detto che non avevano abbastanza motivi per prendere provvedimenti... Stanno cercando di evitare uno scontro con loro... Sarà guerra aperta e non avremo nessuno ad aiutarci... Proprio come con i vampiri>> rispose lui sconsolato. <<Dovremo morire tutti prima che si muovano contro di lui?>> chiesi stanca... Avevo sperato che ci aiutassero, nonostante tutto... Mi ero sbagliata. <<Ci hanno dato il permesso di ucciderlo... Almeno avremo questa soddisfazione... Sapevano di te, del bambino... Ma non hanno comunque voluto aiutarci>> disse lui tirandomi a se... Aveva bisogno di avermi vicino e io avevo bisogno di sentirmi al sicuro tra le sue braccia. <<E se non dovessimo ucciderlo in tempo? Se ci uccidesse prima lui?>> chiesi io stringendomi a lui. <<Mi hanno dato la loro parola che lo faranno fuori, se noi non dovessimo sopravvivere>> rispose lui... Una magra consolazione, ma era tutto quello che avevano da offrirci. <<Promettimi una cosa... Promettimi che, se le cose andranno male, scapperai il più lontano possibile da qui... Vorrei che almeno tu e nostro figlio riusciste a sopravvivere>> mi disse lui... Era preoccupazione pura la sua, ma non potevo dargli torto e, nelle mie condizioni, era l'unica cosa che potevo fare per lui, così accettai la sua disperata richiesta... Passammo le ore successive a restare abbracciati, nella speranza di riuscire a vedere il nostro branco riprendersi del tutto.

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