capitolo 8

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Pov. Andrea

Una decina di ragazzi stava facendo un gran baccano nella piazza umana... Noi eravamo ancora abbastanza lontani perché non ci sentissero, così iniziai a parlare con gli altri... Dissi loro come dovevano comportarsi... Ci saremmo avvicinati con calma e poi li avremmo fatti andare via... Una discussione pacifica... Se loro attaccavano, noi ci saremmo difesi. Il mio branco si sta ricostruendo e non posso permettermi di attaccare licantropi esterni nel mio territorio senza un buon motivo... Avrebbe minato quelle poche alleanze che mi restavano... Perché si, quasi tutti avevano deciso di rompere il patto di alleanza... Eravamo quasi del tutto soli e vulnerabili, soprattutto con un branco così ristretto... E pensare che tre anni fa era il più numeroso e il più forte. Prima di avvicinarci, però, notai che Giovanni non era tranquillo... Era stranamente teso, più del normale... Così mi avvicinai a lui, dovevo capire cosa avesse. Non ebbe bisogno che facessi la domanda, lui parlò in automatico. <<Sono loro... Sono gli amici di mio fratello... E con loro c'è anche lui... Quando ero piccolo prendevano parte alle torture che mi infliggevano... Sono quasi tutti beta, si divertivano assieme a lui>> mi spiegò fissandoli. Era meglio che Allison non sentisse queste cose... Lo tirai per un braccio e lo allontanai un po' dal gruppo.<<Pensi di riuscire ad affrontarli?>> chiesi preoccupato. <<Non lo so... Posso starti vicino, ma la paura la sentiranno ugualmente... Non so neanche se possano riconoscermi, negli ultimi anni era solo mio fratello a torturarmi>> ammise alla fine. <<Non preoccuparti... Ci attaccherebbero comunque... Non penso che sentire la tua paura verso di loro cambierà qualcosa, mi basta che tu sia abbastanza lucido da potergli tenere testa>> dissi io... Lui annuì in risposta... Era ciò che speravo con tutto il cuore... Stefano era il beta di Nicola e Allison era un lupo comune... Senza Giovanni avrei avuto vita breve, mi sono affidato molto al mio beta in questi tre anni. <<Allison... Ti senti abbastanza in forze da combattere?>> chiesi io. <<Certo... In fondo mi avete allenata in questi giorni... Credo sia arrivato il momento di mettere in pratica ciò che mi avete insegnato>> disse lei agguerrita... Non capisco di cosa si preoccupi Bianca... Lei sembra normale... Non riesco a vedere tutti quei piani complottistici che vede lei... Ma per il bene del nostro rapporto devo dargliela vinta, in un modo o nell'altro.

Ci avvicinammo a loro con calma, non dovevamo farci vedere agitati... Soprattutto Giovanni, ma sapevo che non ci sarebbe riuscito. Così alla fine decisi di parlare io... Era regola, tra i branchi, che in caso di sconfinamento parlasse il beta... Eventualmente sarebbe intervenuto l'Alpha... In questo caso, però, Giovanni era terrorizzato a causa dei traumi del passato e non sarebbe riuscito a fare molto... Così parlai direttamente io. <<Avete sconfinato nel mio territorio... Non so se era una cosa voluta o meno... Ma dovete andarvene>> dissi io severo. <<Non sapevamo di essere entrati nel tuo territorio... Ci dispiace tanto>> disse un ragazzo con tono di scherno... Era molto simile a Giovanni, forse è per questo che lo torturava... Non accettava la somiglianza con il fratello indesiderato... Perché fu proprio il fratello di Giovanni a parlare... Aveva ignorato gli sguardi di protesta dei numerosi giovani beta che si era portato dietro... Mi stava mancando di rispetto. <<Allora andatevene>> dissi io... Non ammettevo repliche, in un modo o nell'altro li avrei fatti andare via. Uno dei suoi compari, però, iniziò a fissare Giovanni che si innervosì. <<E' lui... Ethan, è lui>> disse alla fine quel tipo... Quindi il nome del famoso fratello crudele è Ethan. <<Ce ne andremo solo quando ci avrete consegnato lui>> disse indicando Giovanni che, dal canto suo, impallidì visibilmente. << Mi dispiace deludervi... Ma è il mio beta... Immagino che anche voi sappiate che un Alpha necessita di un beta e lui è mio>> dissi alla fine... Non volevo trattarlo come un oggetto, mi sarei scusato dopo per questo, ma era l'unico modo che avevo per far capire a Ethan che Giovanni non andava da nessuna parte. <<E' un vero peccato che lui appartenga al mio branco... Deve venire con me>> disse deciso Ethan. <<E' un vero peccato che lo abbia nominato mio beta... Lui non va da nessuna parte>> dissi io... Dovevo tenergli testa... Ethan sorrise, aveva capito che non avrebbe ottenuto nulla... Così, in pochi secondi, si trasformò e mi attaccò alla spalla... Un dolore lancinante  mi impedii di muovere bene il braccio sinistro. Giovanni uscì dal suo guscio di paura e iniziò ad allontanare il fratello che, vedendo che aveva ottenuto la sua attenzione, lo attaccò, facendolo cadere a terra, e lo morse ad una caviglia... Il suono di ossa spezzate e l'urlo di dolore di Giovanni diedero il via allo scontro vero e proprio. Non riuscivo a trasformarmi a causa del forte dolore alla spalla, ma sapevo ancora combattere... Così presi un bastone che trovai li vicino e iniziai a colpire la schiena del lupo che stava trascinando Giovanni per la caviglia... Ormai era rotta, ne ero sicuro. Ethan, infuriato, tornò in forma umana e iniziò ad allontanare i miei fratelli che si erano messi a combattere davanti a noi... Allison cercò di mettersi davanti a me, ma il ragazzo la prese per la gola e la lanciò via... Come se non pesasse niente... La ragazza andò a sbattere prima su un albero e poi, cadendo, su una roccia perdendo così i sensi... Sentii Stefano ringhiare dalla rabbia. Raccolsi tutte le mie forze e iniziai a lanciare colpi di bastone più forte che potevo... Non potevo trasformarmi e colpirlo al volto per fargli perdere l'equilibrio era l'unica cosa che potevo fare. I miei fratelli avevano messo al tappeto tutti gli altri lupi, Giovanni era ancora a terra a lamentarsi del dolore... I traumi della sua infanzia devono averlo bloccato più di quanto pensassi... Così iniziai a colpire Ethan sempre più forte finché non cadde a terra stordito... C'era qualcosa che non andava in questo attacco. Alla fine, quando riprese l'equilibrio, iniziò ad allontanarsi da noi mentre io lo seguivo con ancora il bastone in mano... Fischiò e richiamò i suoi scagnozzi. <<Andiamocene... Al momento non possiamo fare molto... Ma lui mi appartiene e me lo riprenderò>> disse con voce crudele indicando il fratello ancora steso a terra. Si allontanarono di corsa e sparirono nel bosco... Mi avvicinai prima ad Allison che era la più vicina a me... La svegliai, ma perdeva facilmente l'equilibrio... La dovevano sorreggere. Poi andai da Giovanni e provai a farlo alzare... Lui cercava di appoggiarsi a me per stare in piedi, ma io avevo la spalla sinistra dolorante e lui non poteva poggiare il piede a terra a causa della caviglia rotta. <<Voi come state?>> chiesi ai miei fratelli girandomi verso di loro... Cercavo di contenere le smorfie di dolore... Allison si era avvicinata barcollando e i miei fratelli si sorreggevano l'un l'altro. <<Oltre qualche graffio e una caviglia slogata, sto alla grande>> rispose Nicola... Doveva essersi proprio sfogato. <<Idem io>> aggiunse Stefano... Così, piano piano, ci avviammo verso casa.

Pov. Bianca

Non riuscivo a credere che era tornato a casa ridotto in questo stato... La cosa più assurda era che toccava a me medicare le ferite... Presi il disinfettante e della garza pulita e iniziai a pulire le varie ferite, ma si teneva il braccio... Non voleva muoverlo. Iniziai ad applicare il disinfettante che, a contatto con la sua pelle, bruciava causandogli smorfie di dolore. <<Capisco che sei arrabbiata con me e ne hai tutto il diritto... Ma ho avuto una mattinata pesante e l'ultima cosa di cui ho bisogno è provare altro dolore>> mi ammonì lui... Ma non lo avrei fatto vincere, non questa volta... Lo guardai negli occhi e ricordai tutte le volte in cui finsi che tutto andava bene quando, in realtà, i problemi che vedevo io erano sempre in agguato... Ricordai ogni singola volta in cui lui non mi credette e io non gli dissi mai un "te lo avevo detto" per non rovinare la nostra relazione... Mentre lo guardavo negli occhi, senza dargli alcuna risposta, riempii la garza di disinfettante e ricordai queste cose... E premetti più forte che potevo su una delle sue ferite più profonde alla spalla facendolo piegare dal dolore. Non osò dire più niente... Continuai a medicargli le ferite finché non si decise a dire qualsiasi altra cosa. <<Devo farmi controllare la spalla, non riesco a muoverla bene... Mi accompagni dal nostro medico?>> chiese ansimante dal dolore. Lo fissai... Non meritava niente, non dopo avermi trattata in quel modo... Ma la mia piccola vendette l'avevo presa... Quindi annuii.

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