capitolo 34

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Pov. Andrea

Due giorni dopo essere riuscito a portare Ryan fuori dal nido per la prima volta, mi permisero di portarlo a casa... Secondo i medici era perfettamente in salute e non vedevano alcun motivo per tenerlo in ospedale un giorno di più... Il problema si è presentato quando, il giorno dopo, sono tornato con il piccolo per fare visita a Bianca... Non mi permisero di portarlo dentro la stanza della madre, liquidarono l'argomento come "regole dell'ospedale"... Dovetti aspettare che qualcuno della famiglia arrivasse per poter entrare e vedere come stava la mia compagna... Le sue condizioni sembravano lentamente migliorare, ma ancora non si svegliava dal coma... Mi preoccupava sapere che Ryan non avrebbe potuto stare al fianco di sua madre, nonostante la situazione. Tobias terminò di montare i mobili nella stanza del piccolo il giorno in cui lo portai a casa, ma ammetto di non aver trovato il coraggio di farlo dormire da solo in quella stanza, nonostante fosse esattamente davanti alla mia... Dormiva ogni notte con me nel letto matrimoniale che dividevo con Bianca, riusciva a tranquillizzarmi sapere che era con me nel letto. Ricominciai ad occuparmi del branco, ripresi in mano il mio ruolo di Alpha, anche se con tante difficoltà... La mente continuava a vagare e a pensare alla mia compagna, a quanto sarebbe più facile avendola al mio fianco. Come mi aveva anticipato Nicola, il branco bramava vendetta, ma da solo non avrei fatto niente... Così convocai l'Alleanza nel mio territorio, volevo che percepissero l'odio verso di loro, l'odio che il branco provava per averci negato l'aiuto per cui ero andato a pregarli... Quando Nicola e Stefano li portarono da me, vidi il loro disagio causato dal mio branco, da ciò che provavano verso di loro, e guardai Giovanni soddisfatto, che mi fece un piccolo sorriso in risposta. L'unico che salutai fu Mik, che mi aveva precedentemente offerto il suo aiuto... Parlammo di Ethan per un'oretta, poi li lasciai andare per potersi riposare, il viaggio era stato lungo per loro e avevamo tanto di cui discutere.

Il giorno successivo, la situazione non era cambiata... Il branco li guardava con odio, ma questa volta ebbero il coraggio di parlare... E io aspettavo solo quel momento, consapevole che il branco era proprio sotto casa e che stava ascoltando, per quanto possibile... Per fortuna lasciai casualmente una finestra aperta, in modo che potessero sentire meglio. <<Hai intenzione di fare qualcosa per il tuo branco? Ci guardano come se volessero ucciderci>> commentò l'anziano... Era appena iniziata la guerra. <<Non lo faranno... Siete miei ospiti, in fondo... Ma non penso abbiate voce in capitolo su questo... Mi avete negato l'aiuto, vi ho pregati di aiutarmi e vi siete rifiutati... Adesso la mia compagna, la loro Luna, è in coma per questo... Hanno tutto il diritto di odiare chi vogliono, soprattutto perché mio figlio è nato due mesi prima del previsto... E sappiamo tutti cosa può comportare questa nascita improvvisa>> risposi con calma glaciale... Persino i miei fratelli rabbrividirono a causa del tono che avevo usato... I membri dell'Alleanza si guardarono tra di loro per valutare la situazione, mentre Mik mi guardava soddisfatto. <<In ogni caso non siete qui per questo... Voglio sapere se la vostra posizione è cambiata e se prenderete provvedimenti seri per Ethan... In caso contrario agirò da solo, come sempre del resto>> spiegai io... Era un colpo duro da incassare per ognuno di loro... L'Alleanza era considerata rispettabile tra i vari branchi americani... Sapere che non hanno aiutato un loro vecchio membro, che gli hanno negato due volte l'aiuto di cui aveva bisogno, farà si che quel rispetto che si erano creati svanisca in pochi istanti... E, se mi negheranno quell'aiuto di cui il mio branco ha disperatamente bisogno per vendicarsi, sarò io stesso a metterli a nudo davanti ai branchi dell'America. Inizialmente si guardavano confusi, non sapevano bene cosa rispondere. <<Non abbiamo cambiato posizione in merito... Quel branco è troppo forte e, senza il tuo originale branco a contrastarlo, nessuno è in grado di tenergli testa in uno scontro aperto>> rispose Mik, vedendo che nessuno osava parlare. <<E' per questo che mi hai offerto il tuo aiuto e quello del tuo beta, invece dell'aiuto del tuo branco?>> chiesi guardandolo in faccia. <<Io ho già un figlio in età da prendere il mio posto... Il mio branco non sarà di alcun aiuto e la mia famiglia non corre pericoli>> rispose tranquillo. <<Quindi, se ho capito bene, non avete intenzione di aiutarmi... Di nuovo>> dissi io alzandomi e avvicinandomi a Giovanni, avvicinandomi alla finestra dove ero sicuro che il mio branco si fosse riunito per ascoltare. <<No... Non ti aiuteremo>> rispose il membro più anziano. <<Allora vi dirò cosa farò io... In un modo o nell'altro, arriverò a Ethan e al suo beta e metterò le loro teste bene in vista nella zona neutrale in cui hanno ridotto la mia compagna in fin di vita... Nel caso non foste stati informati, Ethan era fuori controllo, era convinto che Bianca fosse la sua compagna e che mio figlio fosse suo figlio, il figlio che aspettava con lei... Questo nei pochi momenti di lucidità, si intende... Non ho intenzione di lasciare che un pericolo del genere sia libero di agire nuovamente... Se mi intralcerete prima di aver fatto fuori Ethan, le vostre teste si uniranno a quelle di Ethan e del suo beta... Adesso non vedo altro motivo per cui voi dobbiate rimanere nel mio territorio>> dissi in tono freddo, era una minaccia la mia... Se mi avessero ostacolato, sarebbero morti... Bianca avrebbe avuto la sua vendetta e il mondo si sarebbe liberato di una bestia priva di controllo. <<Se ucciderai Ethan quel branco non avrebbe un erede>> mi fece notare uno dei presenti alzandosi. <<Se uccidesse mio fratello, libererebbe il mondo da un branco che costringe i fratelli a sposarsi tra di loro dopo aver ucciso i rispettivi compagni... Nessuno ne sentirebbe la mancanza>> rispose Giovanni al posto mio... Solo in quel momento si resero conto chi fosse realmente il mio beta, il successivo erede quando Ethan sarebbe morto... Si resero conto che neanche lui voleva quel branco... Dopo essersi scambiati un'occhiata preoccupata, tutti eccetto Mik che mi guardava fiero, se ne andarono di corsa dal mio studio. <<Fate in modo che tutti sappiano che razza di buffoni sono questi Alpha>> dissi ai miei fratelli... Non avevo alcuna voce per comandarli, ma accettarono il mio ordine ben felici di agire contro quelle persone.



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