Capitolo 3

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Mi sembrò una sorta di deja-vù, soltanto che questa volta in aeroporto c'era anche Alice.
Questa volta era più difficile ma se ero sopravvissuta una volta, sarei sopravvissuta una seconda... no?
Quando chiamarono il mio volo, le chiacchiere si fermarono all'istante. Axel e Alice mi continuarono a fissare mentre io abbassai il volto.
Feci un lungo sospiro dopodiché mi alzai e i due mi seguirono.
"Beh, ci vediamo a Natale" Dissi cercando di abbozzare un sorriso.
Abbracciai forte la mia amica che scoppiò poco dopo in lacrime sulla mia spalla.
Trattenni il pianto e mi liberai per abbracciare Axel.
Lo baciai e a quel punto dovetti dirgli addio per la seconda volta nella mia vita.

Nashville era rimasta la stessa dalla mia partenza. Solite strade, solite case, solita sensazione di non appartenenza.
Rimasi in silenzio per tutto il viaggio. Non serviva che io parlassi, non avevo nulla da dire se non che volevo tornare in Florida il più presto possibile.
In macchina mi voltai e rivoltai. Non riuscivo proprio a stare ferma.
"Dio Laila fermati o mi farai impazzire!" Esclamò Emily all'improvviso bloccandomi le gambe con le mani.
"Beh scusa!" Risposi sbuffando.
Poggiai il gomito sullo sportello e la testa alla mano.
Questo viaggio non sembrava finire più.
Mi stavo annoiando a morte, nessuno parlava e non c'era neanche la radio, perciò decisi di iniziare io un discorso.
"Papà" Lo chiamai.
In macchina eravamo io, lui, Emily e mamma. Tyler e Jason erano con la macchina di quest'ultimo.
"Sì cara?" Mi rispose Nick con tranquillità.
Io mi feci più avanti sul sedile, per quanto la cintura me lo permettesse, e mi avvicinai al suo orecchio.
"Hai riflettuto su quel che ti ho chiesto?" Domandai a bassa voce ma l'assoluto silenzio in macchina fece si che anche Emily e mamma sentissero.
"Cosa gli hai chiesto?" Domandò prontamente mia sorella.
Io mi voltai verso di lei di scatto e la folgorai con uno sguardo.
"Laila... non è possibile" Rispose lui poco dopo con tono di voce dispiaciuto.
"Come no!?" Domandai ancora voltandomi velocemente verso di lui confusa.
"Laila a casa non c'è quasi mai nessuno e poi è per un altro anno soltanto, al college come farai allora?" Spiegò e anche se aveva ragione non avevo intenzione di tornare in quella gabbia di idioti. E se si fossero ricordati di me e di quel video?
"Sì ma..."
"Per favore comprendi, sicuramente ci saranno persone nuove con cui farai amicizia e quasi nessuno si ricorderà dell'accaduto!"
"Sì papà. Convinto. Proprio nessuno" Pensai osservandolo dallo specchietto retrovisore.
Mi stetti zitta per un po', non avevo voglia di contro ribattere. Non avevo proprio voglia di parlare. Perché non riuscivano a capirmi? Che nervoso.
"Laila?" Mi chiamò lui assicurandosi che avessi capito.
"Ho capito!" Sbuffai ritornando con le spalle allo schienale.
Incrociai le braccia sul petto e mi voltai verso il finestrino per tornare ad osservare la città in silenzio.
Però non durò molto.
"Non capisco, qualche mese fa volevi soltanto che mamma e papà non ti parlassero a scuola" Disse confusa Emily dall'altra parte.
Sospirai e senza spostare lo sguardo le risposi.
"Qualche mese fa è una situazione diversa da qualche giorno prima dell'inizio del liceo"
"Dai riuscirai a passare meravigliosamente quest'anno... credimi come vorrei tornarci" Continuò a dirmi lei entusiasta.
"Continuo a ribadire il fatto che sono due situazioni diverse" Risposi seccata.
Lei si avvicinò a me e mi prese una mano.
"Va bene, ma quel ragazzo, Mike, sembrava davvero dispiaciuto" Disse il che mi fece infuriare.
Mi voltai verso di lei e inarcai una sopracciglia.
"Oh poveretto" Le risposi ironicamente inclinando il capo.
Lei mi lasciò la mano e le alzò sulla testa tornandosene al suo posto precedente.
"Ok ok! Sto zitta!" Esclamò esausta e io mi voltai ancora una volta verso la finestra.
"Brava" Dissi a bassa voce e questa volta non mi sentì anche perché eravamo arrivati e proprio in quell'istante aveva aperto lo sportello.

Scesi anche io e rimasi immobile, per quel che sembrò un'eternità, a fissare la casa di Mike.
Mike.
Era cambiato così tanto.
Prima che io partissi per tornare in Florida con Axel, lo incontravo spesso quando mi veniva voglia di fare una passeggiata, lui mi faceva sempre un sorriso timido, dopodiché abbassava la testa, infilava le mani nella tasca e se ne andava.
Mi aveva chiesto scusa una marea di volte, così tante che ne ho perso anche il conto, però io prontamente giravo i tacchi e me ne andavo.
Ogni tanto mi chiedevo se fosse reale o meno. Mi veniva così difficile crederci.
Emily mi incitava ad ascoltare ciò che aveva da dire e mamma, anche se non diceva nulla, mi faceva capire lo stesso.
Non capivo. Dopo tutto quel che avevo passato ora ero io dalla parte del torto? Ma che ragionamenti sono.
Non avevo voglia di ascoltare la sua voce, non volevo neanche incrociare il mio sguardo col suo, tutto mi avrebbe riportato alla mente non solo quello che lui mi aveva fatto ma anche quello che Max mi aveva fatto.
"Hey!" Diceva e ciò bastava per farmi imbestialire. Vorrei sapere con quale coraggio mi salutava con Hey.
Certo Mike era più gentile, più carino e più timido ma tutte queste circostanze mi portarono ad impormi che non lo avrei perdonato, né ora né mai.










Sono in ritardo? No! In ritardassimo🙈
Chiedo perdono ma tra questa e l'altra storia ho preferito continuare l'altra siccome è quasi alla fine e avevo poco tempo.
Detto ciò.
Spero che il capito vi sia piaciuto e chiedo un po' di pazienza per l'altro 😅❤
~Pia

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