Capitolo 11

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Axel's POV
"Qualsiasi cosa tu abbia sognato vorrei che non fosse stato solo un sogno..." Mi scrisse.
Feci un lungo respiro e decisi di non rispondere. Io ci provavo a non pensare che era a chilometri e chilometri da me ma era davvero impossibile.
"Buongiorno" Disse Leon entrando nella stanza con solo un asciugamano intorno alla vita.
"Giorno giorno" Risposi strofinandomi gli occhi poi mi alzai e mi sedetti sul letto.
"Pronto per stare ad ascoltare il professor Garigal per tre ore?" Domandò ridendo mentre iniziò a vestirsi.
Io non risposi, feci un solo piccolo cenno.
Lui si mise la maglia poi rimase a fissarmi per un po'.
"Che è successo?" Chiese corrugando la fronte.
"Nulla, solite cose" Risposi alzando le spalle.
"Hey! Siamo nella stessa barca! Alice mi manca come a te manca Laila"
"Leon sai non è un buon esempio, puoi sempre saltare un giorno di lezioni per farle una sorpresa, io no"
Lui si alzò, si mise la mani ai capelli poi si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla.
"Dio... Axel senti tra un po' sarà il ringraziamento e tu potrai andare a trovarla, ok?" Disse infine come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Io alzai gli occhi e lo fissai ridendo.
"Tra un po'?" Gli feci coro.
Lui mi diede una pacca sulla spalla e mi buttò una maglietta sulla faccia.
"Muoviti o faremo tardi" Concluse e sparì dietro la porta.
"Okok!" Esclamai e mi alzai per iniziare a prepararmi.

Il college non era male. Il nostro appartamento era a pochi passi, ciò era davvero molto comodo. Non ci svegliavamo molto presto, non avevamo bisogno di auto e potevamo fare avanti e dietro tra una lezione e l'altra.
Il fratello di Leon, Gregg, ci aveva lasciato il suo posto. Non ho mai ringraziato abbastanza quel ragazzo.
Comunque sia...
Io e Leon avevamo sorpassato il cancello e ci stavamo avviando all'entrata quando una persona dietro ci si piombò sopra abbracciandoci.
"Ciao idioti" Disse e ci stampò un bacio sulla già ad entrambi.
"Buongiorno anche a te Isa" Rispose divertito Leon mentre io feci solo una smorfia.
Avevamo incontrato Isabelle il giorno di visita al college. Aveva uno sguardo familiare e dopo alcuni momenti di disagio eravamo riusciti a scambiarci qualche parola.
Scoprimmo che avevamo frequentato le stesse elementari a Miami, poi lei si era trasferita in un altro quartiere ma ora eccoci di nuova qua.
Quanto è buffa la vita.
"Che ha il tuo amico?" Domandò corrugando la fronte e mi si posizionò davanti iniziando a camminare all'indietro.
Era alta quanto me, aveva lunghi capelli castani con la linea centrale che le incorniciavano il viso e due occhioni verdi evidenziati con un leggero strato di matita.
"Solite cose con la ragazza" Rispose il mio amico alzando le spalle.
"Oh mio Dio!" Esclamò le alzando gli occhi al cielo.
Io mi infastidii e non poco. Non riuscivano a capire cosa significasse per me Laila e come ogni secondo senza di lei era una tortura.
"Non riuscite a capire proprio? Siete delle teste di cazzo, sapete?" Dissi irritato fermandomi.
Loro si affiancarono e mi fissarono alzando una sopracciglia.
"Isa ci ha appena dato delle teste di cazzo?" Domandò Leon facendo finta di essere confuso.
Lei gli poggiò una mano sulla spalla e annuì più volte.
"Oh mi sa proprio di sì Leon"
A quel punto iniziai ad innervosirmi sempre di più.
"Possiamo smetterla? Vi prego" Cercai di concludere il discorso e ripresi il passo per arrivare alla prima lezione.
"Okok, andiamo" Risposero all'unisono e non fecero più battutine.

Entrammo in aula ma ancora non c'erano molte persone e neanche il professore perciò ne approfittai per scrivere un po' a  Laila.
Presi il telefono e aprii la nostra chat, fissai a lungo l'ultimo messaggio che mi aveva inviato e poi iniziai a digitarne uno.
"Che fai?" Le domandai.
Posai il telefono sul banco e aspettai impaziente una risposta.
Presto arrivò e capii che aveva tempo per scrivermi almeno un po'.
"Aspetto suoni la campanella della seconda ora... tu?"
Sorrisi immaginandomela seduta su qualche panchina ad aspettare la campanella. Laila non era una persona molto paziente e neanche molto amichevole per questo in un certo senso mi sentii anche un po' preoccupato per lei, sapendola sola.
"Aspetto il professore"
"Aspettiamo insieme allora"
"Sempre" Scrissi ma, dopo aver letto il mio messaggio, il suo stato divenne offline.
Posai un attimo il telefono sul banco e mi massaggiai le tempie nervosamente, poi ripresi il telefono, non avevo intenzione di concludere così la nostra conversazione.
"Raccontami qualcosa" Le scrissi e alzai lo sguardo per controllare chi entrasse dalla porta, per fortuna del professore nemmeno l'ombra.
"Cosa?"
"Non ne ho idea, qualcosa... Hai fatto amicizie?"
"Oh, potrei dire di sì, si chiama Nate, è il rappresentante del comitato studentesco, mi sta aiutando ad integrarmi"
"Dovrei ingelosirmi?"
"Dio no! AHAHAHAH"
In quel preciso momento mi tornò in mente la sua risata che riecheggiò ripetutamente nella mia testa e venne da ridere anche a me. 
"Scusa era per esserne sicuri"
"Puoi stare tranquillo, io sono impegnata e lui innamorato cotto di un'altra"
Scrisse e poco dopo mi inviò un emoji con l'occhiolino, io comunque decisi di fare finta di essere geloso.
"Due giorni e sai già tutte queste cose su di lui?" Digitai e le inviai un emoji imbronciata.
"Parla molto... e tu?" Scrisse sviando il discorso. Ma lei era fatta così.
"Sì anche io, abbiamo scoperto che nel nostro stesso corso c'è una ragazza di Miami, abbiamo fatto le elementari insieme, come è piccolo il mondo, non credi?" Le inviai ma ancora una volta dopo aver letto il messaggio andò offline però tornò subito dopo.
"Piccolissimo"
E lì capii che non l'aveva presa benissimo.
"Sento il tuo sarcasmo in quei caratteri"
Tornò offline e io mi maledissi. Ma insomma cosa avevo fatto du male?
"Laila puoi fidarti di me" Continuai a scriverle e lei dopo tornò online.
"Scusa devo andare" Inviò secca e io sentii un groppo in gola. Non poteva essersela presa veramente.
"Ti prego, non fare la gelosa perché non ce n'è alcun motivo" scrissi ma questa volta non visualizzò, aveva chiuso definitivamente. Ora non potevo far altro che aspettare che finisse la lezione.
"Ok, hai chiuso il telefono... ma sappi che ti amo lo stesso!" Conclusi e cercai di puntare a farla sentire un po' in colpa.
Aspettai un po' fissando la chat ma quando mi resi conto che non avrebbe più risposto, chiusi il telefono e poggiai la testa sul banco.
"Dannazione" Dissi a bassa voce.
"Axel?" Mi chiamò confuso Leon.
"No niente" Risposi facendo un lungo sospiro.
Isa mi si avvicinò e mi poggiò una mano sulla spalla.
"Quella ragazza ti ucciderà" Disse e a me venne da ridere perché lei non sapeva che una volta stavo per morire veramente. O meglio. Credo di essere morto davvero quella volta.
Da allora nulla fu più lo stesso.
Alzai la testa e la fissai abbozzando un sorriso.
"Lo ha già fatto"











Salve!
Come va?
Perdonatemi se ho pubblicato a distanza di tempi lunghissimi. Mi dispiace taanto. Ora cercherò di aggiornare prima. Grazie a tutti per il supporto ❤️
Alla prossima
-Pia

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