Capitolo 14

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"Già qui?" Domandò Nate avvicinandosi al mio banco.
Era stata la prima ad entrare in classe, non c'era neanche la professoressa, solo dopo la seconda campanella erano iniziati ad arrivare alcuni e con loro Nate.
Era dalla prima ora che facevo così ma ovviamente Nate non poteva saperlo visto che questo era la prima lezione che avevamo insieme oggi.
"Sì, non sopportavo il caos"
Lui si sedette vicino a me posando lo zaino poi si abbassò per prendere i primi libri.
"Pensavo saresti rimasta di più fuori a valutare tutti i corsi" Disse mentre sistemava le sue cose sul banco.
Io sbuffai e mi girai verso lui.
"Me ne hanno presentato uno e mi è bastato"
Lui si mise a ridere e si voltò verso me.
"Quale?"
"Cheerleading"
Si zittì e si voltò verso la porta. Il suo volto divenne bianco e tornò a fissarmi col viso rosso.
"Oh... quindi sei stata-" Disse imbarazzato.
Questa volta risi io. Era incredibile come in questi giorni ogni scusa era buona per parlare di Megan e ancora di Megan.
Dai suoi ricordi mi era sembrata una brava ragazza, un po' simile ad Alice però a vederla sembrava tutt'altra persona. Era come se fosse avvolta costantemente da un'aria di mistero.
"Con la tua innamorata e le sue amiche" Risposi alzando gli occhi al cielo.
Lui si voltò nuovamente verso la porta grattandosi la nuca.
Poi tornò verso me toccandosi nervosamente il mento.
"Beh, come ti è sembrata?" Domandò cercando di evitare il mio sguardo.
Io guardai intorno poi alzai le spalle.
"Carina"
"Carina?" Mi fece eco sgranando gli occhi.
"Cos'altro vuoi che ti dica Nate? Parte il fatto che sta entrando in classe" Gli risposi corrugando la fronte e tornai a sedermi composta anche perché con lei stava entrando anche la professoressa.
Ancora con loro stava entrando Erik. Aveva le mani occupate a tenere lo zaino pieno di fogli per il disegno e pennelli.
"Scusate, scusate" Disse facendosi spazio per andare al suo posto ma quando passò dal mio banco gli cadde un tubetto di colore.
Lui sembrò non accorgersene e andò a sedersi. Io mi abbassai e glielo presi mettendomelo sul banco, a fine lezione poi glielo avrei tornato.
"Hey Erik non ti hanno detto che fuori si porta tutto il materiale per i corsi?" Gli domandò divertito Lucas e tutti si voltarono verso lui.
"Non ho-" Cercò di dire ma venne bloccato da un altro ragazzo.
"Perché lui ha una bancarella?"
Tutti si misero a ridere tranne me e Nate, Megan fece solo un piccolo cenno lanciando uno sguardo a Scarlett che si mise una mano sulla bocca per non far vedere agli altri che rideva.
"Sì che lo ho, ma non ho fatto in tempo..." Si difese lui cercando di tirare fuori i libri dallo zaino ma così facendo tirò fuori anche un disegno che riuscii solo ad intravedere. Era un paesaggio, ma era bellissimo. Quel ragazzo aveva talento.
"Basta ora ragazzi!" Intervenì la professoressa sbattendo una mano sul manco.
Così tutti si zittirono e si voltarono verso la cattedra.

A fine lezione tutti scomparirono all'istante. In classe eravamo rimasti solo io, Nate ed Erik, che cercava ancora di far entrare tutto nello zaino.
Nate ed io ci mettemmo lo zaino sulle spalle pronti ad andarcene ma io, invece di dirigermi verso la porta, mi diressi verso quel ragazzo dai capelli buffi.
"Ti è caduto questo prima" Dissi porgendogli il tubetto.
Appena lui mi notò fece un respiro di sollievo.
"Oddio, grazie"
Afferrò il tubetto e lo buttò nello zaino.
"Non so cosa avrei fatto senza il ciano" Disse cercando di chiudere la cerniera ma era chiaramente in difficoltà, i fogli spuntavano da ogni dove.
"Dovresti essere più ordinato" Gli consigliai corrugando la fronte.
"Già" Rispose sorridendo.
Nate mi toccò una spalla, mi voltai e lui mi fece segno di andare.
Io annuii e lui si voltò dirigendosi verso la porta ma io rimasi ancora là.
Mi avvicinai ad Erik e gli tenni lo zaino così da aiutarlo.
"Ho visto un tuo disegno prima, quello che ti è spuntato fuori dallo zaino. Era davvero bello" Dissi senza distogliere lo sguardo dalle sue mani.
Lui si bloccò un attimo, mi fissò poi riabbassò lo sguardo sullo zaino.
"Oh grazie, è lo spettacolo che ho davanti casa mia" Rispose e sul suo viso comparve pian piano un sorriso.
Doveva andarne fiero.
"Wow, se è come sul foglio devi ritenerti molto fortunato" Dissi sorpresa e immaginai a come dovesse essere bello vivere in un luogo del genere.
"È meglio credimi" Continuò facendo una smorfia e finalmente riuscì a chiudere la cerniera.
Fece un lungo sospiro poi si mise lo zaino sulle spalle.
Si fermò davanti a me e con una mano sì grattò la nuca.
"Io sono Erik, beh... si lo sai" Disse fissando verso la porta, come se fosse imbarazzato, e mi porse una mano.
"Piacere mio Erik, come sai sono Laila" Risposi afferrandogliela.
Non mi spostai e nemmeno lui. Chiaramente voleva continuare il discorso e anche io.
"Te ne intendi di arte?" Mi domandò all'improvviso.
"Insomma..." Risposi alzando le spalle.
"Laila devo andare in presidenza, ci vediamo dopo" Mi avvertì Nate nel frattempo. Mi ero quasi dimenticata di lui.
Io mi voltai e annuii col capo sorridendogli. Cavolo quanti impegni aveva un rappresentante.
"Disegni?" Domandò ancora Erik.
Io mi voltai di scatto nuovamente verso lui e sgranai gli occhi sorpresa. In effetti sì... quando non sapevo che fare mi piaceva tanto disegnare, era rilassante, soprattutto se accompagnato da buona musica.
"Qualche volta, quando ho tempo"
"Quali sono i tuoi soggetti?"
"Mi piace disegnare i personaggi dei fumetti, alcune volte ho provato coi volti umani"
"Si inizia sempre così, mi piacerebbe vedere qualche tuo lavoro"
"Non sono un granché davvero, io amerei vedere i tuoi"
Ero molto critica sui miei disegni, non mi sembrava nulla di non già visto. Mentre mi piaceva molto osservare le opere degli altri.
"Perché non vieni a vedere il nostro banchetto?" Mi invitò ed io accettai all'istante.
"Certo"
Lui mi sorrise poi si diresse verso la porta ed io lo seguii.

Il corridoio era pienissimo e tutti erano tornati alle loro postazioni dietro le bancarelle.
Quando arrivammo al banchetto del club di arte rimasi sbalordita.
"Wow" Pronunciai solamente.
C'era il ritratto di mio padre. Ripeto... il ritratto di mio padre! Ed era perfetto. Mi domandai se lo avesse visto o se un giorno me lo sarei ritrovato a casa.
Alzai lo sguardo per osservare le altre opere e notai una ragazza dietro la bancarella che mi fissava entusiasta con un ragazzo.
"Loro sono Sasha e Vincent, ci sono altre persone eh! Però non qui ecco..." Me li presentò Erik e io gli sorrisi facendo lo stesso porgendo la mano ad una e poi all'altro.
"Piacere sono Laila"
"Piacere nostro"
"Siete molto bravi" Mi congratulai con loro che sorrisero compiaciuti ed abbassai lo sguardo sulla bancarella dove c'erano altri disegni tenendomi i capelli dietro l'orecchio in maniera tale da non ostacolarmi la vista.
"Anche Laila disegna" Disse improvvisamente Erik e io alzai subito lo sguardo sgranando gli occhi.
"Davvero?" Chiesero quei due entrambi sorridenti e sorpresi.
"Beh, sì un po' ecco..." Risposi distogliendo lo sguardo.
"Che ne dici di iscriverti?" Mi domandò infine Sasha.
Non sapevo come rispondere. A differenza del cheerleading, l'arte mi piaceva però c'era qualcosa che mi bloccava.
"Non sarai popolare ma giuro che ti divertirai veramente" Disse Erik e sembrò triste riguardo a ciò.
Io lo guardai e gli sorrisi.
"Non mi interessa essere popolare" Lo tranquillizzai. Non volevo essere popolare ma questa situazione era fastidiosa.
"Perfetto!" Esclamò Vincent d'un tratto, tant'è che saltai dallo spavento.
"Allora?" Domandò Sasha che continuava a sorridere sempre di più.
"Io non lo so, non sono brava come voi" Risposi intimorita.
"Imparerai" Continuò Erik ed io non seppi più come rispondere.
Suonò la campanella dell'ultima ora e loro rimasero immobili a fissarmi speranzosi.
Ma sì dai! Non trovavo altro club che potesse piacermi. Il club di arte era perfetto.
"Okok!" Esclamai e Sasha fece un salto dalla gioia mentre Erik mi abbracciò.
"Sì!" Pronunciò Vincent, si abbassò per prendere il foglio d'iscrizione e me lo porse.
"Devo andare ora, ho matematica" Dissi facendo qualche passo indietro.
"Ok! Domani ti mostreremo il nostro ritrovo" Concluse Erik entusiasta ed io li salutai voltandogli le spalle.
Ecco.
Un problema in meno.

Per tutta la lezione di matematica mi sentii profondamente a disagio.
Scarlett e Mike non facevano altro che fissarmi. La cosa peggiore è che non sapevo perché ma ovviamente lo avrei saputo dopo.
Suonò l'ultima campanella e si alzarono tutti con calma. Eravamo tutti stanchi in realtà.
Io feci con più calma di tutti, per via dell'accordo con papà.
Vidi Scarlett e Mike scambiarsi qualche parola poi dopo lei se ne andò irritata.
La professoressa ci salutò e se ne andò anche lei.
Poi pian piano rimasi sola o almeno così pensavo.
Mi misi lo zaino in spalla e mi diressi verso la porta quando mi venne sbarrata la strada.
"Che stai facendo?" Mi domandò infastidito Mike.
Prima saltai dallo spavento portandomi una mano al petto, dopo gli diedi uno spintone.
"Ma che diavolo ti è preso!?"
"Hai rifiutato le cheerleader per iscriverti nel club d'arte?"
Inarcai le sopracciglia e rimasi con la bocca aperta.
Chiusi gli occhi e sospirai per poi fissare il corridoio dietro le sue spalle.
"Tu devi essere pazza" Disse scrollando la testa.
Lì iniziai ad innervosirmi.
"Perché? Non fa per me essere una cheerleader e mi piace disegnare"
"Hai praticamente firmato le carte per la tua morte"
Ecco la risposta. Grazie Mike. Purtroppo lo sapevo già.
"Ah sì?"
Alzai le sopracciglia e feci finta di essere sorpresa come se me ne importasse davvero qualcosa.
"Verrai presa di mira ora"
Capitan Ovvio.
Chiusi gli occhi e sospirai lentamente.
"Perché ti interessa?" Gli domandai dopo fissandolo dritto negli occhi e lui si innervosì ancora di più.
"Perché sei così testarda?!"
Stavo per perdere le staffe. Iniziai a muovere nervosamente la gamba sinistra mentre continuavo a fissare il pavimento mordendomi il labbro inferiore.
Poi mi venne un'idea che avrebbe accontentato sia me che lui.
Alzai lo sguardo e feci un altro sospiro.
"Ok Mike... vuoi farti perdonare?"
Lui rimase un attimo a bocca aperta poi la serrò stringendo i denti.
"Sai la risposta" Disse distogliendo lo sguardo.
"Allora fa in modo che non accada" Gli suggerii semplicemente.
Lui tornò a fissarmi con aria confusa e corrugò la fronte.
"Eh?"
Me ne stavo pentendo ma dovevo farlo. Era l'ultima cosa che avrei voluto dirgli ma dovevo.
Se mio padre non sarebbe riuscito a cambiare nulla, ci avrei dovuto provare io.
"Sii mio amico"

Hai rovinato tutto... Di nuovoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora