Capitolo 11 - Tu sei pazzo!

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"Ciao María, come stai?" - le chiese con voce tenera nel messaggio che stava registrando per la sua segreteria visto che era notte fonda - "So che sarai in pensiero e vuoi sapere cosa ho fatto quindi ti dirò che sono ad Atene, nel nostro hotel. È stata Julia, lei ha scattato le foto e le ha inviate al giornale Cuore per cui lavora perché è gelosa di te." - sorrise dicendolo - "Ti crede la mia fidanzata (strano vero?) comunque non ti preoccupare ci penso io a risolvere la questione, domani vado  a denunciarla. Tu stai tranquilla, ti voglio bene".

Il mattino seguente María prese il telefono per ascoltare i messaggi in segreteria mentre faceva colazione e ad un tratto sentì il suo messaggio - "Ramón!" - esclamò come a volerlo ammonire a distanza poi compose il suo numero e attese - "Pronto?"

"Ramón tu sei pazzo!"

"Buongiorno anche a te María!" - le rispose sorridendo - "Deduco che tu abbia ascoltato il mio messaggio..."

"Deduci bene, come ti viene in mente di rovinare le tue vacanze riprendendo un aereo e tornando in Grecia?" - gli chiese leggermente arrabbiata ma soprattutto tanto intenerita per quel gesto - "L'ho fatto per te, perché so che ci stai male e io non voglio saperti triste se posso evitarlo..."

"Tu sei troppo buono.."

"E tu troppo dolce!"

"Dolce? Dopo che ti ho telefonato in questo modo?"

"Sì, perché ti preoccupi per me, qualcun altro lo avrebbe preso come un atto giusto e fine"

"Basta con tutti questi complimenti che non merito, grazie per quello che hai fatto e scusami per questa telefonata" - gli disse sorridendo - "Tranquilla mi ha fatto piacere sentirti, come ci organizziamo per le prossime due settimane? Visto che sei in vacanza non vorrei disturbarti..."

"Beh visto che la maggior parte delle scene che avremo sono di azione potremmo sentirci il mercoledì sera se per te va bene e ripassare una volta le tue e una le mie"

"Sì perfetto"

"Bene, a mercoledì"

"A mercoledì".

In quelle due settimane di vacanza riuscirono a riposarsi ed erano felici di non dover correre sempre avanti e indietro dal set, avevano tempo per loro, per rilassarsi, per vedere amici, per leggere, però inevitabilmente sentivano la mancanza dell'altro. Entrambi avevano un mare di confusione in testa ed erano molto timidi, a volte non sembrava, ma era così, quindi non sapevano se vedevano l'altro come un collega, un amico, un amante o un possibile compagno, sapevano però che si volevano bene e insieme si trovavano a meraviglia.
Era davvero strano il loro rapporto, si erano incontrati per caso e subito erano entrati in sintonia. Nei primi giorni di vacanza María poteva sentire nella sua testa tutte le cose che le avrebbe detto Ramón se in quel preciso istante fosse stato lì con lei, la divertiva quando fingeva di essere un cattivo ragazzo, quando la provocava con battute o complimenti, adorava la sua timidezza, la sua dolcezza e il suo fascino. Purtroppo non aveva ancora avuto l'occasione di vederlo al lavoro ma aveva la certezza che fosse molto bravo. Ovviamente anche lui sentiva la mancanza di lei, non tanto perché le mancava poterla guardare, specialmente mentre fumava, lo faceva davvero impazzire, ma perché non poteva godere sempre della sua allegria, della sua dolcezza e simpatia. Finalmente però era tornato il momento di vedersi! Quella stessa mattina avrebbero preso il volo che li avrebbe riportati ad Atene ed erano entrambi agitati perché sapevano di dover girare la loro prima scena insieme. In realtà ancora non avrebbero interagito tra loro però era lo stesso il sapersi lì insieme per la prima volta che li agitava.

Luglio 1995, Atene.

María era appena scesa dall'aereo e stava andando a prendere il suo bagaglio quando vide un uomo prendere la sua valigia - "Ehi scusi! È la mia valigia!"

"È per questo che l'ho presa!" - le rispose voltandosi - "Anche qui ti ho tra i piedi?"

"Non puoi lamentarti di questo! Non mi hai visto per due settimane!"

"E per fortuna!" - aggiunse lei ridendo - "Ora mi offendo..." - commentò lui guardandola e mettendo il broncio - "Avanti Ramón Ibarra, non mi compri così!" - la guardò ancora un po' e la vide cedere dandogli un rumoroso bacio sulla guancia - "Ora dammi la mia valigia e andiamo che il taxi non aspetta in eterno!"

"Solo se mi permetti di prenderti per mano" - María lo guardò malissimo e poco dopo ricevette un bacio sulla guancia da lui - "Scherzo, non mi guardare così male, era solo per dirti che mi sei mancata tanto" - lei si sarebbe sciolta davanti a quelle parole ma riuscì a rimanere "composta" rispondendogli solo con un dolce - "Anche tu" - accompagnato da un tenero sorriso che contagiò anche lui.

L'incantatrice, quando tutto ebbe inizio. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora