Capitolo 63 - Ti amo

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Fortunatamente erano riusciti a sistemare tutta la cucina; María preparò la tavola decorandola finemente e poi si andò a cambiare.

Per l'occasione decisero tutti di vestirsi in modo elegante, in realtà era più una sfida che aveva lanciato Miguel - "Chi si veste nel modo più elegante è colui che prende Parco della Vittoria a Monopoli" - sapendo l'implicazione di quella sfida ognuno era andato nella sua camera e aveva cercato tra i vestiti  per scegliere il più bello.
María si cambiò varie volte essendo molto indecisa poi trovò un vestito che aveva comprato per una cerimonia, ma che alla fine non aveva mai messo, era di alcuni anni prima quindi non sapeva nemmeno se le andasse ancora bene ma lo provò. Quando si guardò allo specchio rimase stupita - "Se perdessi un chilo o due non sarebbe male ma non ti puoi lamentare..." - soddisfatta e sorridente per aver trovato l'abito giusto si truccò e sistemò i capelli.

La principessina della casa non ci mise molto ad individuare il vestito perfetto adornandolo, ovviamente, con la coroncina che le aveva regalato Ramón l'anno prima

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La principessina della casa non ci mise molto ad individuare il vestito perfetto adornandolo, ovviamente, con la coroncina che le aveva regalato Ramón l'anno prima. I due ragazzi passarono una buona mezz'ora a fissarsi allo specchio per essere impeccabili mentre lui andò a colpo sicuro su un completo classico di colore blu al quale abbinò una camicia bianca ed un papillon.

"Siete pronti?" - chiese María urlando - "Sì" - le risposero tutti - "Allora al mio tre usciamo insieme: uno... due... tre!" - uscendo dalle varie stanze tutti rimasero a bocca aperta guardando la bellezza di María mentre lei fece passare il suo sguardo su tutti quanti - "Sei meravigliosa mamma!" - le disse Aida. Miguel e Gabriel concordarono con lei mentre Ramón non riuscì a dire nulla - "Tu non dici niente?" - chiese la piccola - "Appena riesco a trovare un aggettivo per descrivere la sua bellezza te lo dico" - María arrossì e cercò di distrarli - "Anche voi siete bellissimi! E ora andiamo a cena, su!"

"No mamma manca la cosa più importante: la votazione e la sfilata. Andate tutti a sedervi sul divano, vi porto le palette per votare" - andò in camera a prenderle e ne diede una ciascuno - "Bene ora dalla più piccola al più grande procederemo alla sfilata e alla votazione. Non barate e siate sinceri".
Aida fu la prima a sfilare e totalizzò 35 punti, Miguel e Gabriel 32, María 40 e Ramón 37 - "Mamma hai vinto! 40 punti!"

"Grazie, ma non me li merito"

"Noi crediamo di sì, sei favolosa" - le rispose Ramón - "Bene basta così, a cena!"

"Mami una foto!" - la supplicò la piccola e lei acconsentì.

Decisero di mettersi in posa come una seria e facoltosa famiglia, Ramón fece partire l'autoscatto e si andò a posizionare al fianco di María. Scattate le foto decisero di provare una seconda posa, quella buffa. Essendo Ramón regista posizionò ognuno di loro.

Mise Miguel al centro, mostrando i muscoli come un culturista, María appoggiata con le braccia sulla testa del figlio, facendo una linguaccia e incrociando gli occhi, poi aiutò Aida a sdraiarsi a pancia in su sulla schiena di sua madre spuntando con la testa vicino a quella di María. Per completare il quadro Gabriel si posizionò sotto al braccio di Miguel facendo finta di sentire puzza e per ultimo Ramón incastrò la sua testa nell'altro braccio di Miguel facendo finta di essere strozzato; riuscirono a mantenere quella posizione solo per dieci secondi poi iniziarono a cadere uno ad uno.

"Bene, per oggi abbiamo fatto abbastanza acrobazie" - disse María prendendo al volo Aida prima che cadesse e tutti insieme si diressero in cucina.

Trascorsero la cena ridendo e appena finirono il dolce María dovette confessare loro qualcosa - "Sono davvero felice di poter passare questa serata con voi! Credevo di cenare con i miei figli e poi chiudermi in camera..."

"E invece siamo venuti a costringerti ad essere felice" - le ricordò Ramón - "E per questo vi ringrazio infinitamente" - si alzò per dare un bacio a ciascuno e poi sparecchiò.

Miguel e Gabriel prepararono tutto l'occorrente per giocare a Monopoli, distribuirono: soldi, proprietà e pedine mentre Aida andò in braccio a Ramón per farsi coccolare prima di prendere il suo posto per giocare.

Dopo due ore Aida dovette dichiarare bancarotta, si era indebitata oltremodo con sua madre e non aveva altre opzioni - "Vieni qui con me Aida, così mi aiuti" - le disse Ramón prendendola in braccio - "vedrai che unendo le forze porteremo tua madre al fallimento"

"Non ci sperate" - li avvertì lei. Lui e Miguel dipendevano unicamente dalla fortuna; in alcuni momenti erano pieni di soldi ed in altri erano quasi al verde mentre Gabriel riusciva a tener testa a María.

Passata un'ora e mezza Miguel dovette a sua volta dichiarare bancarotta mentre Gabriel iniziava ad avere dei problemi e Ramón stava diventando il secondo strozzino della partita grazie ai suggerimenti di Aida che conosceva molto bene sua madre - "Proponile un cambio" - gli sussurrò all'orecchio - "Fatti dare Viale Costantino e dalle la stazione Nord più la differenza"

"Ma lei ha le altre tre!"

"Sì ma tu puoi costruire delle case e così la metti in difficoltà" - siglarono il patto stringendosi la mano e continuarono a giocare per un'altra mezz'ora.

Erano arrivati ad un livello di parità e le cose non erano più così divertenti - "Io proporrei di andare a nanna"

"No mamii voglio giocare ancora" - protestò la piccola - "Ma se non riesci a smettere di sbadigliare!"

"Per favore..."

"Ancora qualche minuto però vieni in braccio a me così se ti addormenti ti porto a letto" - acconsentì e si mise in braccio a lei tenendosi stretta con le braccia intorno al collo. María e Ramón continuarono a giocare fino a che non si accorsero che Aida si era addormentata così lei si alzò e la portò in camera.

"Gabriel è ora che vada a letto anche tu, su. Miguel raggiungi tua sorella?"

"Sì arrivo, metto via"

"Non ti preoccupare, ci penso io" - nell'arco di dieci minuti i ragazzi erano a letto e Ramón finì di sistemare soldi e case che erano sparsi ovunque.

"Ora ti preparo il letto" - lo avvisò María arrivando in sala con le lenzuola e due cuscini - "Ti aiuto" - si offrì lui - "Non ce n'è bisogno vai pure a lavarti"

"Tu rimani sveglia?"

"Ancora dieci minuti poi vado anch'io perché sono stanchissima"

"D'accordo, allora mi sbrigo, torno subito" - lei in due minuti aprì il divano e fece il letto poi si sdraiò un attimo e senza accorgersene si addormentò. Tornato in salone la vide dormire e gli fece tenerezza, rimase lì alcuni secondi a guardarla senza capire cosa fare poi, a malincuore, decise di svegliarla - "María..." - lei sbatté le palpebre confusa e se lo trovò davanti. Si alzò di scatto scusandosi e ricadde in braccio a Ramón che aveva già previsto la sua caduta - "Ti devi alzare piano, non è la prima volta che te lo dico!" - la ammonì - "Devo ricordarmelo" - gli rispose cercando di alzarsi ma lui esercitò una piccola pressione sul suo fianco per farla rimanere lì con lui - "María..." - iniziò a dirle guardandola negli occhi - "c'è una cosa che vorrei dirti da un po' di tempo..." - prese coraggio e parlò - "Se tu lo volessi lascerei Helena per stare con te" - María lo guardò senza trovare le parole per rispondergli, iniziò a sentire caldo e sentì il bisogno di alzarsi - "Ramón..." - iniziò a dirgli e lui sorrise per tranquillizzarla, in un certo modo ci riuscì - "Scherzavi! Diamine devo smettere di prenderti sul serio!" - lui rimase spiazzato.

Forse era meglio così, forse era ancora troppo presto - "Buonanotte"

"Buonanotte".

L'incantatrice, quando tutto ebbe inizio. #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora