CAPITOLO 12

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La lettera mi tremava in mano, non riuscivo più a mettere a fuoco nulla, no riuscivo più a reggermi in piedi; avevo paura di pensare, di respirare...
La stanza si muoveva... piano... poi veloce... stava diventando buio... non sentivo più nulla...
Mi svegliai a terra, non so quanto tempo era passato da quando ero svenuta. Non osavo muovermi da terra; iniziai a piangere in silenzio. Sentivo le mie lacrime scorrere sulle guance; volevo smettere di piangere, ma non ci riuscivo. Volevo alzarmi, ma non ci riuscivo. Volevo combattere contro chi feriva, ma avevo paura. Volevo smettere di essere una codarda, ma mi era impossibile. Rimasi a terra per un tempo indescrivibile; fuori, iniziò a piovere. Rimasi in silenzio ad ascoltare le gocce di pioggia infrangersi sulle finestre; mi sembrava che assomigliassero un po' a me: anche se riescono a superare degli ostacoli, come il vento e le foglie, la loro sorte non cambia... perderanno comunque. Il loro destino è quello, come il mio. Loro si "sacrificano" per far nascere nuove piante, io mi sacrifico per salvare il Mondo. Rimasi a terra un altro po' ad ascoltare la pioggia; mi stava calmando. Quando finalmente riuscii ad alzarmi, raccolsi la lettera che era caduta a terra e presi un accendino; la bruciai. Dopo aver pulito le ceneri, mi feci una doccia; stavo riflettendo sulla lettera e sul suo contenuto. Pensai che fossi una sciocca, magari era stato un vicino di casa che voleva farmi uno scherzo... no... nella lettera era scritto il mio vero nome... chi poteva essere?
Mi venne un'illuminazione. C'era un uomo, alla Valle, che continuavo a vedere sempre... una sera, lo vidi parlare con il Maestro. Che sia una sua "spia"?
...
No.
L'ultima volta, lo aveva cacciato dalla Valle. Doveva essere anche lui una creatura mistica, visto che aveva parlato con il Maestro nella "nostra" lingua.
Uscii dalla doccia ancora più preoccupata di prima; avevo un nodo allo stomaco. Quella sera non mangiai. Mi misi a letto e caddi in un sonno profondo.
La mattina seguente mi svegliai di malumore; non avevo dormito bene. Presi l'accappatoio che avevo messo su una sedia e mi indirizzi verso la cucina; avevo molta fame, visto che la sera prima non avevo mangiato niente. Appena misi piede in cucina, mi resi conto che neanche quella mattina avrei mangiato. Sul tavolo c'era una rosa rossa e una lettera. Come se stessi camminando in un campo minato, mi avvicinai alla lettera e l'aprii con molta cautela; inorridii alla vista di quella frase:
《Sei bellissima mentre dormi.》
Aprii un cassetto e presi un coltello; iniziai a girare per tutta casa, a guardare negli armadi, sotto il letto, nello sgabuzzino, per vedere se ci fosse qualcuno, ma niente. Mi avviai verso la porta d'entrata, per vedere se era stata forzata. Niente.
L'unica cosa che potevo fare era andare a comprare delle telecamere da nascondere nella casa e chiamare un fabbro per far sostituire la serratura.
-
Qualche ora dopo, tornai a casa. Installai le micro telecamere in tutta casa ed aspettai l'arrivo del fabbro.
Il giorno cedeva il posto alla notte.
Prima di andare a dormire, presi un coltello e feci il giro della casa, poi lo nascosi sotto il cuscino. Spensi le luci e mi misi a letto; non volevo dormire, volevo solo fingere. Mi passavano per la testa tanti pensieri...
Fui svegliata dalla luce che mi colpiva gli occhi con violenza. Mi alzai di scatto e presi il coltello; mi resi conto che non c'era nessuno in camera mia, era solo la luce del sole. Mi guardai intorno disorientata; mi alzai dal letto e mi diressi in cucina per vedere se c'era qualcosa. Nulla. Feci il giro della casa e non trovai nulla. Ero sollevata; presi il computer, per vedere le registrazioni della telecamere e...

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