CAPITOLO 19

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Al suo interno trovai un libro; era un romanzo rosa. Richiusi il pacco per vedere chi fosse il destinatario, ma non c'era scritto nessun nome; rimasi un po' interdetta, ma poi pensai che forse qualcuno mi inviò quel libro per farmi un regalo, ma voleva restare anonimo. Lo aprii ed iniziai a leggerlo.
Qualche ora dopo finì il libro; era magnifico... avevo le lacrime agli occhi. Era un romanzo rosa come tanti, ma aveva un qualcosa di speciale. Mi aveva fatto sentire meglio, avevo di nuovo speranza nel mio cuore; decisi che l'avrei riletto.
La sera arrivò e come sempre facevo le solite cose: cucinavo la cena, mangiavo, mi facevo una doccia e mi mettevo al letto e parlavo al telefono con Misa.
Avevo appena finito di parlare con Misa, che qualcuno bussò alla mia porta; mi alzai da sotto le coperte e andai ad aprire. Era Tory; diceva che qualche giorno fa qualcuno, per sbaglio, aveva imbucato una lettera indirizzata a me, nella sua casella postale. Si scusò per essersi dimenticata di darmela prima. Le dissi che non importava e la salutai.
Di corsa andai sotto le coperte; guardai l'esterno della busta, ma non c'era scritto il nome del destinatario. Non so perché fossi emozionata, ma non vedevo l'ora di leggerla. L'aprii: era una poesia:

"Amico mio Sole che splendi alto nel cielo,
sappi che qui sulla Terra c'è chi splende più di te...

O mia dolce Luna che illumini le notti
con l'incanto del tuo pallido chiarore
non ti stupire se la tua bellezza è stata superata...

... e a te, Ruscello limpido e vitale che scorri gaio nella valle,
non hanno ancora raccontato della Sua freschezza e della Sua purezza?

... O Rosa gentile e profumata non essere triste
se la tua delicatezza, grazia e fascino non reggono il confronto...

Amico Sole, dolce Luna, gaio Ruscello, Rosa gentile
voi che della bellezza della Natura siete la massima espressione,
inchinatevi al passaggio di Colei che il Signore creò
come supremo esempio di meravigliosa perfezione."

Stavo sorridendo... non avevo mai
letto qualcosa di più bello.
Stavo sotto le coperte, al caldo, ero cullata da quelle parole e da un pensiero... avevo un ammiratore segreto. La cosa mi piaceva a dir poco molto, mi sentivo amata. Ripensai anche al romanzo rosa che mi aveva inviato... avrei voluto una storia d'amore come quella. Le cose stavano andando nei migliori dei modi: avevo una bella casa, dei nuovi amici, uno spasimante... continuai a ridacchiare per un po', ma ero troppo stanca; sprofondai in un sonno profondo.
La mattina seguente, mi svegliai, mi vestii e uscii di casa.
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Stavo dentro l'aula, vicino a me si era sedette Margaret, una mia nuova amica. Tra tutti, lei era quella con cui mi trovavo meglio; era una bella ragazza: alta, magra, capelli rossi e occhi verdi. Era una ragazza simpatica ed esuberante ma responsabile e seria quando serviva.
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L'ora delle lezioni era passata; avevo appuntamento con gl'altri ragazzi del corso al bar. Ero arrivata in anticipo, ma non rimasi sola a lungo: Vince.
Mi fece un cenno con la mano; io ricambiai. Si mise seduto vicino a me ed iniziammo a parlare; era un tipo misterioso, capelli neri e occhi azzurri. Aveva un carattere "particolare" ma era simpatico; mi sentivo a mio agio stare a parlare con lui. Dopo un po' di tempo, ricevetti un messaggio dai miei amici: non potevano più venire, dovevano andare a studiare per il test del giorno dopo. Per me non c'era problema, avevo studiato i libri di testo per un anno.

Io e Vince stavamo passeggiando per Central Park; mi parlò di molte cose: di come aveva conosciuto Tory, mi disse che l'amava ma non era sicuro che lei la vedesse allo stesso modo.
Continuammo a passeggiare e camminare per un'altra ora, dopodiché ci salutammo e ci avviammo verso le nostre case.

La serata trascorse serena; niente ragazzo in nero e nessun spettro di DemoneAngelo.
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Ero arrivata in anticipo all'università. Volevo chiedere di passare al secondo anno in anticipo; per questo avrei dovuto fare un test la settimana seguente. Arrivai nella mia aula; ero l'unica ad essere presente. Mi indirizzai verso il posto dove mi siedo di solito ma, ad attendermi, c'era una sorpresa... Una rosa rossa. Non c'era nessun biglietto; sorridevo. La presi in mano e la portai al naso; il suo odore era come la vita, i petali mi sfioravano le labbra... sorridevo, sorridevo e basta.

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