Ero spaventata ma allo stesso tempo felice.
Mi toccai la fronte per vedere se sanguinavo ancora; toccai un benda sulla mia fronte, quando Mihael mi prese la mano e l'allontanò dicendomi che dovevo stare attenta a non toccarla troppo.
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Stavo cucinando qualcosa a casa di Mihael; ormai vivevo insieme a lui da circa due mesi e le cose non potevano che essere perfette.
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Lavoravo all'ospedale di New York come medico psichiatra; stavo quasi per terminare il turno e svolgevo le solite cose: aggiornavo le cartelle cliniche dei pazienti, prescrivevo le medicine che dovevano assumere e riordinavo il mio studio.
Quando fui sui corridoi dell'ospedale, mi resi subito conto che qualcosa non andava... non c'era nessuno, le luci erano sfumate e c'era un silenzio di tomba. Percorsi incerta i corridoi, guardando con circospezione la zona; sentivo come una presenza dietro di me... Quando mi girai, vidi una donna, pelle bianca, occhi azzurri e capelli castani; indossava un lungo vestito nero, stile vittoriano. Mi avvicinai lentamente a lei, chiedendole se si fosse smarrita; più mi avvicinavo più quella donna mi ricordava qualcuno... me.
Quando fui vicina a lei, notai i suoi canini: erano troppo lunghi, come quelli dei felini; la guardai più attentamente, non sembrava umana, sembrava più un DemoneAngelo. Le chiesi chi fosse e cosa ci faceva lì, ma lei, in tutta risposta, mi abbracciò.
Rimasi interdetta; la scostai da me e le chiesi chi fosse. Lei mi rispose:《Piccina mia, sono tua madre. Sono venuta a riprenderti.》
La guardai inorridita e sconvolta.
Dopo avermi sorriso, mi disse che se volevo vederla ancora, sarei dovuta andare nel mio appartamento; volevo farle mille domande, ma assunse un espressione fin troppo familiare: era lei lo spettro del DemoneAngelo...《Corri piccina mia, corri...》
Dopo aver detto queste parole, si fiondò nella mia direzione. Iniziai a correre a gridare, quando fui fermata da delle mani; quando riaprii gl'occhi, vidi che c'erano dei medici e degli infermieri che mi tenevano e che mi chiedevano cosa fosse successo. Mi guardai intorno tremante: era tutto tornato alla normalità. Balbettai qualcosa, dicendo che qualcuno mi aveva inseguita; calmatami leggermente, uscii dall'ospedale. In quel momento avevo un bisogno vitale di Mihael, ma a quell'ora, lavorava in un laboratorio di analisi chimiche.
Stavo tornando al nostro appartamento per calmarmi un po' prima che Mihael ritornasse, quando sentii bussare qualcuno alla porta. Erano Tory e Vince; vedendoli, mi sentii meglio. Li invitai ad entrare, ma dicevano che andavano di fretta: volevano solo darmi un invito. Ci salutammo e se ne andarono.
Mi misi seduta sulla poltrona, ed aprii la busta: era un invito per una festa in spiaggia per me e per Mihael; la cosa mi sembrò un po' strana visto che era ancora inverno, ma sembrava un'idea carina e diversa. La appoggiai sul tavolo e mi misi a dormire per un po'.
Quando mi risvegliai, Mihael era già di ritorno; aveva letto la lettera e anche lui la trovava un'idea carina.
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Era il giorno della festa in spiaggia ed io non sapevo come vestirmi; alla fine, optai per un paio di jeans larghi con le bretelle cadenti, una maglia pesante sul rosso, un giacchetto con le maniche tre quarti di pelle, un paio di tronchetti neri col tacco ed un paio di guanti di pelle in rosso fino ai gomiti.
Finii di prepararmi legandomi i capelli in una coda e truccandomi: il rossetto rosso non poteva mancare.
Potevo permettermi di mettere un paio di scarpe col tacco perchè la festa si sarebbe svolta in una sala vicino spiaggia.Arrivammo alla festa; Tory e Vince ci accolsero calorosamente. Mi portarono verso il loro gruppo di amici per presentarmi.
Stavano fuori, sul terrazzo, solo loro: un gruppo separato da gl'altri.
Quando arrivammo, tutti mi accolsero con un enorme sorriso sulle labbra; io ricambiai altrettanto volentieri.
Mentre li stavo guardando uno ad uno, mi resi conto che tutti avevano le collane. Credo che la mia espressione cambiò, perchè vidi tutti sorridere e guardarmi con tenerezza, come quando un bambino piccolo dice una sciocchezza. Vince mi disse che le creature mistiche erano più numerose di quanto pensassi; metà di loro erano ninfe mentre l'altra metà erano Dei del Buio. Quando dissi la mia "specie", ci fu un lungo silenzio imbarazzante, composto da sguardi stupiti. Quel silenzio fu rotto da Tory, iniziando a parlare di una cosa totalmente differente. Il discorso di prima sciamò in un batter d'ali e parlammo del più e del meno; dopo qualche bicchiere di vino divenni parecchio brilla, ma solo in quel momento mi resi conto che Mihael non era vicino a me. Mi girai per vedere dove fosse; lo vidi che stava parlando con un'altra ragazza: alta,bionda, vestita con un abito rosa ed un giacchetto bianco. Stavano vicini, troppo vicini per i miei gusti; dopo poco tempo che li osservai, Mihael la prese per mano e la portò fuori dalla stanza. Li seguii con lo sguardo, ma andarono in un posto dove non li potevo vedere; alzai un sopracciglio, mi dava parecchio fastidio, ma non volevo rovinare quella bella serata con i miei nuovi amici "speciali". Così continuammo a parlare ed io, alla fine della festa, ero completamente ubriaca.
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La mattina seguente mi svegliai nel letto, con un forte mal di testa e con la nausea. Sentii delle voci provenire dal salone, mi coprii le orecchie con il cuscino: il rumore mi dava fastidio.
Non riuscii ad attenuare il rumore, quindi ascoltai con più attenzione quelle voci; pensai fosse la televisione accesa, ma poi mi resi conto che era la voce di Mihael e una voce femminile: stavano ridendo di gusto. Quando tentai di alzarmi dal letto, mi resi conto che ero ancora vestita come la sera prima; i miei vestiti puzzava di alcol e questo mi nauseava ancora di più. C'era un bagno dal quale si accedeva solo dalla camera da letto; mi feci una doccia e mi misi qualcosa che non puzzasse di alcol, dopodiché uscii dalla stanza e mi diressi in salotto. Quando arrivai, c'era Mihael e una ragazza seduti sul divano: era la ragazza della festa; quando mi videro, smisero di ridere come prima e con fare imbarazzato, si guardarono l'un l'altro. La ragazza si avvicinò a me per presentarsi: era parecchio più alta di me, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri; il suo nome era Amy. Mihael disse che dopo che me n'ero andata all'orfanotrofio, un mese dopo arrivò Amy e con lei fece subito amicizia; si erano incontrati alla festa della sera prima e decisero di passare un po' di tempo insieme per raccontarsi ciò che era successo negl'anni in cui non si erano visti. Mi dava fastidio la sua presenza, il modo in cui guardava Mihael e come gli parlava.
Lo sguardo mi ricadde sull'orologio; quel giorno dovevo incontrarmi con i miei amici "speciali" alla biblioteca delle creature mistiche alle 10:30: erano le 10:00. Mi precipitai in camera, indossai qualcosa e corsi verso la biblioteca.
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Mi ero già trasformata in AngeloDemone quando vidi i miei amici; erano tutti seduti ad un tavolo; mi diressi verso di loro e mi sedetti. Parlammo per circa mezz'ora, dopodiché ognuno di noi andò nel "reparto" dedicato alla propria categoria.
Stavo cercando un libro che mi potesse interessare, quando udii il mio nome, il mio vero nome. Mi girai e vidi mia madre; anche se era un DemoneAngelo, era bellissima. Si stava scusando per quello che aveva fatto, ma voleva soltanto proteggermi: non voleva che soffrissi come soffrì lei. Poteva essere un mostro per gl'altri, ma per me era sempre mia madre; andai nella sua direzione e l'abbracciai. Non sapevo da quanto tempo desideravo abbracciarla, la mia mamma... la mia mamma...
Parlammo di molte cose e rimanemmo d'accordo che ci saremo incontrate nel mio appartamento.Stavo tornando a casa ed ero troppo felice; avevo deciso che avrei raccontato tutto a Mihael, del fatto che sono una creatura mistica, di mia madre e del mio destino, ma non ci riuscii...
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Io sono Vera...
FantasySono Vera. Posso sembrare una ragazza semplice, timida e introversa. La mia vita mi sembrava normale, come quella di tutti, tranne per un piccolo particolare: sono speciale, o così mi ritengo io. La mia vita non è mai stata facile, ma c'è qualcosa...