CAPITOLO 24

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La mattina seguente mi svegliai con dei terribili dolori; non era stato frutto di uno spettro di un DemoneAngelo: era stato tutto reale. Le lenzuola erano insanguinate e le mie ferite avevano quasi smesso del tutto di sanguinare; presi il telefono per vedere se Mihael mi aveva risposto. In quel momento mi interessava più di lui che di me.
Anche il telefono era ricoperto di sangue; da Mihael non ci fu nessuna risposta.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. Lo specchio era ancora rotto e il lavandino sporco di sangue; in quel momento realizzai che la vera gravità della situazione. Senza neanche pulirmi dal mio sangue, presi un sacco dell'immondizia e buttai dentro tutte le schegge dello specchio che avevo rotto la sera prima, buttai anche le lenzuola del letto e la mia camicia da notte. Presi uno straccio e lavai la pozza di sangue che c'era per terra e lavai anche il lavandino. Dopo aver ripulito casa, mi feci una doccia per togliere tutto il sangue; guardavol'acqua rossastra finire nello scarico della doccia. Quella volta me l'ero vista veramente brutta.
Mi asciugai e mi misi qualcosa addosso. Avevo studiato medicina ed lavoravo in un ospedale; non volevo dire a nessuno di quel che mi era successo, così decisi che ci avrei pensato da sola.
Presi la cassetta del primo soccorso, disinfettai un taglio ed iniziai a ricucirlo; a differenza di ciò che mi aspettavo, non mi face male. Ci misi un'ora per ricucirmi tutti i tagli della mano; presi una benda e mi avvolsi la mano, poi passai alla testa. Avevo un piccolo specchio che portavo con me nella borsa quando ero fuori: poteva bastare, doveva bastare. Sistemai lo specchio, disinfettai anche questo taglio e richiusi la ferita con qualche punto. Misi un piccolo cerotto, che potevo facilmente coprire con i capelli. Stavo per uscire da casa mia per buttare l'immondizia, quando mi resi conto che lasciai un'altra cosa sporca di sangue: il cellulare. Lo presi velocemente e in pochi minuti lo ripulì; buttai ache quel fazzoletto nel sacco e scesi.
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Quando ritornai a casa, portai con me il nuovo specchio che avrei sistemato nel bagno; era uno specchio speciale: era fatto di un materiale che non si poteva rompere, solo scheggiare.
Vidi che avevo ricevuto un messaggio sul telefono; guardai: era Mihael.

《Ti vorrei incontrare. Davanti al ristorante joe's alle 8:30.》

Dopo come si era comportato e dopo quello che avevo passato quella notte, non avevo voglia di vederlo. Gli scrissi semplicemente che stavo poco bene e che avremo dovuto rimandare; non rispose.
Il telefono trillò una seconda volta: era Misa e mi chiedeva di incontrarci allo stesso ristorante in cui Mihael mi aveva invitata a cena. Decisi di accettare il suo invito: avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, e a lei avevo già raccontato la mia storia...
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Ero arrivata al ristorante e quando entrai vidi Misa seduta ad un tavolo un po' più appartato rispetto agli altri; questo non poteva che farmi piacere.
Appena mi vide, fece un sorrisone e mi salutò con un largo gesto della mano. Mi avviai con un leggero sorriso sulle mie labbra; quando mi avvicinai a lei la salutai e l'abbracciai.
Notò subito il fatto che avevo la mano fasciata, mi chiese cosa fosse successo; le dissi di sedersi e le avrei detto tutto.
Avevamo ordinato da poco e stavamo aspettando le portate, intanto iniziai a raccontarle ciò che era successo la notte scorsa e di Mihael.
Sin da quando eravamo bambine, le avevo raccontato di lui e in quella sera potevo anche mostrarle anche una sua foto. Quando le dissi ciò che mi era successo di notte, Misa si preoccupò ancora di più , ma io la tranquillizzai.
Dopo che avevamo iniziato a mangiare, tutte le preoccupazioni e i discorsi negativi sciamarono in una chiacchierata allegra tra due amiche di vecchia data. Le cose sembravano andare per il meglio, quando vidi Misa spalancare gl'occhi; le chiesi cosa fosse successo e lei indicò dietro di me: era Mihael, insieme a una donna anziana. Quando lo vidi, rimasi impietrita; e se mi vedesse? Mi rigirai e chiesi a Misa di attrarre il meno possibile l'attenzione; lei, immediatamente, annuì con la testa. Mentre mangiavo, mi venne la curiosità di capire chi fosse quella donna anziana con cui Mihael era seduto al tavolo. Credo che anche Misa fosse incuriosita, perchè disse che voleva andare al bagno per sentire ciò che dicevano. In effetti, per arrivare al bagno, bisognava passare accanto al loro tavolo; dieci minuti dopo, circa, Misa tornò al tavolo un po' confusa. Mi chiese se Mihael fosse orfano e io le risposi di sì. Mi disse che aveva sentito Mihael dire a quella donna che gli dispiaceva che la sua ragazza, quella sera, non era potuta venire per fargliela conoscere, ma questa non fu la cosa che più mi turbò di ciò che disse Misa: Mihael aveva chiamato quella donna con il nome di "mamma". Sentendomi dire quelle parole mi strozzai con il vino che stavo bevendo. In quel momento, tutti i clienti del ristorante si voltarono verso di me, compreso Mihael...

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