Quel ragazzo mi faceva impazzire... con i suoi modi di fare di parlare...
Potevo usare i miei poteri per sapere chi fosse, ma non avevo minimamente voglia. Volevo rendere le cose interessanti.
Stavo sul letto, sotto le coperte e pensavo; pensavo a Mihael, se fosse il mio... e se non lo fosse stato?
...
Sentivo che avrei tradito l'unica persona che amavo nella mia vita; ma quel ragazzo mi piaceva, tanto, anche se lo conoscevo da poco, sentivo qualcosa per lui. Avevo promesso che gli avrei rivelato il mio nome... e così feci. Presi il telefono e iniziai a scrivergli un messaggio:
《La ragazza misteriosa domani ti dirà il suo nome.》
Aspettai una risposta che non tardò ad arrivare; qualche minuto dopo ricevetti un suo messaggio:
《Non vedo l'ora. Domani, sulla spiaggia alle 16:00》
Mi addormentai con un sorriso dormiente sulle mie labbra.
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Quella notte mi svegliai: nella camera mancava l'aria, non riuscivo a respirare.
Spalancai le finestre per far arieggiare la camera; il vento e la neve mi avvolesero nel loro abbraccio gelido. Stavo gelando, ma non m'importava; guardai i fiocchi di neve rincorrersi nella notte, guidati dal vento. Osservai meglio il gioco dei fiocchi, quando vidi una figura nera sfrecciare nel cielo, davanti alla mia finestra, per poi sparire. Caddi a terra gridando, rimasi immobile per qualche secondo; mi avventai verso la finestra per chiuderla.
Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla finestra per vedere se c'era ancora, ma quella figura nera era sparita.
Per un po' di tempo non avevo più avuto nessuna "visita" ma adesso erano ricominciate.
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Erano le tre e un quarto del giorno seguente e mi stavo preparando per incontrarmi con Mihael. Questa volta niente abiti; il giorno prima ero gelata. Indossai un paio di jeans, scarpe da ginnastica, un maglione rosa cipria e un pesante cappotto. I guanti, il cappello e la sciarpa non potevano mancare; non mi truccai per niente, ma le mie labbra erano rosse, come se avessi messo il rossetto. Le strofinai per vedere se fosse rimasto un po' di trucco dal giorno precedente, ma niente; le mie dita erano pulite. Uscii di casa e mi diressi verso la spiaggia; era una giornata bellissima per essere un giorno di autunno inoltrato a dispetto della notte scorsa: c'era un sole timido che dominava il cielo, qualche nuvola sparsa qua e là e un vento che mi scompigliava i capelli. Per fortuna, quel giorno non nevicava. Stavo quasi per arrivare alla spiaggia, quando vidi una persona vestita completamente di nero: era Mihael. Mi avvicinai a lui in silenzio; volevo spaventarlo e ci riuscì. Quando mi vide si mise a ridere e mi abbracciò; solo in quel momento mi resi conto veramente di quanto fossi bassa: gli arrivavo solo al petto. Prima che potessi dire qualcosa, mi chiese quale fosse il mio nome; gli risposi che l'avrebbe saputo nel momento in cui ci saremo salutati.
Mi tenne stretta a lui per qualche altro minuto e poi andammo sulla spiaggia e ci sedemmo sulla sabbia. La prendevo in mano e la lasciavo cadere; il vento era fortissimo. Lo sentivo infrangersi sul mio viso, sembrava che mi picchiasse; provai a coprirmi il viso con la sciarpa, ma non ci riuscivo. Smisi di pensare a come proteggermi dal vento, perchè mi resi conto che Mihael mi teneva la mano e mi guardava; mi disse che assomigliavo a una persona che aveva perso tanto tempo fa e che gli mancava molto.
Mi prese per mano e mi portò in un luogo sulla spiaggia dove non c'era nessuno; durante il tragitto, pensavo solo ad una cosa: è lui... è lui... è lui...
Il sole stava per tramontare, il colore si tingeva si colori caldi ed anche il vento sembrava non essere più irato.
Sulla spiaggia non c'era nessuno: solo noi e il mare. Non mi aveva ancora lasciato la mano, ma non mi guardava in faccia: guardava in basso. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, così lui iniziò a parlare:
《Pensavo fosse la mia migliore amica... ma non è così. Mi sono reso conto che più il tempo passava più l'amavo. Non la vedo da quasi sedici anni e questo mi ha quasi ucciso. Tu mi ricordi molto lei, e quasi ho sperato che tu sei la ragazza che tanto cerco. Ho solo bisogno di sapere il tuo nom...》
Finalmente ebbi il coraggio di dirgli il mio nome: "Vera".
In quel momento sentivo mille emozioni ognuna diversa dall'altra, pensavo che il cuore sarebbe uscito dal mio petto, quasi non riuscivo a respirare.
Sentii che mi stava scostando dal suo petto; mi guardava dritto negl'occhi, mi tolse il cappello e lo lasciò cadere per terra. Mi scostò i capelli dal viso e prese il mio viso tra le sue mani; mi guardava dritto negli occhi. Provò a dire qualcosa ma non gli uscii nessuna parola dalla sua bocca; mi avvicinai a lui il più vicino possibile, mi misi in punta e gli presi anch'io il viso tra le mie mani. Lo avvicinai al mio; le nostre fronti si toccavano, stava tremando, io invece sorridevo. Gli accarezzai la guancia con la mano, per poi sfiorargli le labbra con le mie; il calore mi penetrò fin nelle ossa, i nostri cuori formavano una melodia che solo noi potevamo comprenderne la bellezza. Con una mano mi teneva la testa, con l'altra era scesa fino alla schiena dove mi avvicinava ancora più vicino verso di lui. Gli cinsi il collo con le mie braccia e giocavo con i suoi capelli.
Chiuse gli occhi e mi baciò. Un bacio dolce, con il sapore di nostalgia, dolore e tanto amore. Era il bacio più bello della mia vita; le lacrime mi rigavano le guance. Non capivo mai le persone che piango per felicità, ma in quel momento li capivo; mi resi conto di come era bello piangere, piangere di felicità.
Sentivo il suo respiro, il suo cuore, le sue braccia che mi proteggevano da tutto il male del mondo. Avevo paura che era solo un sogno, un sogno che sarebbe presto finito; iniziai ad accarezzarlo convulsivamente, a baciarlo forte fino a quando non mi staccai dalle sue labbra e affondai il mio viso nel suo petto. Iniziai a piangere e a sussurrargli che non volevo perderlo ancora una volta.
Lui mi accarezzava dolcemente la testa e mi diceva che era lì e che non mi avrebbe più lasciata sola.
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Io sono Vera...
FantasySono Vera. Posso sembrare una ragazza semplice, timida e introversa. La mia vita mi sembrava normale, come quella di tutti, tranne per un piccolo particolare: sono speciale, o così mi ritengo io. La mia vita non è mai stata facile, ma c'è qualcosa...