CAPITOLO 25

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Rimasi immobile. Vedevo Misa agitata e sentii una mano sulla mia spalla; mi voltai e vidi Mihael. Mi prese per mano e mi portò fuori dal ristorante; appena usciti, con un gesto brusco, mi liberai dalla sua presa. Si girò verso di me ed iniziò quasi a gridare; mi disse che dopo tanti anni era riuscito a trovare sua madre e che voleva presentarmi a lei come la sua ragazza. Non pensai che sarei potuta essere arrabbiata con lui, ma in quel momento lo ero. Gli dissi che non ero la sua ragazza e che quella sera non avevo avuto voglia di vederlo; mi resi conto solo dopo del danno che avevo causato. Vidi i suoi occhi spalancarsi e inumidirsi, ma ero troppo arrabbiata; così entrai dentro al ristorante, presi il cappotto e me ne andai. Stavo sul ciglio della strada, aspettando un taxi; Mihael si avvicinò a me e, senza toccarmi, mi disse all'orecchio che gli dispiaceva di come si era comportato il giorno prima e pochi attimi fa. Io non dissi nulla. Vidi un taxi e salii dentro, senza neanche guardarlo, senza neanche salutarlo...
Stavo seduta sul sedile del passeggero, eravamo fermi nel traffico; nello specchietto, guardai la sua figura: aveva la testa rivolta verso il cielo e le mani sul viso. Mi si spezzò il cuore vederlo così.
Dopo quella sera, non vidi Mihael per un mese...
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Era inverno inoltrato, fuori nevicava ed io stavo sul divano, sotto le coperte, a sorseggiare una cioccolata calda. Il mio telefono stava vicino a me, nella speranza di ricevere un suo messaggio ma fino ad allora, il mio telefono non trillò. Avevo provato più e più volte a scrivergli un messaggio, ma non ne avevo il coraggio; iniziavo a pensare che avevo detto "no" ad una storia tra me e lui...
Ero assorta nei miei pensieri quando sentii il telefono suonare: era Mihael.

《Vorrei parlarti... se vuoi passa a casa mia, l'indirizzo lo conosci.》

Un timido sorriso apparve sulle mie labbra; gli risposi che sarei passata intorno alle 4:00. Dopo aver ricevuto il messaggio, iniziai subito a prepararmi; erano le 3:00 e quindi mi dovevo sbrigare. Mi feci una doccia, mi vestii ed uscii di casa.
Presi un taxi fino a casa sua, ma c'era del traffico e quindi arrivai in ritardo di 10 minuti. Stavo facendo le scale e più mi avvicinavo al suo appartamento, più il cuore mi batteva forte; stavo davanti alla porta e suonai il campanello. Dopo qualche secondo aprì la porta, mi salutò e mi fece accomodare.
Entrai dentro casa sua un po' imbarazzata, ma sapevo che di lì a poco mi sarei sentita a mio agio. Mi tolsi il giacchetto, il cappello, la sciarpa e i guanti; dopo i tagli che mi ero procurata, mi erano rimaste le cicatrici su tutto il braccio. Mihael entrò nella stanza per chiedermi se volevo un the caldo, quando vide le mie cicatrici; si avvicinò a me e mi prese la mano per vedere meglio. Le sue mani erano calde, a differenza delle mie; alzò lo sguardo e mi scostò i capelli dalla tempia, dove anche lì c'era la cicatrice. Mi accarezzò la fronte e mi chiese cosa fosse successo ma io gli dissi che era stato un incidente, che ero scivolata e avevo sbattuto contro lo specchio. Non sembrò credermi, ma non disse nulla.
Mi sedetti sul divano mentre aspettavo il the; la sua casa era bella: era abbastanza grande, principalmente sui colori bianco e nero, era pulita e luminosa. Mi piaceva.
Dopo poco tempo, arrivò anche lui e portò il the; lo presi, gli ringraziai e iniziai a sorseggiarlo. Mentre sorseggiavamo il the, parlammo di tutto tranne di ciò che era successo tra noi due; mi fece molto piacere evitare di discutere di quel argomento, perchè volevo lasciarlo alle spalle e guardare solo al futuro.
Mi alzai e andai in cucina per mettere la tazzina nel lavabo; quando mi girai, lo vidi vicino a me. Rimasi a guardarlo negli occhi e dopo un po' l'abbracciai;
Sentii che mise una mano sotto il mio maglione ed iniziò ad accarezzarmi la pelle. A quel tocco, affondai ancora di più nel suo petto; il mio corpo era pervaso da un brivido.
Mi sfilò il maglione ed iniziò a baciarmi; io ricambiai volentieri. Mi prese in braccio e mi adagiò sul letto; si mise vicino a me e mi baciò il collo, dopo mi abbracciò e mi tirò a sè. Mi stringeva così forte che non riuscivo a respirare; mi sussurrò all'orecchio se ero sicura di volerlo fare, io non riuscii a rispondere: mi stringeva troppo forte, ma mi piaceva. Dalla mia bocca non uscì nessun suono: annuì solo con la testa.

Le ore che seguirono furono perfette. Non era stato come dicevano le persone, era stato solo zucchero; le sue carezze, i suoi baci, il suo respiro resero le cose dolcissime. Dopo essere entrati in intimità, sentivo che il nostro rapporto era diventato più stretto.
Mihael mi baciava il corpo, ma io volevo vederli gli occhi, così lo tirai verso il mio viso e lo baciai, come se fosse l'ultima cosa che avrei fatto al mondo. Mi sussurrò all'orecchio:
《Sei un pezzo di paradiso caduto sulla Terra.》
Le sue parole mi cullavano e mi faceva sentire speciale. Poco dopo si addormentò su di me, ed io gli accarezzavo i capelli e il viso. Dopo un po',  mi addormentai anch'io, tra la melodia dei nostri cuori.

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