CAPITOLO 6

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Non ci potevo credere. Ecco cosa mi stava succedendo!
La sensazione di felicità per aver capito quello che mi stava succedendo, stava lasciando il posto ad una sensazione soffocante. Facevo fatica a respirare: caddi a terra ed iniziai a piangere. Ero spaventata, ma mi feci coraggio e mi rialzai. Cercai tra gli scaffali colmi di libri quello che riguardava gli AngeliDemoni.

~AngeliDemoni~

Trovato. Un'intera libreria era dedicata agli AngeliDemoni. Guardai velocemente i titoli dei libri;

~L'inizio~

Potevo iniziare a leggere quello. Guardai l'orologio: dovevo andare. Quella sera non andai neanche a mangiare.
Sgattaiolai fino in camera mia, mi tolsi il mantello e mi misi seduta al tavolo. Aprii il libro con sicurezza ed iniziai a leggere.

{Nell'infinito Universo, le creature mistiche che regnano sono gli AngeliDemoni. Essi possono essere di Sangue Puro o Mezzosangue. Coloro che sono di Sangue Puro sono delle Divinità sin dalla loro nascita. I Mezzosangue sono estremamente rari e sono enormemente più forti dei Puro Sangue. La leggenda narra che esiste solo una dinastia di Mezzosangue, nata dall'imperatore Satron McFilltrap e dall'antica principessa giapponese Layla. I discendenti sono andata persi, ma la leggenda narra che la decima generazione sarà la generazione Suprema.}

Continuai a sfogliare il libro per vedere se ci fosse il capitolo sui Mezzosangue.

~Mezzosangue~

{Dei Mezzosangue si sà poco. Trascorrono la loro vita nella forma umana per poi trasformarsi in AngeliDemoni quando muoiono. Essi possono scoprire di essere delle creature mistiche, come possono vivere senza sapere nulla al riguardo.
Una volta trasformati non si può più avere alcun contatto fisico con un umano, ma ne possono trasformare solo un umano di sesso opposto al proprio in un AngeloDemone. Per trasformare un umano in una Divinità, è necessario baciarlo nell'esatto momento in cui esso esala l'ultimo respiro.}

Presi due fogli di carta. Su uno iniziai a scrivere le cose che avrei dovuto cercare il giorno seguente in biblioteca. Sull'altro invece... iniziai a scrivere una lettera indirizzata al proprietario dell'orfanotrofio in cui io e Mihael eravamo stati.
La mano mi tremava, facevo fatica a scrivere: era giunto il momento di vedere di nuovo Mihael.
Chiusi gli occhi, sospirai ed iniziai a scrivere. Mi fermai quasi subito: la mia calligrafia era cambiata. Ero sorpresa, ma era bellissima. Sembrava un po' come la scrittura delle donne di un secolo fa: era elaborata, fine ed elegante.
Oltre questa sorpresa, nient'altro mi fermò dal scrivere la lettera.
Il giorno seguente, andai ad imbucare la lettera.
I giorni passavano ed io aspettavo con ansia la risposta; gli allenamenti, intanto, andavano avanti: ormai ero diventata una dei migliori.
-
Finalmente era arrivata Domenica.
Come da programma, mangiai qualcosa alla mensa e poi andai alla biblioteca. Quella vecchia biblioteca non mi spaventava più ormai, anzi, mi sentivo perfettamente a mio agio a starci dentro. Era alta ed imponente, le finestre erano anch'esse alte e strette ed erano dipinte. Rappresentavano diverse scene; non riuscivo a comprendere le figure: erano troppo piccole. C'erano anche delle piccoli torri che si ergevano imponenti sopra tutta La Valle.
Entrai nella biblioteca, ed iniziai ad avviarmi verso la stanza. Anche se il percorso era intricato, riuscivo a raggiungere la stanza senza alcun problema. Mi avvicinai alla libreria degli AngeliDemoni e presi un libro intitolato ~La Maledizione~ .
Lo aprii ed iniziai a leggerlo:

L'Antica dinastia dei McFilltrap è stata colpita da una maledizione. Solo l'erede della decima generazione, riuscirà a mettere fine ad essa. L'erede della nona generazione, la regina Nikkita, metterà al mondo l'erede più forte che l'intero mondo abbia mai visto. La piccola principessa non metterà mai al mondo un erede: sarà l'ultima della dinastia Mezzosangue; ma con lei, nel regno degli AngeliDemoni, ci sarà un lungo periodo di pace ed armonia, in cambio, lei sacrificherà la sua vita. La piccola principessa sarà la verità.》

Più che una maledizione, mi sembrava una sorte ingiusta.
... pensai per molto tempo ... rimasi in silenzio ad ascoltare i suoni che emanava quel vecchio edificio: erano come parole, una storia...

Ora sapevo chi era mia madre, e quale era il mio scopo al mondo. Dovevo andare dal Maestro, toccava a me parlare.

Io sono Vera... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora