CAPITOLO 13

45 12 0
                                    

Presi il computer, per vedere le registrazioni della telecamere e...
Nulla. Tirai un fiato di sollievo; aumentai la velocità delle registrazioni per vedere tutto. Fino alle 2:00 non successe nulla, ma poi...
Una figura nera, era entrata dalla porta principale. Fermai la registrazione, ero pietrificata. Guardai meglio quella figura e mi accorsi che era esattamente quell'uomo che vidi alla Valle; inghiottii a secco. Feci ripartire le registrazioni; era entrato tranquillamente in casa, come se avesse avuto le chiavi. Nel buio, si diresse verso la mia camera ed entrò. Si mise seduto sul mio stesso letto, e dopo qualche minuto si sdraiò vicino a me ed iniziò ad accarezzarmi la guancia. Rimase così per qualche minuto, poi prese un foglio di carta e ci scrisse qualcosa sopra. Si avviò verso la cucina e con il viso verso la telecamera, mostrò ciò che aveva scritto: 《spero diventeremo amici, Vera.》. Ripiegò il foglio e se lo mise in tasca; come quando l'avevo visto alla Valle, solo la parte bassa del viso veniva illuminata dalla luce. Il suo sorriso era agghiacciante... si avviò verso la porta d'entrata, ma prima di andarsene, si rivolse di nuovo con il volto verso la telecamera. Mi salutò. Lo stesso gesto che aveva fatto alla Valle; era lui.
Chiusi il computer di scatto e lo scaraventai da una parte; iniziai a piangere in silenzio.
Ancora con le lacrime agli occhi, mi diressi verso la porta d'entrata, per vedere se era aperta; non era possibile... Era chiusa. Presi le chiavi e l'aprii. Dovetti girare la chiave tre volte per aprirla, esattamente come l'avevo chiusa. Iniziavo a pensare che avevo fatto un errore ad andarmene dalla Valle.
Non sapevo cosa fare...
...
Mi venne un'idea.
Potevo chiedere alla mia vicina di casa, Tory, se poteva dormire insieme a me qualche notte, con la scusa di sentirmi sola. Poteva funzionare!
Mi vestii in fretta e in furia ed uscii di casa; ero talmente felice di quest'idea, che decisi di andare a prendere qualcosa da cucinare.
Stavo tornando a casa, quando sentii una voce dietro di me gridare il mio nome. Il mio vero nome.
Le buste della spesa mi caddero a terra, sentii la bottiglia dell'olio infrangersi sull'asfalto ghiacciato. Sentivo le lacrime farsi strada a passi sempre più svelti... quella voce... dopo tutti quegli anni... si ricordava di me... Misa.
Mi girai di scatto per vedere se fosse veramente lei. Le lacrime ribelli iniziarono a sgorgare indisturbate; quei capelli, quegli occhi... Era lei. 
Ci abbracciamo talmente forte, che quasi non riuscivo più a respirare; come quando eravamo piccole, nei brutti momenti lei era il mio raggio di sole. Entrambe stavamo abbracciate, non osavamo guardarci; avevamo paura che fosse solo un sogno. Dopo tanto tempo, o qualche istante, ci guardammo in faccia... mi aveva ridato la forza di combattere e di non abbatermi.
Di lei potevo fidarmi, le potevo raccontare tutto: il fatto di essere un AngeloDemone, della Valle, del Maestro, di quello che mi stava capitando... tutto. Pensai che la serata con Tory potesse aspettare; volevo passare del tempo con Misa.
La invitai a dormire a casa mia, come ai vecchi tempi, per recuperare il tempo perso insieme; lei accettò di buon grado.
-
Era già buio, ma noi stavamo ancora parlando. Le avevo raccontato tutto, o meglio, quasi tutto; avevo tralasciato la parte delle "visite" da parte di quell'uomo. Lei era molto sorpresa da ciò che le avevo raccontato, ma sapevo che mi credeva, i miei poteri me lo dicevano. Ci addormentammo abbracciate, come quando eravamo piccole; stavo pensando a lui: sarebbe tornato quella notte? Cosa avrebbe fatto? Sentivo la lama fredda ed affilata del coltello sotto il mio cuscino. Mi addormentai con quella sensazione.
La mattina, mi svegliai prima di Misa, per vedere se ci fossero dei cambiamenti in casa...

Io sono Vera... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora