Mi aggiravo per la biblioteca nella speranza di capire dove potesse esserci un libro che parlava dei Salvatori; non mi venne in mente nessuna idea. Mentre stavo nel "reparto" dedicato agli AngeliDemoni, vidi un libro che parlava di quei strani ciondoli. Lo presi, mi misi seduta e lo lessi.
"Ogni Rango ha il proprio medaglione con il quale si identifica. Sono di colori diversi per ogni categoria e di diverse dimensioni, a seconda della forza del rispettivo individuo.
I ciondoli delle dinastie reali si trasformano in corone.
Essi possono essere usati come chiavi per aprire porte speciali o per registrare informazioni."Credevo avessero un ruolo più importante;
...
Come facevano a registrare le informazioni?
...
Almeno per una domanda, avevo una risposta; ma avevo una domanda ancora più importante, alla quale dovevo dare una risposta il più presto possibile. Il Salvatore.
Mi trasformai nuovamente nella mia forma umana e mi diressi verso l'uscita della biblioteca. Mentre stavo per uscire, una voce roca ma allo stesso tempo dolce, mi bloccò:
《Spero di vederti di nuovo Principessa... se non chiedo troppo, sua Maestà, se verrà nuovamente a trovarmi, la vorrei vedere nella sua forma di AngeloDemone.》
Immediatamente la fermai e in un certo senso la rimproverai. Non volevo che qualcuno mi chiamasse sua Maestà o Principessa... immediatamente mi sentii in colpa per essermi comportata in quel modo. Rimasi a guardarla per qualche istante, poi, uscii dalla biblioteca con lo sguardo basso. Mentre camminavo per le strade di New York, ripensai a tutto ciò che era successo nella biblioteca: a Tory, a Vince e alla bibliotecaria. Pensai anche alla mia madre adottiva, mia zia, a mio padre, al Maestro, a quel ragazzo, allo spettro di un DemoneAngelo...
La mia vita stava andando in frantumi.
Ma non ci avrei più pensato a lungo: il giorno dopo avrei iniziato gli studi di medicina.
-
La mattina mi svegliai presto. Mentre stavo facendo la doccia, notai due grandi cicatrici sulla schiena.
...
Le ali... le ali mi avevano lasciato quelle cicatrici. In un certo senso, ne andavo fiera, non so il perchè.
Mangiai qualche boccone e mi vestii: dei jeans attillati, un top con un giacchetto sopra e delle decolleté; mi truccai leggermente e fui pronta per uscire.
Mentre mi dirigevo verso l'università, controllavo se avevo messo tutto nella borsa... Sì. C'era tutto.
Qualche minuto dopo fui davanti all'università; senza dilungarmi troppo nei pensieri e nei propositi per quell'anno scolastico, entrai dentro e mi indirizzai verso la mia aula.
Durante quei giorni avevo iniziato a studiare il programma; in due settimane memorizzai circa sette libri. Pensavo che mi sarebbe ritornato utile.
La lezione scorse senza intoppi; mi divertivo a ripensarci... avevo corretto il professore almeno una ventina di volte. Mentre stavo ridacchiando, sentii che qualcuno chiamava il mio nome; mi girai e vidi che erano alcuni ragazzi del mio corso. Volevano farmi i complimenti per le mie correzioni al professore e invitarmi a prendere un caffè insieme a loro. Accettai di buon grado la loro offerta, così, ci avviamo verso un bar. Passammo a parlare circa un'ora e mezza; erano dei bravi ragazzi. Pian piano, iniziarono ad andare via, mentre io rimasi ancora un po' seduta al bar a sorseggiare il mio succo e a ripensare alla giornata trascorsa. L'occhio mi cadde su un ragazzo: era vestito in nero, con capelli biondi... non riuscivo a vedere gl'occhi; portava degli occhiali da sole molto scuri. Sembrava... no, non poteva essere lui... stavo tremando come una foglia; frugai nella borsa e tirai fuori la foto di Mihael. Alzai lo sguardo per gurdare meglio il ragazzo, ma non era più seduto al tavolo. Mi alzai ed andai in mezzo alla strada; le persone passavano, mi urtavano, quasi caddi a terra. Non sapevo in quale direzione andare per cercare quel ragazzo... non sapevo neanche se fosse lui.
Gl'occhi mi bruciavano, mi veniva da piangere. In quel viavai di persone, ero l'unica che era immobile. Il pensiero di Mihael iniziava a diventare la mia ossessione, la mia pazzia, la mia fine...
Lasciai la strada principale per addentrarmi nei vicoli. Camminai per più di un'ora, ma non l'avevo trovato.Avevo abbandonato ogni speranza, ormai ero nel mio soggiorno; i piedi mi facevano malissimo, dopo aver camminato così a lungo con i tacchi, i miei piedi avevano iniziato a sanguinare. Provavo a pensare che mi ero sbagliata, che non era lui. Ma dovunque andassi, vedevo solo il suo volto. I miei pensieri furono interrotti improvvisamente: qualcuno aveva bussato alla porta. Mi alzai di malavoglia dal divano; aprii la porta ed era un facchino. Aveva un pacco per me. Lo presi e lo ringraziai.
Mi rimisi seduta sul divano e lo aprii. Al suo interno trovai...
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Io sono Vera...
FantasySono Vera. Posso sembrare una ragazza semplice, timida e introversa. La mia vita mi sembrava normale, come quella di tutti, tranne per un piccolo particolare: sono speciale, o così mi ritengo io. La mia vita non è mai stata facile, ma c'è qualcosa...