La mattina, mi svegliai prima di Misa, per vedere se ci fossero dei cambiamenti in casa... cercai il coltello sotto il cuscino, ma non sentii la lama fredda. Lentamente, mi alzai dal letto ed iniziai a fare il giro della casa; tutto era in ordine, o quasi. Entrata in bagno, notai un biglietto dentro la custodia dei trucchi; ormai ero abituata a quel genere di "sorprese":
《Lo sai che sono geloso, Vera?》
Questa volta non mi panicai neanche; anzi, fui sorpresa dalla mia reazione. L'unica cosa che feci fu quella di alzare un sopracciglio e sbuffare, dopodiché buttai la lettera nel secchio dell'immondizia.
Sentii dietro di me una voce: era Misa. I suoi capelli biondo cenere erano tutti scompigliati, ed i suoi occhi nocciola erano ancora rapiti dal sonno. Con quel suo pigiama così largo sembrava ancora più minuta di quanto non lo fosse già.
Stavamo entrambe mangiando la colazione, e la Misa che mi ricordavo, non era cambiata affatto: era sempre sorridente e piena di allegria, non smetteva mai di parlare. Con lei mi sentivo benissimo; l'avevo sempre invidiata, sia per il suo aspetto che per il carattere. Ero sempre stata la più taciturna e chiusa tra noi due, e questo a volte, mi pesava un po'. Lei aveva sempre avuto tutto nella vita: dei genitori che l'amavano, aveva tanti amici, ed era sempre stata ben voluta da tutti. Per me le cose erano al contrario: i miei "genitori" mi odiavano, avevo solo lei come amica e nessuno voleva avere niente a che fare con me; ci avevo sofferto molto, perché anche se respingevo le persone, in realtà non volevo essere così... non ero così... lo facevo solo per proteggermi.
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Erano quasi le dieci, quando Misa andò al lavoro.
Appena la salutai e chiuse la porta, mi precipitai per vedere le registrazione delle telecamere: come la notte precedente, intorno alle 2:00 quell'uomo entrò dentro casa mia, e senza perdere tempo, si diresse verso la camera da letto. Io e Misa eravamo abbracciate; lui si fermò davanti al letto. Per qualche istante non fece nulla; mi sembrava sorpreso di vedermi insieme ad un'altra persona. A passi felpati, si avvicinò alla parte del letto dove dormivo io, si avvicinò a me e mi prese il braccio con il quale abbracciavo Misa. Con pochi movimenti, riuscì a girarmi con la schiena rivolta verso di lei. Si mise seduto vicino a me, per terra. Aveva il volto rasente al mio, mi stava accarezzando una guancia... dopo qualche minuto passato così, gli presi la mano e sussurrai qualcosa... credevo fosse Misa... Fermai l'immagine.
Rimasi a guardarla per qualche minuto; sentivo l'odio scorrermi nelle vene. Spensi il computer e mi vestii in fretta e furia; volevo andare a prendere un'allarme da installare. Non volevo più vivere così.
Stavo quasi per uscire quando... mi venne in mente un'idea; presi un foglio e ci scrissi sopra:
《Se vuoi essere mio "amico", allora presentati.》. Se entrava dentro casa mia di notte, allora poteva entrare anche di giorno.
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Stavo quasi per arrivare al mio appartamento quando sentii la voce di Tory. Stava parlando con qualcuno. D'istinto mi fermai; riuscii a capire solo le ultime parole della conversazione:
《Ora non è in casa, ma tra poco dovrebbe tornare. Passa tra qualche ora. Buona giornata!》
Aspettai qualche minuto prima di avviarmi verso il mio appartamento; non feci neanche in tempo ad aprire la porta di casa, che Tory mi precedette. Con lo sguardo di sfida, ma anche curioso, mi disse:
《Chi era quel bel ragazzo che ti cercava? Il tuo fidanzato? Gli ho detto di passare tra qualche ora.》
Non riesco ancora ad immaginarmi la faccia che avevo potuto fare; dopo un po' Tory iniziò a bofonchiare qualcosa e rientrò dentro casa sua. Rimasi ancora un po' sul corridoio a riprendermi da quella conversazione...
Entrata dentro casa, mi diressi verso la cucina per vedere se "quel ragazzo" avesse visto il mio biglietto; la prima cosa che vidi fu un'altra lettera sopra la mia. Lasciai cadere le buste a terra ed iniziai a leggere la lettera:
《Purtroppo, non eri a casa.》
Non ebbi neanche il tempo di pensare a qualcosa che sentii bussare alla porta. Mi avviai per aprirla, quando vidi, in basso, un'altra lettera. Dubbiosa, l'aprii:
《Ma tu mi conosci già.》
...

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Io sono Vera...
FantasíaSono Vera. Posso sembrare una ragazza semplice, timida e introversa. La mia vita mi sembrava normale, come quella di tutti, tranne per un piccolo particolare: sono speciale, o così mi ritengo io. La mia vita non è mai stata facile, ma c'è qualcosa...