Billie intanto aspettava in piazza l'autobus che l'avrebbe portato alla stazione di Brokendreamstown (lì si trovava la sua scuola). Di fronte alla piazza di Funville c'era una chiesa, e molti palazzi moderni che erano davvero un bel vedere. Funville era proprio una perla: situata sul mare, piena di locali che davano il meglio delle attrattive, dove la gente, soprattutto d'estate, trovava molti modi per divertirsi e godersi le vacanze. Spesso chi aveva l'auto era il più fortunato, soprattutto nel caso di chi, come Billie, non era del posto, ma doveva anche fare diverse miglia per raggiungere la città. Quelle poche volte che il ragazzo riusciva a spostarsi in quella zona, lo faceva con i mezzi pubblici; autobus e treno, anche se viaggiando in treno, comportava letteralmente un "cavarsela" poi per tornare a casa, visto e considerato che al ritorno, di sera, l'ultimo treno favorevole era alle 9.00 in punto, ma quell'orario non veniva mai rispettato, e se mai il treno avesse anticipato, beh, non ci sarebbe stato modo di rientrare, e per quanto Funville potesse essere una città meravigliosa, forse il pavimento della stazione non sarebbe stato certo il luogo migliore per farsi una dormita.
Funville era un luogo molto frequentato, soprattutto d'estate, e ciò non valeva solo per i ragazzi; infatti, molte famiglie non proprio della zona, erano disposte a farsi un viaggio anche abbastanza lungo pur di raggiungere quella destinazione e passare una serata diversa. Nel caso dei genitori di Billie si poteva anche discutere di una motivazione in più, che era anche abbastanza valida: infatti, spesso, approfittavano di qualche serata un po' più libera delle altre per sfuggire alla gente meschina e ignorante di Hellville, e finalmente provare a divertirsi, dimenticando cosa significasse vivere quell'inferno. E allora, frequentando quel posto, nel tempo, non fu affatto difficile notare una cosa molto strana; si trattava proprio delle persone di Funville, persone che nel modo di pensare erano del tutto diverse rispetto a quelle di Hellville, eppure le due cittadine si trovavano soltanto a poche miglia di distanza l'una dall'altra...
A quel riguardo Billie pensò che probabilmente il problema stava nel fatto che l'uomo è un essere abitudinario, e ciò che fa per abitudine difficilmente cambia, quindi se le abitudini sono positive, tutto è fantastico e meraviglioso, ma se come nella maggior parte dei casi quelle fottute abitudini sono negative, allora sì che cono cavoli acidi...
In quella città era molto facile vedere dei ragazzi passeggiare con delle ragazze; andare in gelateria, in discoteca, fare giochi da tavola nei locali come il bingo e il monopoli; e per i meno pivelli recarsi in birreria o nei pub, in pizzeria o nei ristoranti, o ancora al centro commerciale.
"Questa si che è vita!" pensò Billie tra sé e sé la prima volta che vide Funville da ragazzino, e quel pensiero da sempre l'aveva accompagnato. Quella infatti era una vita più leggera, molto più adatta a un ragazzo che non deve pensare con le logiche di una persona anziana, ma dovrebbe tuffarsi completamente nel vivere la vita. Già, crescere sani significa andare per fasi, e se saltano le fasi che portano a un qualsiasi download, l'updating fallisce. Senza alcun dubbio lo si può ripetere, ma la vita no, quella non si può ripetere due volte...
Pensando a tutto questo mentre aspettava l'autobus, Billie si guardava intorno soddisfatto e molto allegro. L'agitazione e la preoccupazione per non sapere dove andare c'erano ancora ma a tratti, poi però, voltandosi alla sua sinistra, scorse proprio l'autobus che stava aspettando. Una volta giunto proprio davanti a lui, le porte si aprirono, e tutti iniziarono a salirci, compreso Billie, che seguendo gli altri, con il suo zaino in spalla, fece per avvicinarsi all'autobus, e si accertò che fosse diretto a Brokendreamstown. Dopo essersi accertato, molto eccitato, salì di scatto in cerca di un posto a sedere. Mentre continuava la ricerca, pochi posti più avanti, c'era uno strano individuo. Quel tipo era il conducente dell'autobus. Di certo non si poteva dire di lui che fosse un simpatico burbero come Mitch, perché infatti il soggetto in questione era molto basso, scuro di pelle, con pochissimi capelli e quei pochi che aveva erano ricci e neri, lo stesso colore di quei folti baffi che gli scendevano sulle labbra quasi a coprire totalmente la bocca. I suoi occhi erano tondi, grandi e sporgenti come quelli dei cammelli, e aveva le sopracciglia che somigliavano tanto a dei batuffoli di cotone intrisi d'inchiostro. Si vestiva malissimo, e l'odore che aveva era peggio di avere nelle narici miliardi di stabilimenti caseari. Dal punto di vista della silhouette, non è che le cose migliorassero poi molto, infatti il tipo era molto tozzo e lardoso...
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Hellville, il cuore dell'inferno
Aktuelle LiteraturHellville - il cuore dell'inferno è un romanzo che parla della storia di Billie Green, un ragazzo che si trova in un momento particolare della sua vita, uno di quei momenti di crisi in cui si sente il bisogno di fare il punto della situazione... Si...