7 Stretta finale...

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Si stava avvicinando la stagione estiva, e con essa gli ultimi giorni di scuola che vedevano gli studenti e professori impegnati in una vera e propria guerra senza esclusione di colpi.

Quello era il periodo peggiore di tutto l'anno scolastico, poiché le interrogazioni non facevano che susseguirsi una dopo l'altra ininterrottamente. Già. C'era da tirare le somme di quanto fatto durante l'anno scolastico, e c'era davvero poco di cui stare allegri, poiché un'interrogazione poteva fare la differenza tra il godersi le vacanze o fottersi la testa dietro ai corsi estivi, qualcosa da non augurare nemmeno al peggiore dei propri nemici. Per ovvie ragioni dunque, l'umore del ragazzo era proprio basso, e l'unica cosa che gli dava un momento di piacere era aggiungere un'altra fottuta X sul calendario, una X che voleva dire "AMEN, UN ALTRO GIORNO È ANDATO."

Quel gesto era proprio un sollievo, un vero e proprio piacere che anche se durava meno di un secondo valeva il tempo dell'attesa, compensando tutto "il male" e "la sofferenza" causata da quei professori che altro non facevano se non svolgere il loro lavoro, ma nonostante tutto, nonostante non facessero altro se non il loro fottutissimo lavoro, sapevano benissimo trasformarsi in una squadra di dannati e sadici carnefici, che trovavano divertente tenere gli studenti sulle spine, in bilico tra "inferno" e "paradiso".

Riflettendo su tutto ciò il ragazzo maturò un concetto che gli sarebbe stato utile nella vita, un concetto che lo aveva portato a capire che il bene, la gioia, le cose positive, spesso camminano a pari passo con il male, l'inganno, e tutte quelle cose negative che andavano sempre a bilanciare quelle positive e viceversa. Non era una proporzione sempre perfetta, ma nell'imperfezione, nell'inesattezza del tutto, la costante della presenza del bene e del male non mancava mai. Proprio per questa ragione dunque, bisognava imparare ad accettare entrambi come se si trattasse di due facce della stessa medaglia. Proprio così. Billie avrebbe imparato che senza uno o l'altro non ci poteva essere progresso, non si potevano cogliere le differenze, e soprattutto apprezzarle. Senza l'amaro a contrastare non si apprezzerebbe il dolce, e se ci fosse solo il bene tutto sarebbe vuoto e triste. Senza un Diavolo da scacciare e accusare non ci sarebbe alcuna chiesa ancora in piedi. Sì, è tutto un fottuto ed equilibrato intrallazzo, a cui inconsciamente tutti partecipano e amen.

Ma nonostante quei pensieri, tutti quegli psicodrammi, c'era ben altro a cui pensare, e si trattava di quella "F" in italiano che non voleva proprio sapere di diventare anche solo una "C". Tutto ciò comunque era più che normale, almeno secondo quanto sosteneva il professor Nicky, che riscontrava nei temi di Billie una tecnica di scrittura poco adeguata, e come se non bastasse erano carenti di organizzazione e originalità. Davvero un bel problema per chi aspirava a diventare direttore d'un giornale, peccato che Billie non ne avesse alcuna intenzione, né aveva chiesto al professore un corso accelerato di scrittura creativa.

Che bisognava fare dunque? Bisognava fare qualcosa per arginare l'ostacolo, e allora Billie iniziò a darsi da fare. Iniziò a leggere di più, a cercare di apprendere nuovi termini che non erano tanto comuni. Si dava da fare dunque, e per il momento aveva deciso di lasciar perdere le ragazze e di concentrarsi solo ed esclusivamente su quello. Purtroppo però, anche con una marea di buone intenzioni, provarci spesso non basta, infatti, il ragazzo non riuscì a stare per troppo tempo lontano dalle donne, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata proprio una donna a salvargli il culo e a fargli recuperare quell'insufficienza in italiano...

Hellville, il cuore dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora