11 Il principio della grande valanga di merda...

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Billie e Jhonny avevano vissuto delle esperienze molto forti durante l'ultimo anno, ma nonostante tutto, tra i due non sarebbe stato certo Jhonny a risentirne in maniera particolare...

Billie infatti andava avanti. Doveva farlo. Già. A volte non si può fare quello che si vuole, ma bisogna scendere a compromessi, bisogna fare quello che si deve. E allora il ragazzo si "atteneva al copione", ma era del tutto ignaro del fatto che quello che si attingeva a vivere sarebbe stato il periodo più brutto e negativo di tutta la sua vita...

Un giorno, durante una tranquilla ora di educazione fisica, ora in cui solitamente una classe andava abbinata a un'altra, Billie notò Francesca, una ragazza che risultò essere davvero un drammatico incanto. Non era molto alta. Aveva la carnagione scura, gli occhi color nocciola eppur a mandorla, e delle labbra carnose che si amavano per forza, come quando per vivere non si può fare a meno di respirare. Il suo sorriso era ammaliante, perfetto, di un rassicurante, radioso e sano bianco sensuale, e a quella simmetria perfetta si aggiungeva una frangetta lunghissima che cascando sugli occhi, le dava un ulteriore tocco elegante di ribellione. Abbondava col trucco, ma solo in certi punti del viso. Sì. Quei punti una volta esaltati oltre a renderla bellissima e molto arrapante le davano un'aria da meravigliosa stronzetta ribelle. Ma Francesca non era una ribelle come tante, sì, lei era una di quelle ribelli dolcemente incontrollabili, come una mina vagante pronta ad esplodere e fare un rogo sul materasso o dovunque ci si potesse levare i vestiti per tuffarsi poi nei piaceri della carne. Già. Era proprio impossibile farla passare inosservata, e di fatto anche Billie se ne rese conto, poiché gli fu decisamente impossibile sfuggire a quel suo fascino...

L'appuntamento a scuola divenne una cosa fissa, e la cosa positiva fu che il ragazzo riuscì ad avvicinare Francesca tramite un certo Napoleone, un compagno di classe della ragazza che Billie aveva conosciuto tramite amici in comune. Napoleone era un tipo molto simpatico. Aveva preso quel nome così importante perché suo padre era davvero un fanatico di storia europea, dunque risulta banale anche sottolineare il motivo per il quale avesse dato quel nome al figlio, il nome di un imperatore e un personaggio storico che malgrado i dubbi riguardo la sua figura, meritava comunque rispetto. Rispetto a parte comunque, ciò non toglie che quel nome era proprio una merda, soprattutto se si badava a considerare il fatto che quel nome non era stato dato a un ragazzo del secolo decimo/nono.

Napoleone non era molto alto. Aveva un fisico nella media, la carnagione chiara e i capelli ricci e di color miele. Aveva gli occhi azzurri e portava due brillanti ai lobi. Era proprio un simpatico stronzo quel Napoleone. Era molto umile, amava il calcio e le belle donne. Era un amico fedele; un ragazzo di buon cuore...

Billie "approfittò" di quell'amicizia. Infatti, proprio grazie a Napoleone, riuscì a prendere informazioni sulla ragazza. Gli chiese come si chiamava, da dove veniva, e tutte quelle classiche fottute domande che si fanno quando una persona è interessata a un'altra. Ma nonostante tutto, Billie non cercò di avvicinare la ragazza subito, no, volle aspettare e godersi tutta quella calda situazione un po' alla sua maniera; del resto ci godeva davvero tanto a sguazzarci in quelle circostanze...

Nel frattempo trascorrevano i giorni, e l'ora di educazione fisica arrivava sempre in quei fottuti tre giorni a settimana. Billie spesso attendeva quell'ora impaziente. Voleva farsi della sua dose quotidiana di occhi di donna, di capelli morbidi e sinuosi da far scivolare tra le dita, di quel profumo inebriante che spesso circonda la loro più intima natura femminile; proprio così, voleva strafarsi di quel fottuto profumo fino a non riuscire quasi più a respirare; del resto come poteva non provare un amore viscerale per quelle ammalianti creature che sono le donne...

La situazione durò per qualche giorno, poi si arrivò inevitabilmente al punto in cui quello che si ha non basta più e si vuole fare il famosissimo passo successivo. Billie lo fece, e con l'aiuto di Napoleone avvicinò la ragazza. Quando Napoleone chiamò Francesca, la ragazza alzò lo sguardo e vide accanto a lui Billie. Forse aveva immaginato la situazione, perché subito rivolse uno sguardo a Billie come per dire "finalmente ti sei deciso!" e con quel suo gran sorriso sano, bianco, perfetto, si diresse frettolosamente verso di loro. Quando Francesca li raggiunse, Billie comprese che da vicino era ancora più bella di quello che sembrava, e visto che la ragazza non faceva altro che sorridere, il ragazzo, a ogni suo sorriso, perdeva sempre di più la testa. Già, era come se fosse stato vittima di qualche fottuta nuova tecnica ipnotica o roba del genere. Sì. Era decisamente una situazione piacevole, e Billie fece di tutto per far continuare quel "piacere", avvicinandosi il più possibile alla ragazza. E così si misero a conversare per qualche minuto, e una cosa tira l'altra, Billie aveva già fatto girare un braccio intorno al corpo meraviglioso di Francesca, e la teneva stretta, e respirava il suo profumo, e sentiva il calore della sua pelle, e il movimento leggero dei suoi capelli sinuosi al vento, e si perdeva nei suoi occhi, ed era estasi e tutto. Poi, Napoleone, notando che i due erano entrati da subito in sintonia, quatto quatto levò le tende, e si allontanò lasciandoli soli. Dopo che Napoleone andò via, i due non parlarono molto, ma passarono la maggior parte del loro tempo a guardarsi con desiderio, a cercare sempre di più il contatto fisico, assecondando in parte quel desiderio che usciva dai loro corpi caldi, dalle loro bocche umide, bramose, inzuppate di desiderio di estrema fornicazione...

Hellville, il cuore dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora