Il mattino seguente la sveglia suonò più forte del solito. Billie si svegliò come se la sera prima avesse lasciato lo stomaco da qualche parte in giro per casa. Come se non bastasse, dopo essersi svegliato in preda ai postumi di una bella sbornia, era anche molto teso, agitato. Forse il motivo di quell'agitazione era dovuto al pessimo presentimento che aveva. In cuor suo sapeva che non sarebbero uscite buon notizia dalla bocca di Myla, ma purtroppo per lui non c'era molto da fare, e così dovette andare incontro a ciò che il destino gli riservava. E ellora eccolo Billie, ecco come quella mattina, tirando fuori il culo dal letto, non fu affatto diverso da molti altri stronzi che quotidianamente ricevono dei "bei regalini" dalla vita, stronzi che si svegliano ubriachi, senza lavoro, senza una moglie, con un figlio affetto da qualche malattia incurabile, con la propria moglie o fidanzata beccata a letto con qualcun altro, con matrimoni o conti in banca mandati a puttane per dipendenza da droghe o debiti di gioco; sì, insomma, tutti quei "bei regalini" che per l'appunto la vita riserva a chiunque...
Quella mattina prese il caffè. Lo preparò da sé. Era nero come il fottuto asfalto che a Hellville, tutti i giorni, diveniva bollente come lava a causa del sole incazzato. Poi avendo in bocca il gusto della consapevolezza, che per lui ormai era quasi una triste certezza, salì sull'autobus diretto a Brokendreamstown. Durante il viaggio non inviò nemmeno un messaggio a Myla. Aveva paura, troppa paura di far esplodere la bomba prima del tempo, e così, per cercare di non pensarci troppo, si armò del suo mp3, eterno compagno, e alzò la musica più che poteva. Per tutto il viaggio non disse nemmeno una parola, mentre più si avvicinava a Brokendreamstown, più alzava il volume, lasciandosi trasportare dal sound. Era fondamentale per lui che in quel momento il volume della musica fosse alto abbastanza da riuscire a coprire i brutti pensieri. Quella di certo non era una pratica nuova per Billie. Diverse volte si era curato le ferite in quella maniera, e nel corso della sua vita il suo debito nei confronti della musica sarebbe cresciuto sempre di più. Sì. La musica l'avrebbe salvato tantissime volte e tantissime altre volte lo avrebbe aiutato a "rimettersi in sesto". Apparentemente quel suo modo di reagire poteva sembrare insensato, e di certo non si può dire che ascoltare della musica aiuti a far tornare le cose al loro posto; tuttavia, ognuno ha il suo modo di reagire, di prendere le cose, e nessuno può giudicare se una reazione abbia senso o meno, anche perché a giudicare qualcuno, non tra nessunissimo vantaggio personale, anzi, molto spesso non ci si rende conto che perdendo tempo a giudicare l'operato degli altri, si perse l'occasione di riflettere, l'occasione di cogliere delle sfumature che inevitabilmente tendono a sfuggire. Alla fine è molto facile giudicare, ma tra un colpevole condannato a morte e un boia, non si può proprio stare dalla parte di qualcuno, perché c'è quasi il rischio che la parte del "mostro" della situazione ricada su qualcun altro...
Finalmente Billie arrivò a Brokendreamstown. Una volta giunto si fece coraggio, e dopo averci pensato, scrisse un sms a Myla. "Buongiorno. Stamattina non entro a scuola. Quando vuoi mi trovi al Satan Red a farmi un goccetto."
Dopo qualche momento arrivò da parte di Myla l'sms di risposta. "Buongiorno. Quando hai finito ci vediamo esattamente sotto il salice di fronte al Berkeley pub."
Letto l'sms, il ragazzo si diresse al "Satan Red", e passò lì circa mezz'ora. Quando finì di scolarsi il suo consueto paio di whiskey, pagò il conto e si diresse verso il "Berkeley". Camminando i pensieri si sovrapponevano. Non aveva idea di cosa Myla volesse dirgli. Non riusciva a darsi pace, e così il ragazzo decise di accelerare il passo per mettere fine a quel mistero una volta per tutte. Quando Billie arrivò, Myla era già lì ad attenderlo. I due si salutarono, e si sedettero su una panchina situata sotto quel fottuto salice che di sicuro ne aveva viste di storie, e sentite di stronzate nell'arco della sua lunga vita...
Inizialmente Billie e Myla non parlarono, ma non smettevano di guardarsi dritti negli occhi. A quel punto cominciarono a passare per le loro menti miliardi di pensieri, soprattutto nella mente di Billie, che mentre guardava la ragazza stava attraversando mari, montagne; stava attraversando paesaggi lunari, superando ogni limite che purtroppo la stronza umanità serve come portata principale, senza curarsi delle conseguenze, e da cui nessuno può fare a meno di cibarsi...
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Hellville, il cuore dell'inferno
General FictionHellville - il cuore dell'inferno è un romanzo che parla della storia di Billie Green, un ragazzo che si trova in un momento particolare della sua vita, uno di quei momenti di crisi in cui si sente il bisogno di fare il punto della situazione... Si...