Capitolo 38: ISAAC

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Dopo aver scartavetrato tutta la sala di Eliza, tornai da Derek. Quella sera ci sarebbe stata la luna piena e seppur non sentissi ancora il suo effetto su di me - probabilmente grazie alla mia ancora - non mi fidavo di restare in giro. Non se significava poter far del male a Eliza.

Quando arrivai a casa dell'alpha, lo trovai a discutere con Peter su ciò che poi si rivelò essere un simbolo marchiato sulla porta della vecchia casa Hale. Per quanto ne chiedessi il significato, né Derek né suo zio mi diedero spiegazioni, così tenni le mie domande per me nella speranza che l'alpha avrebbe dato qualche risposta.

La notte non passò tranquilla neanche questa volta: Boyd, furioso della segretezza che aleggiava, si scagliò su di me in cerca di risposte che oltretutto non potevo dargli. Io seppur mi fossi trasformato ero rimasto me stesso, immerso nei miei pensieri: un alternarsi di immagini che mi passavano davanti agli occhi che rappresentavano Eliza in ogni suo momento passato con me. Tuttavia, quando il mio amico e compagno di branco mi attaccò non me ne restai con le mani in mano: mi liberai dalle catene più facilmente del solito e cominciai a combattere. Scott mi si affiancò subito dopo, così come Erica prese le difese di Boyd: una rissa vera e propria. Solo un profondo e arrabbiato ruggito di Derek riuscì a calmarci: la nostra sottomissione all'alpha fu immediata, tanto da farci riprendere le nostre sembianze, almeno alla maggior parte di noi. Era incredibile quanto ci influenzassimo; per quanto fossimo più calmi del solito durante quel plenilunio, era bastato il fuori controllo di Boyd per far cedere tutti quanti. Avrei dovuto ricordare di proporre a Derek di tenerci separati la prossima volta.

Alla notte seguì l'alba. Come dopo ogni luna piena, eravamo esausti e davvero poco volenterosi di andare a scuola, ma l'alpha fu irremovibile.

<<Scott e Jackson fanno come vogliono, ma voi tre ci andate. Punto e basta>> disse senza ammettere repliche, che ovviamente arrivarono.

<<Perché a loro non li obblighi?>> chiese Erica.

<<Perché spetta alla loro famiglia decidere. E per voi tre la famiglia sono io. E vedete di non marinare>>.

Apprezzavo questo lato di lui. Si preoccupava di noi in tutti i sensi come un vero genitore. Voleva che il nostro lato di lupo influenzasse il meno possibile la nostra vita umana e che noi non cedessimo ad esso.

<<Derek, Derek! Non essere così oppressivo!>> disse Peter divertito. L'alpha lo fulminò con lo sguardo. <<Capisco che ti manca la tua famiglia, ma non pensavo ti sarebbe piaciuto giocare a "padre e figli"!>> continuò quello.

<<Mi sembrava di averti detto di sparire>>.

<<Sì, finché non ti sarebbe servito il mio aiuto! E questa notte ti è servito!>>

<<Ma non me lo hai dato!>>

<<Dettagli. E per la cronaca: tu – disse riferendosi a Boyd. – sei un vero attacca brighe, ragazzo!>>.

Derek sospirò e si arrese. Ci spinse tutti fuori di casa raccomandandoci ancora di non saltare la scuola e chiuse rumorosamente la porta.

La giornata a scuola passò più rapidamente del solito e in men che non si dica mi ritrovai di nuovo a casa di Eliza.

<<Prima direi di studiare un po', che ne dici Lahey?>>

<<Forse sarebbe meglio, domani ho un compito. L'ultimo dell'anno!>>.

<<Bene. Piano di sopra o piano di sotto?>> chiese.

<<Come?>>

<<Vuoi studiare di sopra o di sotto? Ti avverto, io quando ripeto ho bisogno di farlo ad alta voce e passeggiando. Quindi se non vuoi che ti disturbi, direi di metterci in pian separati. E poi la tua presenza mi distrae>>. Spiegò. Cominciai a ridere, ma accettai il compromesso.

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