Capitolo 76: ELIZABETH

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Aprii gli occhi e la luce mi invase. Serrai nuovamente le palpebre per proteggermi, per poi aprirle in un sottilissimo spiraglio, quel che bastava per cominciare ad abituarmi. Ero distesa a terra e con le dita potei saggiare il suolo su cui posavo: sabbia. Con un gran sforzo mi misi a sedere e osservai.

<<Oh, no! Ancora!>>, esclamai. Ero già stata lì: una spiaggia bianchissima, in contrasto col colore del mare e del cielo, illuminato da un sole inesistente. Non era cambiato nulla dalla volta scorsa: nulla mancava e nulla si era aggiunto in quel paesaggio rilassante ma allo stesso modo desolato, se non che sulla sabbia intorno a me c'erano dei solchi, come fatti da un bastone. Mi misi in piedi per osservare meglio l'immagine: la sorpresa mi lasciò senza parole. Un triskell, simile a quello di Derek, ma non identico: le tre spirali si avvolgevano verso sinistra ed erano racchiuse in un cerchio.

Mi trovavo esattamente al centro, nella convergenza delle tre spirali.

<<Ma che significa?>>, mormorai tra me e me.

Girai in tondo, finché non decisi di uscire dal disegno. Mi avvicinai all'acqua e immersi i piedi, sempre rivolta verso la spiaggia con lo sguardo che non riusciva a staccarsi dal simbolo inciso. Poco dopo un boato mi fece venire i brividi lungo la schiena e mi fece girare verso l'orizzonte ai confini del mare. Aguzzai lo sguardo verso la possibile fonte di quel rumore e iniziai a scorgere una macchiolina nera. Il rombo si ripeté, più forte e chiaro, così come la figura da cui proveniva. Si avvicinava ad una velocità spaventosa e dopo poco fu chiaro che non era una singola macchia: erano quattro. Impotente, rimasi dov'ero, pensando di essere nel mio subconscio e che quindi non mi sarebbe accaduto nulla. E poi, anche volendo, dove avrei potuto trovare un rifugio?

Attesi sempre più impaurita, sperando di risvegliarmi da un momento all'altro, di sentire il tocco caldo di Isaac che mi riportava alla realtà. Invece non accadde nulla di tutto questo.

Iniziai a indietreggiare quando capii cosa mi stava venendo incontro. Quattro draghi neri e ruggenti si stavano avvicinando ad una velocità pazzesca. Ma ciò che mi stupì fu la loro quasi totale immobilità. Con la loro apertura alare di circa quindici metri sfruttavano il vento, senza avere così il bisogno di batterle spesso. Quando succedeva, sfioravano la superficie dell'acqua, formando delle increspature che andavano via via diradandosi in cerchi sempre più ampi.

Mi raggiunsero, volarono un po' in tondo sopra di me come fossero avvoltoi, e poi si posarono intorno all'ampio cerchio del triskell, in mezzo al quale ero tornata indietreggiando senza che me ne accorgessi. Mi avevano circondata e tutti e quattro mi fissavano con i loro grandi occhi scuri. Erano immobili e identici tra loro e, se non fosse stato per il rumore provocato dal loro profondo respiro, avrei potuto dire che fossero statue. Non sapendo che fare, rimasi dov'ero, pregando di svegliarmi e di non essere masticata da quei bestioni. Fu allora che mi accorsi di una lieve differenza che c'era tra loro: le loro lucide squame nere producevano dei riflessi colorati, quasi impercettibili per un occhio poco attento. Uno era rosso, uno blu, uno verde e uno giallo. Mi lasciai scappare un'esclamazione di autentica meraviglia e subito dopo realizzai che non dovevo avere paura di quelle creature. D'istinto allungai una mano verso l'enorme testa del drago che avevo di fronte, quello blu, eccitata al pensiero di poterne sfiorare il muso con la punta delle dita. Capendo le mie intenzioni, questo si protese verso i me e si lasciò toccare per un solo istante, quanto bastò per invogliarmi ad avvicinarmi per accarezzarlo. Ma prima che potessi muovere un solo muscolo, accadde qualcosa.

Tutta la luce diffusa di quel desolato limbo si compresse e si ridusse a un unico punto luminoso sopra di me, formando una sfera bianca e facendo calare le ombre tutto attorno. La fonte di luce non aveva una grande potenza: quel che bastava per illuminare il triskell e per generare le grandi ombre dei draghi dietro ad ognuno di essi.

Dopodiché la sfera cominciò a modellarsi e assunse la forma di una donna: era bellissima, tanto da lasciarmi a bocca aperta. Aveva la pelle diafana, i lineamenti del viso perfetti. I capelli erano lunghissimi, ondeggiavano come se fossero stati avvolti dall'acqua ed erano intrecciati con fiori dai colori tenui. Il vestito era bianco e sembrava fatto d'aria.

La donna mi sorrise e io, goffamente, rimasta senza parole e senza saliva per poterne spiccicare alcune, alzai la mano per salutare.

<<Ciao Eliza!>>, disse lei con voce calma, calda e rassicurante.

Avevo la gola riarsa e deglutii un paio di volte prima di ritrovare la voce.

<<Come sai il mio nome?>>, le chiesi ancora incantata dalla sua vista.

Lei si abbassò, avvicinandosi al terreno fino a sfiorarlo con i piedi nudi. Allungò una mano e mi accarezzò la guancia. La sua mano era calda e il suo tocco mi rassicurò.

<<Io sono Delwyn, una ninfa del mare>>, disse.

<<Una ninfa?>>, esclamai stupita.

<<Sì. E loro, - disse alzando la mano verso i draghi – sono i quattro draghi degli elementi: Neen, custode dell'acqua, Aiwenor dell'aria, Kemen della terra e Anar del fuoco>>. Indicò in ordine il drago blu, quello giallo, quello verde e quello rosso.

<<Devo aver battuto la testa quando sono svenuta>>, mormorai.

La ninfa si portò una mano alla bocca e rise della mia uscita. Posai nuovamente lo sguardo sul drago blu, sentendomi particolarmente attratta da lui più che dagli altri tre.

<<Neen è il drago custode del tuo elemento. È normale che tu senta qualche affinità con lui>>, spiegò la ninfa come sentendo le mie emozioni.

<<Ma cosa significa tutto questo?>>, le domandai confusa.

<<Tu sei una mia discendente e hai ereditato i miei poteri>>, rispose.

Era più enigmatica di Deaton!

<<Quali poteri?>>

<<I poteri dei quattro elementi>>.

Ero sempre più confusa.

<<Non capisco!>>, esclamai quasi con voce disperata.

<<Sappi che devi imparare a controllarli, o saranno loro a controllare te. Le forze magiche di quattro draghi non possono essere racchiuse in una persona ... non se si manifestano, almeno>>. Il suo tono era addolorato, ora.

Volevo sapere, volevo chiedere altro, ma la luce della ninfa cominciò ad affievolirsi. Delle mani calde mi stavano sfiorando le braccia e capii subito che era opera di Isaac e qualcun altro per riportarmi indietro. Eppure io non stavo soffrendo e non volevo neanche andarmene da lì senza una spiegazione.

<<No! Non andartene!>>, gridai allungando le mani verso Delwyn. La sua luce era sempre più debole, finché non svanì del tutto, facendo piombare ogni cosa nella più nera oscurità. Tutto scomparve: la ninfa, i draghi, la spiaggia col triskell e il mare.

***

Ah! Questo non ve lo aspettavate, eh!?

Vi ricordate la spiaggia, vero!? Già allora Eliza aveva avuto un assaggio di chi fosse realmente, quando le era stato iniettato l'aconito. Questa spiaggia le era già apparsa in sogno, questo perché un po' per autodifesa il suo corpo stava reagendo, ma i nostri lupetti son intervenuti prima che potesse accadere qualcosa. Ora, beh ... state a vedere!!!

Spero che questa svolta vi piaccia!

Ciao ciao!

Cla ;)

TEEN WOLF - I'm somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora