Capitolo 58: ELIZABETH

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Alla fine sabato era arrivato e a me sarebbe toccato sorbire tutta la festa. Cercai di essere obbiettiva e pensai che se quello che volevo era far capire a Kim che si sbagliava sul mio conto, tanto valeva cominciare mettendo il vestito nero. Mi risparmiai le scarpe col tacco 12 e optai per le ballerine. Tirai fuori dall'armadio l'abito e tenendolo davanti a me cominciai a volteggiare in mezzo alla mia camera, lasciando andare i ricordi: il ballo della scuola, Isaac, il primo bacio. Arrossii ripensando a quel momento, poi il mio flusso di pensiero venne interrotto dall'arrivo di mamma nella stanza.

<<Beccata! Lo sapevo che avresti messo il vestito alla fine!>> sorrise soddisfatta. Mi guardò, poi con espressione addolorata disse: <<Ho interrotto qualcosa, vero? Un pensiero profondo! Lo vedo rimpicciolire dentro ai tuoi occhi!>>. Dopo di che rise.

Scossi la testa in segno di resa. La mamma mi raggiunse e disse: <<Vedrai che ti divertirai! Più di quanto immagini!>>

Aggrottai le sopracciglia, incapace di capire da dove venisse tutto quell'entusiasmo e il sorrisetto malizioso.

<<Forza, non voglio rubarti altro tempo! Preparati e vai alla festa fiera e a testa alta!>>

Si guardò intorno, notando l'assenza delle scarpe col tacco. Spalancò gli occhi quando vide le ballerine, ma non disse nulla a riguardo.

<<Quando esci, se mai dovessi ricordare come si parla, salutami, okay?>>. Uscì dalla stanza e mi lasciò cambiare. A differenza di lei, io non vedevo tutte rose e fiori per quella sera, ma speravo con tutto il cuore di sbagliarmi. Forse vedevo la cosa dall'ottica sbagliata: l'obiettivo era divertirsi, non litigare ulteriormente con Kim o con altri che mi avevano cancellato dalla loro memoria per poi riesumarmi quando faceva comodo. Il problema, però, era proprio quello di riuscire a divertirsi. Come avrei potuto senza Isaac, Erica, Stiles, Scott e tutti gli altri? Sarebbe stata un'impresa ... soprattutto se pensavo che mentre io ero a una stupida festa, Erica e Boyd erano chissà dove a subire chissà cosa. Quanto avrei voluto averli lì, tutti loro! O meglio, quanto avrei voluto essere con tutti loro a Beacon Hills!


Uscii di casa, non dimenticando di salutare mamma e papà. Presi l'auto che mi era stata gentilmente concessa e, non capendo ancora perché entrambi - ora anche papà - avevano un sorriso che andava da orecchio a orecchio, partii. Probabilmente erano felici del fatto che stessi uscendo per riappacificarmi e per riallacciare vecchie amicizie. Se così potevano chiamarsi.

Non ebbi problemi a ritrovare la casa, o meglio la villa, di Kim: giardino più simile a un parco, con una piscina invidiabile e casa su quattro piani, di cui uno era completamente di Kim, poverina! I genitori le avevano dato come camera da letto l'intero attico ... roba da matti!

Parcheggiai lungo la strada, abbastanza lontano dal cancello d'ingresso per via di tutte le altre auto degli ospiti arrivati prima di me. Avevo già voglia di tornare a casa, ma non aveva neanche la scusa di indossare le scarpe col tacco che mi facevano male ai piedi per poterlo fare, perciò mi decisi ad aprire la portiera e a scendere. C'erano un sacco di altri ragazzi e ragazze lungo la strada che si stavano dirigendo a casa di Kim, entusiasti di avere birra e altri alcolici gratis per tutta la sera.

<<Forza e coraggio!>> dissi a me stessa e mi incamminai. Ogni passo era uno sforzo di volontà, ma andai avanti pensando "Salatini gratis!". Un passo avanti. "Dolcetti gratis!". Un passo avanti. " Birra gratis?". Un passo indietro. Una come me sarebbe morta di sete. "Okay ... CocaCola gratis!". Un passo avanti. Evitai di pensare a Kim e alla discussione avvenuta. Di come ero stata ripagata dopo essermi scusata anche se non spettava me farlo. Della gente ubriaca che avrebbe vomitato ovunque ... persino sopra ai miei piedi. Se avessi volto il pensiero lì, sarei corsa via.

TEEN WOLF - I'm somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora