Capitolo 66: ELIZABETH

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<<Non mi piace, te lo confesso!>> disse ben poco tranquillo Isaac. Passeggiava su e giù per la stanza come un lupo in gabbia, preso dalla tensione del momento.

<<È l'unico modo che abbiamo per recuperare il tuo vuoto di memoria>> disse Derek, cercando di tranquillizzarlo.

<<È di Peter che stiamo parlando! Non mi fido di lui>>.

<<Lo so. Ma al momento è l'unico che ci può aiutare. Credimi, se ci fosse un'alternativa, non ti avrei affidato a lui>> disse l'alpha.

<<Confortante ...>> sospirò Isaac.

Io, dal canto mio, rimasi in disparte con i miei pensieri, confusi e contrastanti e che non avrebbero aiutato in quel momento.

<<Potete anche evitare di parlar male di me in mia assenza!>> esclamò Peter falsamente offeso. Entrò platealmente nella stanza spalancando la porta.

<<Non ci piaci>> chiarì subito Derek, tranquillo e senza mezzi termini.

<<Oh. Va bene!>> fece spallucce lo zio, indifferente all'opinione che l'intero universo aveva di lui.

Dopo essersi accertato che il simbolo di Allison e Lydia era un altro buco nell'acqua, il piano dell'alpha era lasciare che Peter perforasse con gli artigli il collo di Isaac per scartabellare tra i suoi ricordi, sperando di trovare qualcosa di utile.

Nulla di piacevole, insomma.

Isaac sospirò e si mise a sedere su una sedia al centro della stanza.

<<Ti consiglierei di uscire, ma so che non lo faresti. – mi disse Derek. – Perciò ti chiedo solo di non intervenire, qualunque cosa succeda. Okay?>>

<<Okay>> risposi.

<<L'hai mai fatto prima?>> chiese speranzoso Isaac a Peter.

<<Sì. Vuoi sapere il risultato?>>

<<Credo di no. No>> lasciò perdere il ragazzo.

Poi, senza aspettare altro, Peter sfoderò gli artigli e trafisse Isaac sul retro del collo. Il ragazzo gridò dal dolore e i suoi occhi si illuminarono di giallo come per avvisare l'imminente trasformazione in licantropo. Ma ciò non avvenne. Mentre lui contemporaneamente reagiva all'attacco e soffocava l'istinto di difendersi per lasciare a Peter la possibilità di scoprire qualcosa, l'altro cercava i suoi ricordi e frenava con il braccio libero il dimenarsi di Isaac. Anche Derek, come me, tentava di non soccorrere il componente del suo branco che gridava dal dolore, invocando involontariamente così l'aiuto del suo alpha. La vista dello spettacolo cominciò ad essere straziante per tutti, eccetto che per Peter, che quasi pensai provasse un piacere perverso nel torturarlo. I suoi occhi erano azzurri, non più rossi: dal momento che Derek lo aveva ucciso sostituendolo come alpha, pur tornando in vita Peter non poteva reclamare quel ruolo.

Trascorsero secondi, forse minuti. Il tempo sembrava non finire mai e quando Peter lasciò la presa, sembrò essere passata un'eternità. Distolsi lo sguardo dalle sue dita rosse di sangue, per avvicinarmi ad Isaac, chino in avanti sulla sedia, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Rivolse uno sguardo a Peter che quasi pensai lo avrebbe trapassato da parte a parte e non mi sfuggì la vista di una singola solitaria lacrima brillargli sull'angolo dell'occhio destro. Il dolore che aveva sopportato doveva essere inimmaginabile e doveva essere davvero frustrante lasciare che qualcuno guardasse le proprie memorie come se fosse un libro aperto.

Mi chinai a fianco a lui e gli presi una mano, quella che non stava usando per massaggiarsi il collo.

<<Allora?>> chiese Derek, cercando di non far trapelare la sua rabbia repressa in quei lunghi attimi di attesa.

TEEN WOLF - I'm somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora