Capitolo 67: ALLISON

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Le lunghe ricerche che avevo fatto su quel marchio alla fine avevano dato i loro frutti. Era un logo, come avevo constatato: il simbolo della vecchia banca abbandonata "Beacon Hills Bank". Decisi che sarei andata a dare un'occhiata quella sera. Sapevo che papà non sarebbe stato d'accordo: avevamo deciso di tenerci fuori da tutto ciò.

Ma era più forte di me. Solo un'occhiata e basta. Se avessi intuito che qualcosa non andava, sarei tornata indietro.

Non mi armai di arco. Sperai non ce ne sarebbe stato bisogno. Un pugnale ... tanto per essere tranquilla.

Riuscii a intrufolarmi nella banca. Era silenziosa. Troppo silenziosa per i miei gusti. Perché quella misteriosa ragazza ci avesse lasciato quell'indizio, era una domanda che mi frullava in testa da troppo. Sperai di trovare delle risposte.

Imboccai un corridoio, abbastanza ampio e lungo. Lo percorsi per un po', quando qualcuno mi attaccò dalla mia destra. Mi sbatté contro il muro, tenendomi ferma con un braccio. Non potevo credere ai miei occhi.

<<S-signorina Morrell?>> sussurrai sbalordita nel trovarmi di fronte la consulente scolastica.

<<Cosa ci fai qui, Allison?>> mi chiese lei, sorpresa e preoccupata al tempo stesso.

<<Potrei chiederle la stessa cosa!>> dissi, dopo che mi liberò dalla sua stretta.

<<Non dovresti essere qui. Nasconditi, non farti sentire né vedere. Se dovessi udire rumori, approfittane per fuggire dalla parte opposta e uscire da qui!>> mi ordinò. Dopodiché, senza aggiungere altro e senza darmi il tempo di dire qualcosa, scomparve.

Non ci pensai troppo: seguii il suo consiglio e mi rifugiai dietro una porta che c'era lì a fianco.

Sentii dei passi avvicinarsi al mio nascondiglio, così trattenni il respiro e tentai di calmarmi per non far rimbombare il mio cuore, che in quel momento si sarebbe sentito a mille miglia di distanza. I passi si fermarono e vidi un'ombra da sotto la soglia. Era proprio di fronte alla porta del mio nascondiglio.

Cominciai a chiedermi perché fossi lì ... Chi me lo aveva fatto fare?

Poi, l'ombra se ne andò e il rumore dei passi si affievolì sempre più.

Feci un sospiro di sollievo. Dovevo andarmene di lì, mi ero infilata in una faccenda che non conoscevo neanche.

Presi la piccola torcia che avevo portato con me e l'accesi. Illuminai un po' la stanza in torno a me: cerano scatoloni, taniche e barattoli di vernice. Perlustrai con lo stretto alone di luce della torcia fino a che, illuminando un angolo della stanza, quasi non cacciai un urlo. Mi trattenni solo perché la paura di essere scoperta era più forte di qualunque altra cosa in quel momento. Inoltre, la paura durò poco, quando mi resi conto di cos'era. Il corpo martoriato e pieno di sangue di Erica era lì, poggiato a terra, abbandonato in quella stanza come spazzatura. Gli occhi ancora aperti e spenti guardavano il cielo.

Chiusi gli occhi, deglutii e feci una preghiera per lei.

Ora sapevo dov'ero, sapevo chi c'era in quel palazzo abbandonato e, quando sentii rumore di battaglia, non fuggii.

Seppur non avessi l'arco con me, decisi di affrontare il pericolo. Se c'era un combattimento, voleva dire che c'era qualcuno che stava sfidando gli alpha! E chiunque fosse, era mio alleato.

Uscii dallo stanzino, promettendo ad Erica che qualcuno sarebbe tornata per lei, che avrei detto a Derek dove fosse. Sperai in tal modo di dare un po' di pace alla sua anima.

Richiusi la porta e mi avviai verso la fonte del rumore, raggiungendo così uno spiazzo dove c'era la porta blindata del caveau. Era aperto e il combattimento si stava svolgendo lì dentro.

Mi affacciai e per la terza volta - dopo la professoressa Morrell ed Erica - mi sorpresi di quello che vidi. Derek e Scott stavano combattendo contro Boyd e una ragazza che non avevo mai visto prima.

Perché Boyd attaccava il suo alpha e Scott? Cosa potevo fare io?

Notai con dispiacere che la ragazza e il beta di Derek erano in netto vantaggio. Altra cosa che non mi spiegavo.

La mia presenza venne notata quando urlai alla vista di Boyd che stava trafiggendo lo stomaco di Scott.

<<Allison>> bisbigliò Scott, stremato.

Mi guardai attorno in cerca di qualcosa, qualunque cosa, per dare una mano. Fu in quel momento che notai il cerchio di polvere di frassino che intrappolava i quattro licantropi dentro al caveau come se fosse un'arena.

<<No! Non farlo!>> mi gridò Derek quando capì le mie intenzioni.

Non gli diedi ascolto: non avrei lasciato che Scott morisse. Con un semplice gesto della mano, spezzai il cerchio di polvere nera e mi scansai dall'ingresso. Boyd e la ragazza si accorsero di ciò che avevo fatto e subito uscirono di lì, fuggendo via.

Derek mi raggiunse e mi prese per il collo. <<Ti rendi conto di quello che hai fatto? Ora andranno in giro ad ammazzare qualunque cosa vedranno! Sono incontrollabili!>> ringhiò.

Scott ci raggiunse. Gli bastò dire "Lasciala!" perché l'alpha mi togliesse le mani di dosso.

<<Se non lo avessi fatto, - mi giustificai. – vi avrebbero ucciso!>>.

<<Perché sei qui?>> domandò Scott, già ripresosi dall'attacco di Boyd.

<<Il livido, ricordate? È il simbolo della banca>> spiegai.

<<E sei venuta qui da sola? Sei un'incosciente!>> mi sgridò.

Rimasi senza parole. Poi ricordai. <<Ho trovato Erica. - dissi a Derek. – Lei è ...>>.

<<Sì, lo so - mi interruppe. - Ora però dobbiamo recuperare quei due>>.

<<Chi è lei? La ragazza che era con Boyd?>> domandai.

Derek non rispose subito. <<Lei è Cora ... mia sorella>>.

"Che?"

***

TEEN WOLF - I'm somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora