Capitolo 68: DEREK

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Io e Scott eravamo riusciti ad entrare nel caveau passando dalla parete, sfondandola a forza di pugni. Le carte con la pianta del palazzo ci furono date da Stiles e solo dopo che eravamo riusciti ad entrare nella stanza blindata il ragazzo ci chiamò per avvisarci che le pareti erano fatte in pietra di luna. Voleva dire che, per tutti i mesi che erano rimasti lì, Boyd e quella che si rivelò essere mia sorella non si erano mai trasformati. Ora, rompendo la parete in una notte di luna piena, i due avevano la forza pari a quella di tutte le volte che non si erano trasformati riunite assieme. Erano delle vere e proprie macchine da guerra e io e Scott avevamo davvero poche probabilità.

Entrati nel caveau, avevamo fatto in tempo a vedere la signorina Morrell chiudere il cerchio di polvere di frassino per volere di ... Deaucalion!

<<I-io l'ho già visto! Era nell'ascensore con me!>> esclamò Scott, ricordando di aver già visto l'alpha cieco all'ospedale.

Questo non ci diede alcuna spiegazione, sorrise soddisfatto e ci lasciò in quell'arena.

Scoprire che la mia sorella minore era viva dopo sei anni e trovarmela di fronte con zanne e artigli sguinzagliati pronta ad uccidermi contro il suo volere, era una stilettata al cuore.

Alla fine ci pensò Allison a dare una svolta alla situazione ... peggiorandola. Avremmo dovuto cercare quei due pazzi furiosi per tutta Beacon Hills.

Mi feci dire dalla ragazza dove fosse Erica, promettendomi di andarla a recuperare dopo aver risolto quella ben più urgente situazione.

Uscimmo di lì e lasciai che Scott chiamasse Isaac per avere aiuto, anche se la cosa non mi entusiasmava. Aveva già rischiato abbastanza.

In più, Scott insistette per avere un ulteriore aiuto, un alleato che mai avrei immaginato tale: Chris Argent.



Attirammo Boyd e Cora verso la scuola. Mancava poco all'alba e a quell'ora non ci sarebbe stato nessuno. Almeno così credevamo. Tagliandogli la strada continuamente riuscimmo a chiuderli dentro l'archivio, scoprendo solo dopo che lì dentro c'era una persona di troppo. Scott si era accostato alla porta di ferro dell'archivio e, poggiandoci l'orecchio, era rimasto in ascolto.

<<Sbaglio o quelli che sento sono tre battiti cardiaci?>> esclamò allarmato. Mi avvicinai per accertarmene. Aveva ragione.

<<Devo entrare>> dissi.

<<Cosa? Ti uccideranno!>>

Non sprecai tempo a discutere. <<Tu resta qui. E richiudi la porta dietro di me>>. Non aspettai che rispondesse ed entrai. Sentii il rumore del chiavistello, che mi diede la certezza che Scott mi avesse obbedito.

Seguii l'odore di Boyd e mie sorella fino a trovarli affamati e ringhianti di fronte alla sventurata. Era pietrificata davanti a loro, con le cartelle che era andata in cerca ancora in mano. Subito mi gettai a capofitto contro i due beta e la donna ne approfittò per nascondersi dietro una libreria.

Lottai con tutte le forze necessarie, sapendo che di lì a poco mi avrebbero sopraffatto. Ero stremato e ormai prendevo colpi senza più reagire. Poi, in lontananza, fuori di lì, forse al piano superiore, percepii la distante voce di Isaac.

<<Scott! Il sole sta sorgendo!>> gridava, felice che quella notte fosse finalmente giunta al termine. Fu così che sferrai l'ultimo deciso colpo che mise K.O. Cora e Boyd in un attimo al concludersi dell'effetto di tre lune piene. Caddero al mio fianco sconfitti.

Le mie ferite si rimarginarono velocemente e udii il lamento della porta dell'archivio che si apriva. Isaac e Scott mi raggiunsero e gli ordinai di portare via i due beta. Non potevo permettere che quella donna scoprisse anche loro. I due si scambiarono un'occhiata, come se dall'odore avessero riconosciuto l'intrusa.

<<La professoressa Blake!>> esclamò Scott sotto voce.

<<Via di qui>> li intimai.

Isaac prese in spalla Boyd e Scott fece lo stesso con Cora. Dopodiché sparirono.

Mi avvicinai verso la libraria dietro la quale trovai la signorina Blake. Mi guardò, ma non aveva paura di me. Il suo battito stava decelerando e si stava tranquillizzando. Le porsi una mano e non si schifò del fatto che fosse sporca di sangue, come del resto anche la mia maglia. L'afferrò e si tirò in piedi, senza interrompere il contatto visivo che si era instaurato tra noi.

***

TEEN WOLF - I'm somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora