Capitolo diciotto.

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Point of view of Ashley

Sabato sabato, è sempre sabato.

Amo il sabato, passo la mia intera giornata sul letto e non potrei essere più felice.

Il letto è l'unica persona che non mi volterà mai le spalle, ci sarà sempre per me.

E io ci sarò per lui ovviamente.

Mi alzo dal letto, scendendo giù in cucina.

Mi sembra di essere sola, dove sono quelle sue bacucche?

"Shay?" nessuno risponde. "Lucy?" ancora una volta nessuna risposta.

Mi dirigo in cucina, notando solo ora un biglietto sul frigorifero.

Ho accompagnato Lucy a scuola guida, ci vediamo verso ora di pranzo.
                                                    xx, Shay.

Ah bene, mi hanno lasciato da sola in cattività a casa.

Me lo ricorderò.

Faccio una doccia veloce e mi vesto.

Magari passo da Cameron, se non è all'università.

Voglio chiarire un po' di cose.

Prendo la borsa, sto per uscire di casa quando ricevo una chiamata.

Leggo il nome sullo schermo, e vorrei attaccate ma potrebbe essere una cosa importante dato che non mi chiama mai, così rispondo.

"Pronto?" alzo gli occhi al cielo.

"Ehm Ashley?"

"Ah vedo che almeno il mio nome te lo ricordi." dico.

Ignora la mia affermazione, passando direttamente al punto.

"Potresti venire un attimo a casa, dobbiamo parlare di una cosa."

Vorrà sicuramente parlare di qualcosa inerente al lavoro, ovviamente, per che altro altrimenti?

"Perché dovrei? Ora sono impegnata." bhe, non proprio ma tanto non lo sa.

"Ashley per favore, sono tua madre!" esclama.

Oh certo, solo quando vuole lei.

"Cinque minuti, non di più."

"Fai presto." attacca.

Che odio.

Ecco come cominciare male la giornata, possibile che debbano rendermi sempre nervosa i miei genitori?

Mi chiamano solo per soddisfare i loro bisogni di lavoro, poi per il resto posso anche morire, a loro non importa.

Chiudo la porta di casa, avviandomi verso la mia vera casa.

-

Busso alla porta.

In realtà anche se non ci vengo più qui, ho le chiavi e potrei aprire io, ma preferisco che si scomodino loro per aprirmi.

Mia madre non ci mette molto ad aprirmi.

Si sposta, permettendomi di entrare.

Chiude la porta e mi fa segno di seguirla.

Attraversiamo il corridoio lunghissimo di casa mia, che da piccola mi sembrava non avesse fine.

Non metto piede qui dentro da almeno due anni.

Nella testa si percuotono brutti ricordi legati al passato, mi sento come se non avessi aria.

Voglio uscire da qui.

The best of me||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora