Capitolo ventiquattro.

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Point of view of Dylan

Sono reduce da una piccola lite in famiglia per colpa di Troian che non trovava i suoi pantaloni, e la nonna mi accusava di averli messi.

Ma come posso mettermi dei pantaloni da donna che neanche mi vanno?

Le cose che ti fanno innervosire a prima mattina.

Entro a scuola, con un via vai di persone che urlano, saltano, ridono, piangono che mi va subito alla testa.

Prevedo una giornata categoricamente no.

Suona la campanella e mi dirigo al club di fisica.

Prendo prima una bottiglia d'acqua al distributore, perdendo molto tempo per la fila.

Dio ma perché le persone ci mettono dieci anni ad infilare una moneta in una fessura e cliccare un numero?

Dopo aver perso sette anni di vita al distributore, scendo giù in laboratorio.

Un caos tremendo mi assale anche qua.

"Dylan finalmente sei arrivato!" esclama Bill, precipitandosi su di me.

"Dylan abbiamo un problema, un grosso problema, un problema irrisolvibile!" dice Ben in preda al panico.

"È la fine del mondo!" urla Jim.

"Lo fate respirare?" interviene Lucas.

Per come sono nervoso stamattina, io prenderei uno per uno e li sbatterei contro la finestra e darei loro tanti pugni perché mi stanno assillando e facendo uscire pazzo più di quanto non lo sia già!

Prendo un lungo respiro, indosso gli occhiali e mi siedo.

Non metto mai gli occhiali, non so perché, però non ci vedo proprio senza.

Li metto raramente pur non vedendoci, infatti quando li metto rinasco.

"Qual è il problema?" chiedo con un tono calmo, ma che nasconde tanta rabbia.

Bill comincia a torturarsi le mani.

Ben sembra quasi strapparsi i capelli, per non parlare di Jim.

Non chiederò a loro cosa è successo o altrimenti mi mettono ansia più di quanta me ne hanno già messa.

L'unico calmo in questo gruppo è Lucas.

"Lucas puoi spiegarmi perché si stanno agitando tanto?" chiedo.

Lucas prende un respiro profondo e poi si avvicina a me.

"Trent è malato e non può partecipare alle olimpiadi di fisica di domani." dice. "Ricordi che avevamo chiesto a lui di fare l'esercizio perché non ha probabilità di sbagliare?"

Cazzo.

Le olimpiadi.

Le ho praticamente rimosse dalla mia testa.

Con tutto quello che è successo ultimamente, mi sono proprio dimenticato delle olimpiadi.

E cazzo pure Trent, come facciamo senza di lui?

A me quell'esercizio per le olimpiadi non mi riesce proprio, nessuno era capace, solo Trent.

Sospiro, strofinandomi gli occhi.

"Capisci perché siamo disperati?" urla nel mio orecchio Bill.

Sospiro di nuovo.

Sento come se il sangue mi stia andando alla testa.

"Potete mantenere la calma?" dico.

"Come?" urla Ben.

Mi torturo le mani.

The best of me||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora