Capitolo trentuno.

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Point of view of Dylan


Apro lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre varie volte con un po' di fatica.

Guardo fisso davanti a me, vedo solo un soffitto bianco spoglio.

Dove mi trovo?

Guardo alla mia destra e vedo una macchina che emette uno strano suono ed è collegato al mio cuore.

Al mio fianco c'è un comodino sul quale vi è una bottiglia d'acqua con un bicchiere e un telecomando, probabilmente per la televisione che si trova di fronte a me.

Mi sento un po' stordito.

Perché sono qui?

Ah, ora ricordo, c'era un uomo che voleva sparare Ashley ma mi sono parato davanti in modo che colpisse me.

Non volevo che colpisse lei, ho fatto di tutto pur di evitare che si ferisse lei.

Non ricordo dove mi abbia colpito, ma sono vivo ed è già tanto.

"Per favore dottore, posso vederlo?" urla qualcuno dal corridoio.

La porta della mia stanza è chiusa ma si sente praticamente tutto.

È la voce di mia madre, è triste e disperata, rotta dal pianto che probabilmente non è mai cessato da quando ha saputo che sono qui dentro.

Sistemo bene la testa sul cuscino, cercando di alzarmi ma mi blocco per un dolore improvviso che sento al fianco sinistro.

Mi riabbasso sul letto, alzando la coperta e poi questa maglia bianca che mi sono ritrovato addosso, probabilmente è dell'ospedale.

Scorgo una grande fasciatura lungo il fianco sinistro, sgranando gli occhi.

Quindi il proiettile mi ha colpito qui sul fianco? In effetti mi fa ancora un po' male.

La porta della mia stanza si spalanca e mia madre entra come una furia nella stanza seguita da mia sorella e il medico, il quale incita i miei amici a rimanere fuori perché per il momento può vedermi solo la mia famiglia.

Mia madre corre verso di me e si siede sulla sedia, che si trova affianco al lato destro del letto.

I suoi grandi occhi color nocciola sono pieni di lacrime, che scendono incessantemente lungo le sue guance, bagnandole come pioggia che batte sul vetro di una finestra.

"Tesoro mio." mormora tra i singhiozzi.

Troian se ne sta all'inpiedi dal lato opposto guardandomi spaventata e preoccupata.

Mi giro verso mia madre, ma non riesco ad emettere suono.

Mia madre accarezza tutto il mio viso, continuando a singhiozzare.

"Mi dispiace così tanto." dice.

Ma non è colpa sua, mi dispiace vederla così.

Le prendo la mano, abbozzando un sorrisino.

Ora sto bene, non c'è motivo di piangere.

Troian si avvicina al letto, prendendo l'altra mia mano e scrutandomi.

"Abbiamo parlato con il medico, a quanto pare questa persona ti ha sparato al fianco, non è grave, hanno fermato subito il sangue, ma preferiscono comunque tenerti qualche giorno qui perché eri molto abbattuto quando sei arrivato e sei ancora parzialmente stordito." spiega con tono triste.

Ha gli occhi pieni di lacrime anche lei, ma non versa una lacrime, forse perché non vuole che la veda piangere.

Infatti io non voglio che pianga, così come non voglio che pianga mia madre.

The best of me||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora