15. Arrivi inaspettati e cose nuove

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Se c'era un giorno perfetto, più di altri, per stare a letto a costruire una mappa concettuale mentale di quanto la propria vita facesse schifo Harry pensò che la domenica lo fosse.

Regnava il buio nella sua stanza, non aveva idea di che ora fosse e il telefono lo aveva lanciato in un punto non meglio identificato all'ennesima chiamata rifiutata da Kate. Si poteva sentire ancora l'odore della camomilla che sua madre gli aveva preparato la sera prima. Dopo minuti di silenzio passati a singhiozzare sulla spalla di Anne, Harry aveva confessato ciò che lo aveva portato al crollo e sua madre semplicemente non lo giudicò ma cercò di rimanergli vicino per fargli capire che c'era ancora chi gli voleva bene nonostante tutto.

Arrivato alla sedicesima proiezione del flashback del litigio con Kate, che Harry continuava a rivivere in continuazione come il peggiore dei gli incubi il ragazzo provò a ritrovare la strada per il regno dei sogni, cercando di ignorare il chiasso che proveniva dal piano inferiore.

Di domenica dovete ribaltare la casa?! pensò il ragazzo che già dai suoi pensieri avvertiva il malumore insediarsi dentro di sé.

Poi a un certo punto un gigante, immaginò il ragazzo, con passo pesante salì le scale, spalancò la porta e saltò sul materasso, anzi proprio addosso a Harry.

<<Ahi! Cazzo che male!!>> Esclamò il ragazzo in un misto tra sorpresa e dolore.

<<Ah è così che dai il bentornato alla tua sorellona?>> Enfatizzò una squillante voce femminile.

Harry in un giorno più tranquillo di quelli che stava passando, sarebbe stato felice di rivedere sua sorella ma in quell'esatto momento voleva solo la solitudine totale, quindi con un grugnito si rintanò ancora di più tra le lenzuola.

Gemma, che per testardaggine poteva tranquillamente tenere testa a Kate non si lasciò abbattere da quella reazione anzi diventò ancora più rumorosa e fastidiosa. Infatti di rado Kate e Gemma venivano tenute nella stessa stanza senza che Harry non avesse supporto.

Se ci fosse stata più luce nella camera Harry avrebbe potuto cogliere la chioma ambrata, dirigersi in direzione della finestra, aprire le persiane e lasciare entrare la luce che quella domenica mattina il sole regalava ai cittadini di Liverpool

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Se ci fosse stata più luce nella camera Harry avrebbe potuto cogliere la chioma ambrata, dirigersi in direzione della finestra, aprire le persiane e lasciare entrare la luce che quella domenica mattina il sole regalava ai cittadini di Liverpool.

<<Sveglia raggio di sole, non ho attraversato l'oceano per guardarti dormire.>> Disse la ragazza, con la voce che non accennava ad abbassarsi.

Harry grugnì di nuovo e tirò ancora di più le azzurre lenzuola a sé. In quella stanza era in atto una battaglia a chi si arrendeva prima e Gemma Anne Styles non era proprio il tipo di persona che sa accettare una sconfitta.

La ragazza sbuffò, si tolse le scarpe da ginnastica bianche e dalla fine del letto, salendo sul materasso e infilandosi nella parte finale delle coperte strappate del letto, si arrampicò fino ad arrivare passando sotto le coperte accanto a Harry.

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