Niall aveva risposto al messaggio di Lizzy avvisandola che sarebbe passato alle sette e mezza, il tutto accompagnato da uno spropositato numero di faccine sorridenti, che la ragazza interpretò come un avanzato stato di euforia.
Erano solo le quattro, ma per una ragazza che di primi appuntamenti non ne aveva avuto nemmeno uno, le sette e mezza sarebbero potute arrivare nel giro di cinque minuti. Ecco perché si era già lavata e depilata mentre marcava il territorio antistante al suo armadio riflettendo su cosa avrebbe dovuto indossare.
Quale vestito era adatto ad un primo appuntamento? Quale vestito comunicava sicurezza, ma anche emozione da primo appuntamento? Quale vestito poteva dire ad un ragazzo eccomi, mi sono fatta bella per te o magari il vestito doveva dire baciami e basta, non mi interessa della serata? Sensuale, romantico, timido, eccentrico c'erano così tante possibilità che vorticavano nella mente di Lizzy facendo venire alla ragazza voglia di prendere un paio di jeans, felpa e scarpe comode in modo che, in caso fosse andata male darsela a gambe sarebbe stato semplice.
Era sempre stata abituata a vestirsi e comportarsi in un certo modo che, venendo a conoscenza dei ragazzi del tetto e di Niall in particolare, era stato stravolto tutto quello che una volta costituiva la sua normalità. Avrebbe voluto essere più come Kate, lei era una che sapeva sempre come comportarsi, cosa dire e come dirlo ma soprattutto come vestirsi.
La sua aspirazione a voler non essere uguale, ma assomigliare per lo più caratterialmente all'amica la portò a chiamarla per la seconda volta nel giro di ventiquattro ore.
<<Ti prego dimmi che non sei già in accappatoio davanti all'armadio, sull'orlo delle lacrime e con la voglia di dare buca a Niall.>> La pregò l'amica, senza troppi convenevoli, che Lizzy valutò come un avvicinamento all'unica ragazza del tetto.
<<Lo sono. Ti prego salvami.>> Disse Lizzy, che al quel punto mise da parte ogni tipo di dignità, dimostrandosi pronta a far di tutto pur di aver un aiuto.
<<Prendi il computer e avvia Skype, avrai una consulenza doppia.>> Le ordinò Kate.
Lizzy recuperò il suo portatile, lo accese e dopo aver inserito la password e aver aspettato per quella che sembrò una vita – trenta secondi – la comparsa del suo desktop, avviò il programma per le videochiamate.
<<Ok, ci sono dimmi il tuo nome.>> L'avvertì Lizzy preparandosi ad inserirlo nella barra delle ricerche.
<<No dimmi tu il tuo.>> Le rispose la mora, come se le fosse stata fatta un'accusa.
<<Perché?>> Chiese in un primo momento la bionda corrucciando le sopracciglia, poi capì <<quanto è imbarazzante il tuo nome?>> Chiese con un pizzico di malizia nella voce.
<<Come minimo imbarazzante tanto quanto il tuo, insieme dai.>> Propose Kate, dall'altro capo del telefono.
Lizzy annui, poi realizzando che fosse al telefono e che quindi l'amica non poteva vederla, rispose.
<<Okay al tre: uno ... due ... tre!>> Contò la bionda.
<<KittyKat.>>
<<LizzyLizard.>>
Le due ragazze sentendo i nomi dell'altra, si misero a ridere per quanto fossero ridicoli, ma senza ulteriori chiacchiere, si aggiunsero su Skype e si chiamarono.
Entrambe, una a Liverpool e l'altra a San Pietroburgo, chiusero la chiamata sul cellulare una volta che si videro attraverso il piccolo riquadro che si era aperto al centro dello schermo.
<<Allora fammi vedere prima che hai nel tuo armadio.>> Le ordinò Kate, mentre si metteva comoda sdraiandosi a pancia in giù sul letto.
STAI LEGGENDO
Sitting on the roof || h.s.
FanfictionSe gli avessero chiesto "Vi sentite invincibili a stare su un tetto di un palazzo abbandonato?" Loro avrebbero risposto di no, ma diamine gli sembrava di essere più vicini alle stelle, avevano vissuto e osservato tante di quelle avventure, che anche...