Un pensiero alle persone che vivono nelle zone dove ieri la terra ha tremato, ancora.
Lunedì mattina significava fondamentalmente due cose: lavoro e il rumore della sveglia che riempiva la stanza. Se fosse stato un comune lunedì mattina Louis si sarebbe concesso ancora qualche minuto tra le lenzuola ma quella volta sapeva che non poteva fare tardi. Oggi iniziava il nuovo lavoro.
Spinto da questo pensiero scese dal letto, andò in bagno dove si lavò velocemente, indossò il suo migliore paio di jeans, accompagnati da una semplice e forse troppo impersonale t-shirt e una felpa. Prima di azzardarsi a indossare una delle sue t-shirt con frasi, battute scritte sopra voleva vedere come sarebbe stato l'ambiente in cui avrebbe lavorato. Recuperò le chiavi della macchina, il portafoglio e il cellulare per poi dirigersi in cucina dove sua madre stava preparando la colazione per i suoi fratelli che ancora dormivano.
Mentre il ragazzo aspettava che il suo caffelatte venisse pronto osservò la donna che l'aveva messo al mondo: i capelli erano raccolti in una crocchia disordinata dove alcune ciocche selvagge andavano in tutte le direzioni, gli occhi di un azzurro simile a quello di Louis erano stanchi e lo sguardo rovinato dalle occhiaie. Nonostante tutto, anche quando era così stanca dopo i turni notturni in ospedale quando sorrideva, specialmente ai propri figli ogni segno di spossatezza spariva.
Venne riportato al presente quando sua madre gli poggiò di fronte la colazione, che dopo un caldo sorriso di ringraziamento cominciò a consumare.
Colse la donna sbadigliare diverse volte mentre sistemava qua e là il disordine che i suoi fratelli avevano lasciato la sera prima di andare a dormire.
<<Mamma, va a farti una dormita,>> le raccomandò Louis mentre si infilava le scarpe <<può pensarci Lottie a portare a scuola gli altri.>> Sua madre annuì, e il ragazzo veramente sperò che facesse come gli aveva detto anche se aveva molti dubbi.
Nessuno, al di fuori dei ragazzi del tetto sapeva che Louis si era licenziato dal bar e che aveva trovato un nuovo lavoro. Se lo avesse detto alla sua famiglia, soprattutto per sua madre, per lei sarebbe stato un campanello d'allarme questa presa di coscienza di Louis sul fatto che le cose non andavano così bene nelle finanze della famiglia Tomlinson. Ovviamente i più piccoli non ci facevano tanto caso, ma Louis e qualche volta Lottie sapevano andare oltre i sorrisi che la mamma faceva, i sorrisi più finti del mondo, mentre leggeva le bollette e i solleciti per il ritardo nei pagamenti.
Avrebbe voluto parlare con Charlotte, chiedendole di cercare un lavoro dove la pagassero di più, ma la ragazza aveva appena 16 anni e già faticava a gestirsi tra il lavoro che aveva e la scuola. Privarla del poco tempo libero che le era rimasto da impiegare in normali attività per una sedicenne, sarebbe stato ingiusto, come rubarle la gioventù.
Salito in macchina il moro l'accese, impostò il navigatore sul cellulare e seguì le indicazioni della voce che lo condusse nel quartiere dove abitavano gli Smith, gli Styles e gli Adams. Lo aveva immaginato, dopotutto chi è disposto così tanto per un mese per badare ad una persona anziana doveva essere per forza benestante.
Passò molte case che riconobbe dalle volte in cui si era aggirato per quelle vie e arrivò infondo ad una di esse. La casa che corrispondeva all'indirizzo che gli era stato dato, era costruita interamente di legno, il giardino per niente curato.
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Sitting on the roof || h.s.
FanfictionSe gli avessero chiesto "Vi sentite invincibili a stare su un tetto di un palazzo abbandonato?" Loro avrebbero risposto di no, ma diamine gli sembrava di essere più vicini alle stelle, avevano vissuto e osservato tante di quelle avventure, che anche...