22. Do svidaniya e momenti materni

710 44 6
                                    


Il gate, quel giovedì mattina, fremeva di persone. Kate si chiese come mai tutta questa gente stava prendendo un volo a metà settimana per Liverpool. C'era chi controllava freneticamente di non aver dimenticato nessun documento, chi leggeva una rivista o chi controllava l'orologio sperando che una di quelle volte le lancette segnassero l'ora d'imbarco

Irina aveva aiutato la nipote ad imbarcare i bagagli, e ora sedeva accanto a Kate attendendo con lei, cosa che ovviamente non le era concessa, in quanto sprovvista di biglietto ma Kate semplicemente fece finta di non vedere Irina dare delle banconote alla guardia.

<<Sei sicura di voler tornare? Mi piaceva la tua compagnia.>> Disse Irina, mentre accarezzava i capelli di Kate. La sera prima le ragazze, avevano organizzato un pigiama party con tanto di maschere di bellezza, manicure e cura dei capelli. Kate aveva chiesto alla zia di dare ai suoi un effetto mosso e il risultato era meraviglioso.

<<No, ma devo sistemare tutto quello che non va,>> rispose sincera la nipote <<è l'unico modo per andare avanti.>> Ammise poi, sospirando e pensando a quante cose avrebbe dovuto fare una volta tornata.

Aveva fatto una lunga lista che si ripeteva ogni volta che ne aveva l'occasione: aiutare Louis e la sua famiglia, adorava il Tomlinson quindi perché no? Consigliare Lizzy se fosse servito riguardo la nascente relazione con Niall, sostenere Liam e Zayn, decidere cosa farne del suo futuro e quindi della sua vita. Infine rimaneva quel fastidioso punto della lista, scritto a caratteri cubitali: RISOLVERE CON HARRY.

<<Risolvere.>> Se la si ascoltava velocemente in un discorso qualunque non pareva male come parola, ma se ci si ferma un minuto a comprenderne il significato la parola non sempre aveva un'aura di positività attorno a sé. Avrebbe risolto con Harry certo, ma forse risolvere significava dividersi, allontanarsi, non per forza stare insieme.

<<Magari una volta risolto tutto, tornerò qui definitivamente ...>> ipotizzò Kate, guardando ora negli occhi celesti della zia.

<<Sai non credo che San Pietroburgo sia il tuo posto nel mondo ... ovviamente in caso mi sbagliassi la mia porta per te è sempre spalancata.>> Disse Irina, sorridendo alla nipote.

<<Come hai capito che San Pietroburgo era casa tua?>> Domandò Kate, intendendo come <<casa<< il proprio posto sicuro, il luogo dove sei te stesso e puoi realizzarti.

<<Quando mi sono iscritta a legge. Voglio diventare un'avvocatessa e fare di questo posto un paese migliore, perché amo la Russia.>> Rivelò Irina, la cui voce ferma mal celava amore oltre ad orgoglio e patriottismo.

<<Spero ce la farai, renderai la nonna contenta!>> La incoraggiò Kate, pensando che nonostante Irina fosse la persona che faceva più ammattire la povera Alexandra, era anche la persona che amava la Russia tanto quanto sua madre.

<<Sarebbe bello, dopo una vita dove ho sempre combinato guai.>> La voce di Irina si spezzò, e una lacrima scese lungo la sua guancia.

<<Lo sappiamo entrambe perché lo hai fatto.>> Sentenziò Kate, sorridendo dolcemente alla zia e asciugandole le lacrime.

<<Ah sì?>> Sorrise di rimando la zia alla nipote.

<<Ma certo, lo facevi perché odiavi rimanere in disparte, con me e mia madre sempre al centro delle cure dei nonni, tu sei stata obbligata a affrontare tante cose da sola ma sei una donna ammirevole per essere dove sei con le tue sole forze Irina.>> Disse Kate abbracciando la zia.

>> Disse Kate abbracciando la zia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Sitting on the roof || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora