Il trolley veniva trascinato lentamente tra le vie bagnate di Liverpool. Aveva iniziato a piovere a metà mattina e a quanto pare aveva smesso poco prima che l'aereo di Kate atterrasse. Le strade erano ancora umide, il caldo invivibile dei giorni precedenti sostituito da una fresca brezza estiva.
Nessuna sapeva che era tornata e in un certo senso questo, faceva sentire Kate come in una sorta di limbo, un luogo dove tutto è congelato, tutto è fermo e niente può andare bene o male, tutto in stallo.
Aveva deciso - per quanto l'aeroporto fosse lontano dal proprio quartiere e il peso della propria valigia aumentato dei vestiti che aveva comprato con Irina - di tornare a casa a piedi. Avrebbe usato quel tempo per pensare a come tornare. Arrabbiata? Triste? Pentita? Indifferente?
Ma alla fine usò il suo tempo per guardarsi in giro, camminare per le strade della sua città e osservare che non sembrava cambiata ma in realtà era lei che aveva cambiato il modo di osservare le cose.
Voleva, prima di tutto, chiedere scusa a sua madre per averle lasciato un insulso pezzo di carta anziché chiamarla o metterla al corrente di persona della sua decisione, e anche per il suo comportamento allo studio. Norah non se lo meritava, aveva solo provato ad aiutare la figlia a trovare il bandolo della matassa dei suoi pensieri.
Poi magari sarebbe andata dai suoi nonni, sapeva che Irina li aveva tenuti costantemente aggiornati ma sentiva il bisogno di muovere dei passi accanto alla libreria del nonno e lasciare che i suoi abiti si impregnassero del profumo di una delle gustose torte della nonna. Da piccola queste sensazioni la tranquillizzavano.
Poi sarebbe passata al tetto. Sembrava un'eternità che non tornava più lì, il posto che lei aveva scoperto e trasformato. In un certo senso si sentiva come un monarca che tornava nel suo castello dopo una difficile campagna di guerra.
Qualcuno al tetto ci sarebbe stato sicuramente, anche se sperava che non ci fosse Harry o per lo meno che il destino non avesse agito in modo che ci sarebbero stati solo loro due lassù.
A Kate, egoisticamente, piaceva pensare che quando sarebbe tornata tutto sarebbe rimasto come l'aveva lasciato, ma molte cose erano successe in sua assenza e lei doveva assolutamente saperle. Come sta Louis? Come va il suo nuovo lavoro? Liam e Zayn, stanno ancora insieme? Lizzy e Niall si sono dichiarati? E Harry?
Sbuffò, si stava preoccupando dei suoi amici, ma involontariamente i suoi pensieri andarono al suo migliore amico. La sua mente non poteva fare a meno di agire come aveva fatto negli ultimi quattordici anni, preoccuparsi quando non è accanto a lei. Ma lui sarebbe stato l'ultimo ad essere avvisato del suo ritorno.
Stava attraversando la via del centro, dove diversi negozi stavano aprendo per il pomeriggio. Stava osservando una bellissima giacca di pelle quando la porta del negozio di alimentari lì accanto si aprì entrano in collisione con Kate che finì in terra prendendo un brutto colpo.
<<Cazzo! Che male!>> Esclamò la ragazza massaggiandosi il fondoschiena. Nel cadere aveva anche urtato con la schiena il trolley che stava trascinando, ribaltandolo. Fortunatamente era chiuso, ma si era fatta comunque male.
<<Stai attenta quando cammini!>> Disse una voce, che probabilmente apparteneva alla persona che aveva aperto la porta.
<<Quando una persona sta facendo un viaggio mentale gli altri devono stare attenti!>> Rispose a tono Kate, rialzandosi, sentendo la presa di una mano sul braccio che l'aiutava a rimettersi in piedi.
Cadendo, gli occhiali da sole che indossava le erano saliti fino a finire sulla fronte, appena all'inizio dell'attaccatura dei capelli.
Se li tolse, controllò che non ci fosse nessun danno e se li pulì nella maglia che indossava.
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Sitting on the roof || h.s.
FanfictionSe gli avessero chiesto "Vi sentite invincibili a stare su un tetto di un palazzo abbandonato?" Loro avrebbero risposto di no, ma diamine gli sembrava di essere più vicini alle stelle, avevano vissuto e osservato tante di quelle avventure, che anche...