Capitolo 33: Ricordi di una notte lontana e tempestosa.

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Pov Autrice

Molto spesso, gli errori commessi in passato ci perseguitano per tutta la vita. Altre volte, riusciamo a metterli da parte per sempre. Altre ancora, tornano quando meno ce lo aspettiamo.
E non si sa se sia per chissà quale forza divina, karma o quant'altro.
Tornano e basta, senza darci il tempo di capire. Capire cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa pugnalata al cuore, facendoci stare male, facendoci riflettere più del necessario.
Finché non arriviamo a capire che tutto ciò di terribile che decide di intrufolarsi nella nostra vita, in futuro potrà solamente esserci utile.

Tornando ai nostri protagonisti, erano ormai quasi tutti arrivati al locale dell'appuntamento.
Chi più, chi meno, erano tutti abbastanza eleganti per festeggiare la tanto agognata vittoria, anche se non tutti erano felici in egual modo per come era stata ottenuta.
La temperatura era scesa, avvicinandosi maggiormente ad un tempo più autunnale, rendendo solamente più piacevole la serata che li attendeva.
Peccato che ad attenderli, ci fosse qualcosa di peggio di qualche leggera raffica di vento.

Juvia e Gray furono gli ultimi ad arrivare, con lei che perse molto tempo per togliersi dal viso l'espressione colpevole che l'aveva accompagnata sin dal colloquio con Poryushka, fingendo di perdere tempo per il trucco.
Nessuno fece domande riguardo il loro ritardo, comunque, tutti molto presi a parlare di altro.
Lucy era messa in disparte, inizialmente, finché il suo ragazzo non la fece unire ai vari discorsi che presero parte durante la serata e si susseguirono come un fiume in piena.
Quando le portate finirono e gli stomaci furono abbastanza pieni, la proposta fu quella di andare tutti insieme al karaoke, ma Juvia, insieme ad altre ragazze, decisero di tornare a casa, perché troppo stanche. Lucy compresa.
Mentre tutte accettarono di essere accompagnate dai rispettivi consorti, Lucy rifiutò il passaggio di Sting e, girato l'angolo, trovò Natsu ad attenderla con la propria auto, a braccia conserte, non aperto ad accettare un rifiuto come risposta al suo silenzioso invito.
Durante la prima parte del tragitto, ci fu il silenzio più totale, sfalzato ogni tanto dai canali radio che non sapevano se prendere o meno.
Finché il rosato non ruppe il silenzio.
''Hai saputo qualcosa da Juvia? Per quanto sia brava a fingere, stasera deve esserle successo qualcosa di particolare, visto come si comportava.''
''Non ho avuto modo di parlarle a dovere, sinceramente. Cercherò di scoprire qualcosa domani o nei giorni a venire, ma non garantisco praticamente nulla.''
Dopo che il ragazzo annuì, la conversazione sprofondò nuovamente nel silenzio più imbarazzante del mondo, finché non arrivarono a destinazione, a casa della ragazza.
''Prima di scendere, un'ultima cosa. Hai pensato a ciò che ti ho detto io, invece?''
Lo sguardo serio di Natsu non ammetteva bugie, era come se qualcosa le impedisse categoricamente di riuscire ad inventarsi qualche scusa perché lui l'avrebbe capito e non l'avrebbe presa per niente bene.
Lucy, per tutta risposta, abbassò lo sguardo.
''Chi tace acconsente. Sono ancora in campo, eh. Sappi che non mi arrendo, non importa cosa.''
La bionda scese dalla macchina senza dire una parola, incerta se il cuore le faceva male per aver alzato un pò il gomito o per il senso di colpa che la stava distruggendo dall'interno.

Nel frattempo, Juvia era sdraiata sul proprio letto, indecisa se contattare o meno la dottoressa per sentire il resto della propria diagnosi.
Era spaventata, considerato il tono usato dalla donna.
Ma sapeva di non poter scappare dal proprio destino. Come sapeva che avrebbe dovuto affrontare il discorso con Gray, quanto prima.
Quando stava per inviare la buonanotte a quest'ultimo, un suo messaggio le fece raggelare il sangue.

Cosa significa ciò che mi hanno detto alcuni ragazzi oggi? Hai fatto dei turni al club, ultimamente? Ti hanno vista, ma non me ne hai parlato.

Dirgli di aver fatto per l'appunto quei turni, significava spiegare al proprio amato una storia che in quel momento non era chiara nemmeno a lei. Si limitò a dirgli di vedersi il giorno seguente, una volta schiarite le idee.
Ma il giorno seguente, fu anche l'ultimo in cui sarebbero stati felici.

Quella notte, Gray non riuscì a dormire bene.
Si addormentò molto tardi, nonostante la stanchezza accumulata, ed ebbe molti incubi.
Incubi sulla sua infanzia, principalmente. Sulle sue paure più nascoste.
Da piccolo, nonostante il supporto della sua famiglia, aveva sempre avuto un'unica paura: rimanere da solo.
Crescendo, si rese conto che la causa era suo cugino. Quel cugino costantemente odiato per varie ragioni, che gli aveva sempre portato via tutto.
Subito dopo, gli tornò in mente la notte di pochi anni prima che fece cambiare lui e sua sorella.
La notte in cui la vide piangere, mentre fuori la pioggia cadeva, confondendosi con le sue lacrime, unendosi al suo sangue e a quello delle persone con cui aveva iniziato quella brutta lite che gli provocò la cicatrice sulla fronte.
Per tentare di dimenticare ogni cosa, mostrò con orgoglio quel segno, inventandosi una storia alternativa a riguardo.
La verità era che quel giorno si ripromise di non fare più a botte, di non vedere più piangere sua sorella e di non avere più paura di niente. Ma quel fatto non si chiuse, proprio come le proprie ferite, il proprio orgoglio, la propria cicatrice.
Continuò a chiedersi per anni chi osò tramare contro di lui e contro l'intera famiglia Fullbuster, ma nessuno trovò delle risposte.
Solo che mai avrebbe immaginato la vera identità del colpevole dietro questi suoi incubi, dietro il suo passato.
Si svegliò di soprassalto, sudato e con il respiro affannoso.
Si chiese come mai, proprio quella sera, il fiume dei ricordi decise di tornare.
Riuscì a calmarsi in qualche minuto, tornando a sdraiarsi, per addormentarsi con il sorriso, pensando alla sua amata Juvia e certo che almeno lei non l'avrebbe mai abbandonato.

Ultear spiò la scena da fuori, più che sicura di sapere la ragione dietro quegli incubi, con il senso di colpa ad attanagliarla dall'interno.
Tornò al proprio letto, sempre più convinta di non voler rivelare a Gray l'identità di uno dei colpevoli.
Chiuse gli occhi, le lacrime che lentamente le scendevano dagli occhi, i ricordi che ritornavano.
E la pioggia, unica sua alleata durante quella notte, e in quella che stava vivendo.


Angolo autrice

Mado manco Leopardi lol
Beeene spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! Come sempre, grazie di tutto <3

Lety-chan

Fairy Tail High SchoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora