Pov Zeref
Sento la sveglia suonarmi accanto.
Sono le 6:00 in punto.
La spengo velocemente, stanco come non mai.
Non sono riuscito a chiudere occhio dopo ciò che è successo la scorsa sera.
Oggi devo dare tutto me stesso.
Vado a fare una doccia veloce, metto una camicia azzurra, una giacca nera, del profumo e tento di spazzolare i capelli, per quanto possibile.
Do un'ultima occhiata alla persona che si trova davanti a quello specchio. Quasi non mi riconosco.
Prendo un lungo respiro, chiudo gli occhi, li riapro e mi dirigo verso il luogo dell'appuntamento: un bar a pochi metri da casa mia.Cerco parcheggio per la mia Bmw, un pò ingombrante, ma è il sogno di una vita, infondo.
Aspetto davanti l'entrata, sono le 7:12.
Tra pochi minuti dovrebbe arrivare Natsu.
È inutile preparare grandi discorsi e paroloni. Tutto verrà deciso oggi.Circa una ventina di minuti dopo, lo vedo arrivare dalla direzione opposta alla mia. Zaino in spalla e valigia dietro di sé, mi viene incontro e, senza salutarmi, si avvia verso un tavolo libero.
Lo seguo, ordiniamo e restiamo in silenzio per un tempo che pare infinito.Non appena le nostre ordinazioni ci vengono portate dalla cameriera, un caffè macchiato per me e un cappuccino con cacao per lui, decido che è il momento perfetto per intavolare il discorso.
''Natsu, ti ho fatto venire qui oggi perché devo parlarti di alcune cose estremamente importanti.''
''Immaginavo, altrimenti non avresti mai invitato il tuo fratellino a fare colazione insieme.''
Sorrido amaramente, non potendo controbattere. Non ha torto.
''Riguarda molti anni fa. La morte dei nostri genitori.''
Per poco non si strozza con il cappuccino, beve dell'acqua, si pulisce le labbra e vedo la sua sicurezza sparire quasi del tutto. Ora è attento e interessato al discorso.
''Sai che qualsiasi cosa dirai io non-''
''Devi almeno farmi spiegare, Natsu.''
Non sembra essere molto convinto, ma nonostante ciò, incrocia le braccia e mi osserva dritto negli occhi. Mi inquieta quel suo sguardo di fuoco. È troppo simile al mio.''Quel giorno non è stata colpa tua. Né tantomeno mia. La mamma ci stava dando le sue solite lezioni di piano, quando io corro verso il bagno, dove trovo papà che sta tentando di sistemare alcuni tubi. Mi sorride e mi lascia da solo in quella stanza per alcuni minuti. Dopo che ho finito, quando sto per tornare nella stanza della mamma, sento papà gridare «No, fermo!». Non ho il tempo di raggiungerlo in cantina che vedo una fiammata scoppiare proprio là dentro. Resto bloccato sulle scale, dove mi avete trovato tu e la mamma. Ero troppo scosso per muovermi. Mentre stiamo scappando, inali troppo fumo e svieni. Quando siamo fuori dalla casa, mi accorgo che la mamma non era dietro di noi. Era andata in cantina, cercando di salvare papà. Ma subito dopo, la nostra casa cede, diventando un cumulo di cenere e fiamme che cercano di sovrastarsi a vicenda.''
''Mi stai dicendo... che c'era qualcuno che voleva uccidere i nostri genitori? E perché mai?''
''Ho passato tutti questi anni a cercare una motivazione e un artefice, ma al momento non ho nulla in mano. Ho solo scoperto che papà, ogni tanto, aiutava una certa famiglia con alcuni lavori. Se non sbaglio, dovrebbero chiamarsi... Vastia, sì.''
Vidi il viso di Natsu contrarsi. ''Conosci qualcuno con questo nome?''
''Mi è stranamente familiare, in effetti. Vai avanti.''
''C'è ben poco da dire. Questi particolari li ho ricordati col tempo, quando il trauma ha iniziato a fare posto ai ricordi veri e propri.''
''Quindi... non eri stato tu a provocarlo facendo finire dell'acqua nei cavi scoperti.''
''No, fratello. Per anni mi sono dato la colpa. Per anni non sapevo come avrei potuto guardarti in faccia. E ora, invece, sono riuscito a mettere da parte abbastanza coraggio e ricordi da poterti parlare.''Lo vedo pensieroso come non mai. Passa dal guardarmi negli occhi, ad osservare la sua tazza, ormai vuota.
''Vorresti suonare per me?''
La sua improvvisa richiesta mi spiazza.
Accetto senza pensarci due volte.
Pago la colazione per entrambi, lo porto a casa mia, lo faccio accomodare sul divano e mi siedo davanti la mia pianola.
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Fairy Tail High School
FanfictionUna giovane studentessa scappata dal padre, un ribelle rosato sempre pronto ad attacare briga, una lettrice accanita, un moro buzzurro appena trasferito, uno spogliarellista bocciato, una stalker troppo timida per mostrarsi al proprio amato, una rap...