Capitolo 41: Neve silenziosa.

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Pov Gerard

Tra una cosa e l'altra, le fatidiche vacanze di Natale sono finalmente arrivate.
La temperatura si è fatta piuttosto fredda, eppure ancora nessun segno della neve.
E mi dispiace parecchio. Non solo perché personalmente adoro la neve, proprio come Erza, ma anche perché è nota per la sua magia ineguagliabile nel far riunire le persone.
E in questo momento, sarebbe ben apprezzato.

Mi sveglio come ogni mattina, faccio una doccia veloce, mangio un paio di toast e guardo il cellulare.
È lei, che come sempre è la prima a mandare il buongiorno.
Ammetto che ho provato a svegliarmi prima per poter essere io, almeno ogni tanto, ad inviarlo. Ma inspiegabilmente finisce sempre così...
Non che io sottovaluti i poteri della mia ragazza, ci mancherebbe.

Dopo aver risposto al messaggio, le propongo di venire qui. Mio padre e mio fratello se ne sono andati ormai tempo fa, la maggior parte dei camerieri sta andando via, sotto mio ordine, per passare le feste con la propria famiglia, quindi saremmo soli, senza bisogno che lei diventi ansiosa ad ogni movimento.

Io non sono mio padre. Mi rendo conto che le persone che passano quasi tutto l'anno insieme a noi in questa casa, hanno una loro famiglia dalla quale piacerebbe ritornare. Invidio questa loro fortuna.
Così, almeno per le feste più importanti, concedo loro quasi tre settimane di vacanza, con un unico accorgimento: mandare qualcuno a turno a pulire la casa, una sola volta a settimana. Più persone alla volta, ovviamente.

Fino a prima di conoscere Erza, passavo il Natale da solo o in compagnia di un mio eventuale tutore, mentre vedevo film smielati in tv, per evitare di affacciarmi fuori dalla finestra e vedere la felicità degli altri bambini insieme ai genitori che a me era stata negata.

Quando scoprì che la storia di Erza era più o meno simile, mi sentii meno solo.
Suo padre era morto in guerra ancora prima che lei nascesse, mentre sua madre aveva spesso degli alti e bassi che la portavano all'isteria, finendo quasi per abbandonare la propria figlia.
Per questa ragione era spesso fuori casa per lavoro o per viaggiare, lasciando Erza da sola in qualsiasi periodo dell'anno, che le facesse comodo o meno.

Questo Natale, però, voglio sia speciale per entrambi. Potrebbe essere il primo e l'ultimo che passiamo insieme, quindi non voglio che trattenga alcun desiderio.
Mancano ancora un paio di giorni al vero e proprio Natale, ma meglio iniziare subito a preparare, no?

Sento il cellulare squillare.
Una chiamata Skype dal gruppo dei ragazzi?
''Tutto bene?''
''Si, volevo solo chiedervi cosa avevate in programma di fare per Natale.''
''In pratica vuoi dei consigli, Gajeel?''
''Se hai casa libera, hai già la risposta.''
''Sting...'' disse un Rogue, ormai senza speranza.
''Beh, io ho invitato Erza da me oggi proprio per parlarne. Perché non fate lo stesso con Levy?''
''Ma si, forse hai ragione. E voi due, invece?''
''Ho sentito Cobra, ha detto che anche lui sara occupato con Sorano. Quindi credo che io e Rogue lo passeremo in famiglia, come al solito. Lucy non mi ha risposto, quando le ho chiesto se avesse da fare.''
''Perché giustamente non mi hai dato retta quando eri in tempo, Rogue...''
''Natsu?!'' Esclamiamo tutti insieme nel sentire la sua voce, non essendoci minimamente accorti che si era aggiunto anche lui alla chiamata.
''Si, io..?''
Ci fu un attimo di silenzio, poi il rosato prese la parola.
''Io e Lucy... abbiamo deciso di parlare con te e Lisanna, Sting.''
Sentii l'aria farsi tesa. Ed eravamo tutti attaccati ad un cellulare, figuriamoci se si fossero incontrati.
''È... successo qualcosa..?'' La voce tesa di Sting faceva intuire che aveva già capito tutto.
''Non hai nulla di cui preoccuparti, se non hai fatto niente di male, no? Chiama Lisanna e dille di incontrarci tra un'ora davanti il cancello della scuola. Tanto il suo numero lo hai, no? Ci sarà anche Lucy.'' Detto questo, chiuse la chiamata quasi contemporaneamente a Sting.
''Io prevedo scintille.''
''Che in confronto fuochi d'artificio levatevi, proprio.''
Dovetti concordare con il pensiero degli altri due.
Poi notai l'orario e chiusi la chiamata, in quanto Erza sarebbe arrivata a breve e ancora non avevo preparato nulla di decente.
Per quanto riguarda gli altri... speriamo bene!

Pov Lucy

So che è una cosa di cui io e Natsu abbiamo parlato molte volte, ormai.
Eppure mi sento male al pensiero di dover affrontare la realtà.
Scoprire che questi mesi di odio e incomprensioni siano stati tutti un piano, un pretesto, per conquistare me e Natsu... mi fa stare male.
Non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto. Non ho fame. Vorrei solo sprofondare nel sonno e svegliarmi ad aprile.
Già... aprile.
Sono passati otto mesi, ormai. Da quando ho conosciuto Levy-chan, Natsu, Erza e tutti gli altri. Ne sono successe di tutti i colori, ma ne siamo sempre usciti, in qualche modo.
Ho come l'impressione che questa sarà l'ultima sfida da affrontare, prima del loro diploma.
Nonostante fossi certa di darmi coraggio con le mie stesse parole, non mossi un muscolo, finché non sentii suonare il campanello.
Andai ad aprire. Natsu.
''Lo sapevo che ti avrei trovata ancora in pigiama e spettinata. Aspettavi che venissi a darti una mano a cambiarti, per caso?'' So che la sua è una battuta innocente per alzare il mio morale ormai a terra, eppure non riesco a fare a meno di arrossire.

Lo faccio accomodare nel salone, offrendogli un succo di frutta, mentre corro a prepararmi il più velocemente possibile.
Faccio una doccia veloce, asciugo e sistemo la mia chioma dorata con una coda alta, metto un filo di trucco e scendo le scale.
Noto Natsu con uno sguardo piuttosto strano, quasi arrossito.

Poi ricordo di indossare solamente un asciugamano.

Volta velocemente lo sguardo, mentre io corro a vestirmi, più rossa di un pomodoro.
Quando ho finito scendo nuovamente le scale.
''Posso girarmi, stavolta?''
''S-si...''
Stavolta il suo sguardo è più dolce, quasi ammaliato. Eppure sono vestita come al solito: calze pesanti, una gonna che arriva sopra il ginocchio, una maglia di lana e un giubbotto rosa. Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi.
Infatti inciampo come un ebete mentre scendo gli ultimi scalini, ma anziché finire faccia a terra, come credevo, mi trovo protetta da due braccia forti e più larghe di quanto immaginassi.
''S-scusa, la fretta...''
''Non preoccuparti. Ce la fai ad alza-''
I nostri visi sono ad appena pochi centimetri l'uno dall'altro.
Ho improvvisamente più voglia del solito di impossessarmi di quelle labbra. Sento che anche lui prova lo stesso.
Ma con uno sguardo, decidiamo di sistemare prima la questione con Sting e Lisanna e poi pensare a noi.

Usciamo di casa, dirigendoci al luogo dell'appuntamento. Siamo in orario, nonostante i vari imprevisti. Scendendo dall'autobus, notiamo che entrambi sono già davanti il cancello della scuola, tesi, preoccupati. Non riescono nemmeno a parlare tra di loro.
Mi volto verso Natsu, lui fa lo stesso. Un cenno e poi ci dirigiamo verso di loro.
Lentamente, uniti, mano nella mano.





Angolo autrice

Salve ragazzi!
Non ricordo se ve ne avevo già parlato, ma il mio obiettivo è finire la fanfiction insieme al diploma dei ragazzi.
Almeno era ciò che pensavo fino a stamattina.
In base alle idee che mi stanno frullando in testa, potrei anche continuare la storia, ma non so ancora se come continuazione di questa, come una specie di seconda serie o altro.
Intanto, voglio vedere se questa storia continuerà ad avere il supporto di cui mi vanto fino alla fine.
Fatemi sapere se l'idea vi piace!

Ma tornando alla storia, siamo ormai agli sgoccioli tra questi quattro. Come pensate si evolverà la situazione?

Grazie come sempre e alla prossima!

Lety-chan <3

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