Capitolo 45: Non posso riportarci a quei giorni.

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Pov Gerard
Hello from the other side. I must have called a thousand times to tell you I'm sorry for everything that i've done, but when I call you never seem to be home.

È l'ennesima volta che provo a chiamare Erza. Non ne vuole sapere di rispondere. Non so più cosa fare.
Pensavo avesse detto quelle cose solo perché era ubriaca, ma evidentemente le pensava davvero...

La sera della festa...

''Hai parlato con tuo padre?''
''Non c'è molto da dire. Devo necessariamente partire, in quanto figlio del Presidente Fernandez e futuro ereditario della sua azienda e della sua fortuna. Ci ho provato molte volte, in passato. È praticamente inutile.''
''Inutile? Sai dire solo questo? Quindi anche il nostro rapporto è inutile, considerato quanto poco tu stia combattendo per tentare di restare al mio fianco!''
Erza si alza dal divano, la vedo dirigersi verso la porta.
L'afferro per un braccio, facendola voltare verso di me per poterla abbracciare. Tutto ciò che ricevo, è uno schiaffo.
''Io... non riesco a continuare così... non posso... non voglio!''
''Pensi che per me sia facile, invece?! Devo sottostare alle regole di mio padre, in più dovrò separarmi da te! Non riesci per un solo attimo a pensare a come possa sentirmi io?!''
La nostra discussione andò avanti ancora per qualche minuto, finché non buttai tutti quanti fuori dalla porta di casa e andai a sotterrarmi nel letto.

Presente...

Voglio solamente vederla. Scusarmi. Abbracciarla. Baciarla.
Non voglio che i nostri ultimi mesi insieme siano rovinati dalla nostra situazione futura!
Corro verso la porta di casa. Non smetto di telefonarle, mentre mi dirigo verso casa sua.
Nessuna risposta.
Cellulare, e-mail, citofono, campanello.
È come se non fosse in casa.
Eppure so che è lì.

Mi siedo davanti la porta di casa sua, ad attenderla.
Prima o poi dovrà uscire. Ed io sarò qui ad aspettarla.

Hello from the outside. At least I can say that I've tried to tell you I'm sorry for breaking your heart.

Pov Zeref

But God, I miss you so much it hurts sometimes. And I can't bring us back to all the days gone by.

''E questo è tutto per la prima lezione con la nuova classe.''
Ho appena finito di sistemare alcune carte utili.
Le ripongo nella mia borsa, mancano solo pochi giorni alla fine delle vacanze.
Non ho fatto sapere a nessuno dove mi trovo. Nemmeno a Natsu.
Mi hanno rifilato una classe piuttosto problematica, per questo conosciuta come 'Tartaros'. Speriamo bene.

Mi siedo accanto alla finestra, una tazza di caffè bollente in mano. Amaro, come sempre.
Fisso il cielo. È di un blu scuro diverso, stasera. Sembra triste, in qualche modo, come se anche a lui toccasse tornare a scuola di lì a poco.
Sorrido per aver pensato una cosa del genere.
Poi mi torna in mente Mavis, e il sorriso va via.

Non voglio nemmeno immaginare a come reagirà quando, al ritorno a scuola, vedrà che non sarò più lì, al suo fianco.
Quando capirà che l'ho fatto per lei. Se capirà.
Poso la tazza sul mobile più vicino, poggio le braccia sugli occhi socchiusi, cercando di abbandonarmi al sonno.
Ma Morfeo non arriva per portarmi con sé. Non stanotte.

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