"Oggi?", chiese ottusamente. "Ma tu non ci sei andato, giusto?".Non poteva averlo fatto. Glielo stava dicendo solo per metterla al corrente dei fatti. Tutto qui. Nessuno sarebbe stato tanto incosciente. Forse.
Intuì la verità dal profondo sospiro che Castle si lasciò sfuggire.
"Sì, ci sono andato", ammise.
Oh, no.
"Che cosa hai fatto?!", strillò, prima di rendersi conto che in quel modo Alex si sarebbe svegliato e loro non avrebbero mai concluso il discorso. "Ti ha dato di volta il cervello?", continuò abbassando il tono della voce a un bisbiglio irato.
"Kate...".
"Vai avanti. Dove vi siete incontrati?", gli ordinò seccamente. Voleva farla finita. Ne aveva abbastanza di quella storia.
"In un parcheggio sotterraneo abbandonato, a Brooklyn". Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi e ne aveva motivo.
Incendiata all'istante da impetuosi fiotti di furia traboccante, Kate si alzò di scatto, come azionata da una molla, non riuscendo a sopportare di stare seduta accanto a lui un minuto di più. Se fosse rimasta non avrebbe saputo trattenersi dall'aggredirlo.Si diresse verso la finestra, tirandosi le maniche della maglietta oltre i polsi, a coprirle le dita. Appoggiò la fronte accaldata sul vetro freddo, guardando fuori, per calmarsi, prendere tempo e riflettere su come ucciderlo.
Aveva smesso di nevicare. La città respirava impercettibilmente sotto la pesante coltre bianca. Ottimo, così avrebbe potuto cacciarlo di casa senza troppi rimorsi.
Si passò entrambe le mani sulle tempie, per frenare la lieve pulsazione sorda che già avvertiva avanzare inesorabile e che nel giro di poco le avrebbe stretto il cranio in una morsa.
Tornò a sedersi vicino a lui, continuando a massaggiare i punti dolorosi.
Era fondamentale non buttarlo fuori prima che avesse vuotato il sacco e lei doveva rimanere abbastanza lucida da starlo ad ascoltare.
"Castle, sto cercando di stare calma. Ma non è facile, ti avverto. Vai avanti", gli ingiunse aspramente, stando molto attenta a non guardarlo in viso, per non provare la necessità di cavargli gli occhi.
"Kate...", ripeté di nuovo Castle con quell'odioso fare supplichevole, che bastò a farle perdere le staffe.
"Non usare quel tono con me. Te ne sei andato da solo a incontrare chissà chi, senza minimamente pensare al pericolo che stavi correndo!", scattò.
Stare calma si era rivelato un proponimento superiore alle sue forze.
"Non ho incontrato nessuno. Perché non c'era nessuno", tentò di giustificarsi Castle. Come se bastasse quello a risolvere la situazione.
La rabbia era pronta a impennarsi di nuovo, ma l'incongruenza di quello che aveva sentito la fermò.
"Come sarebbe che non c'era nessuno? Ti hanno dato appuntamento e poi non si sono presentati? Perché ti hanno attirato lì, allora?", ragionò ad alta voce, presa dalla logica delle indagini.
"Era solo un'esca, a quanto pare. Quando sono arrivato il luogo era deserto. Ho gironzolato lì attorno per qualche minuto, in attesa che si facesse vivo qualcuno, o di ricevere un'altra chiamata per darmi nuove istruzioni. Non è successo nulla".
"Quindi sei tornato a casa?". Sapeva già la risposta.
"No, mi sono messo a curiosare in giro, perché non potevo pensare che mi avessero fatto andare fin lì senza motivo".
Sì, questo lo capiva. L'avrebbe fatto anche lei. No, si corresse. Lei non sarebbe stata tanto idiota da presentarsi.
"E... ?", lo spronò.
Castle si sporse in avanti, guardandosi le mani con attenzione.
"Ho frugato in mezzo a rifiuti e cianfrusaglie abbandonati lì da tempo, non sapendo di preciso cosa cercare, finché...". Prese fiato.
Oh, ci infilava anche la suspance adesso? Non era un dannato romanzo giallo.
Lo fissò torva, imponendogli di continuare.
"Ho trovato una busta sgualcita con il mio nome scritto sopra", spiegò, rendendosi conto lui per primo di come il suo racconto dovesse apparire insensato.
Kate condivideva il suo punto di vista, ma ormai era presa dal vortice della narrazione. Ai doverosi rimproveri si sarebbe dedicata più tardi.
"Una busta?", ripeté scettica.
"Proprio così".
Castle si alzò e andò a rovistare nella tasca del suo cappotto appeso all'ingresso e ormai asciutto. Kate lo seguì con lo sguardo, prendendo nota della postura ingobbita e dei passi strascicati.
Questo non le impedì di ribollire al suo interno per i rischi che aveva corso. Non le faceva nessuna compassione. Avrebbe anzi volentieri contribuito a rendere più greve il carico che gli appesantiva le spalle.
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Rainbow
Fanfiction7x01: Castle viene ritrovato dopo essere stato via un po' di più di otto settimane... e il suo ritorno sarà ricco di sorprese