Capitolo 33

2.9K 70 0
                                    

Vi impiegai circa dieci minuti a svegliarmi del tutto e,altrettanto tempo a rendermi conto di dove mi trovavo....quando realizzai che ero sul letto di Jarred,tastai accanto a me per vedere se lui fosse lì ma,il lato del letto accanto a me,era vuoto ma si sentiva ancora il calore del suo corpo sulle lenzuola.
Quando decisi di alzarmi sentì la porta aprirsi e,dopo essermi stropicciata gli occhi vidi che,la sagoma sfocata che era entrata in camera,era Jarred
"Buongiorno piccola"disse venendomi in contro e lasciandomi un bacio leggero sulle labbra e poggiandomi tra le mani in tazza di caffè bollente
"Giorno"mugolai cercando di sistemarmi i capelli all meno peggio
"Dormito bene?"chiese sdraiandosi su un fianco e poggiando la testa sulla mano
Feci cenno di sì con la testa e presi un sorso di caffè
"Come ti senti?"domandò accarezzandomi una coscia mentre si metteva a sedere accanto a me
"Dolorante"risposi poggiando la tazza di caffè e poggiandomi sul cuscino,sentì Jarred ridacchiare,quando mi prese e mi fece poggiare su di lui "mi dispiace"disse baciandomi la testa
"Mh..non fa niente"risposi disegnando piccoli cerchi sul suo petto
"Sentì piccola ti va di fare qualcosa oggi?"chiese
"Ma la scuola?"domandai
"Sono le 10:15"e ridacchiò "è leggermente tardi per la scuola non credi?"
"Già"risposi sistemandomi meglio su di lui
"Avevo in mente di portarti da una parte"disse giocando con una ciocca dei miei capelli
"Dove?"chiesi
"Eh no questa volta rimarrà un segreto"rispose con un sorriso.

Per il resto della mattinata rimanemmo sul suo letto a vedere un film in TV e per il pranzo decidemmo di preparare qualcosa noi,cercando di arrangiarci con ciò che era rimasto in frigo.
"Jarred ma Annet?"domandai
"Oh mi aveva chiesto un mese per poter andare a trovare il padre che non sta molto bene"rispose tirando fuori dal frigo una melanzana "che dici questa potrebbe servirci?"chiese rigirandosela in mano
"Non credo"risposi ridendo per la sua faccia "ti ricordo che abbiamo deciso di fare la pasta con le zucchine...non con le melanzane"
"Perché non sono la stessa cosa?"chiese porgendomela
"No tesoro non sono la stessa cosa"risposi rimettendola in frigo.

"Sai devo dire che non è male"disse Jarred mettendosi in bocca un'altra forchettata di pasta
"Grazie"dissi osservandolo divertita
"A che ora dobbiamo uscire?"chiesi prendendo un sorso di succo
"Alle 14:00 in punto"rispose con la bocca piena
"Per andare..."tentai di scoprirlo ma invano
"In un posto"rispose più concentrato sulla pasta che sul nostro discorso.

"Jarred e andiamo mi stai mettendo ansia"mi lamentai per l'ennesima volta cercando di togliermi la benda da davanti gli occhi
"No"urlò lui imitando un gridolino femminile "non si sbircia".
Per tutto il tragitto non mi fece togliere mai la benda per dare una sbirciata
"Eccoci arrivati"disse
"Ora la posso togliere?"domandai fin troppo esaltata
"No aspetta che ti vengo ad aprire lo sportello" e,esattamente mezzo secondo dopo,mi fece scendere dalla macchina tenendomi stretta a lui
"Jarred ti prego non farmi cadere"dissi stringendomi a lui
"Tranquilla"disse con tono divertito.
Camminammo per circa cinque minuti e,per tutto il tragitto Jarred non faceva altro che spostare la sua mano sul mio sedere
"Jarred basta"dissi ancora una volta mentre mi posavo la sua mano sulla schiena
"Mi spieghi come faccio a resistere se ti sei messa dei leggings che ti fanno un culo stupendo?"disse rispostandola nuovamente sul mio sedere
"Ti trattieni e basta"risposi.

Dopo altri cinque minuti circa disse
"Ok...ora la puoi togliere" e me la sfilò
Rimasi senza parole per lo spettacolo che mi trovai davanti.
Mi aveva portato ad una mostra d'arte...più precisamente a quella di Gustav Klimt
"Jarred"sussurrai ormai senza fiato
"Mi ero ricordato dei tuoi album da disegno e qualche stampa di alcuni suoi quadri sulla tua scrivania e così ho pensato che potesse piacerti"disse grattandosi la nuca

Io amo questo ragazzo

"Jarred sono senza parole è magnifico"dissi abbracciandolo
"Sono contento che ti piaccia"mi sussurrò all'orecchio.

il mio errore sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora