Giorno 13: Ariadne
Anche oggi lavoravo e anche oggi ero persa nei miei pensieri. Ripensare a ieri mi provocava una stretta al cuore e nel mio stomaco si scatenavano le farfalle. Ero veramente felice, per me, per la bambina e per John. Se tutto fosse andato bene saremmo diventati una vera famiglia, come sarebbe piaciuto a me. Ma, forse, stavo correndo troppo con i pensieri ed era meglio non farsi troppe illusioni: anche una minima cosa poteva far cadere l'equilibrio che si era creato. E sinceramente non era ciò che volevo. Oggi avevo il turno di mattina con Danny e anche lui mi sembrava un pò assente, oserei dire nervoso. Lui era mio amico e volevo assolutamente sapere cosa c'era che non andava. Mi alzai dal mio posto in cassa e andai a cercarlo, non che fosse difficile, il negozio era piccolo. Cercai tra gli scaffali senza risultato, sembrava sparito. Aprii la porta del retro e lo trovai lì, piegato sul lavandino a bere. Zitta zitta mi portai alle sue spalle e, appena prima che rialzasse il viso, mi buttai addosso a lui, facendolo spaventare. Lo sentì sussultare mentre io iniziai a ridere a crepapelle. Si staccò da me e si girò. Io continuai a ridere e lui incrociò le braccia sul petto. Alzò un sopracciglio e rimase fermo ad attendere. Io smisi di ridere e gli feci una linguaccia. "Finito?" Annuii, da brava bambina, e lui si mise a girare intorno a me. "Sai -mi sussurò ad uno orecchio- io se fossi in te comincerei a correre." Lanciai un urletto e mi misi a correre, uscendo dal retro del negozio. Corsi fino all'entrata e poi mi fermai di botto. Sentii Danny venirmi addosso ma non ci feci troppi caso, la persona che ora era davanti a me aveva la mia completa attenzione. James ci osservava con un sorrisetto sulle labbra, il sorriso di uno che sa di averti beccato con le mani nel sacco. Deglutii e mi scostai da Danny, che mi si era avvicinato un pò troppo. Non dovevo fargli vedere che avevo paura di lui, lui non sapeva che io avevo sentito tutto ciò che aveva detto a John e non doveva capirlo. Gli sorrisi e andai a sedermi alla casa. "Ciao! James, giusto? Sei uno degli amici di John, mi pare." Lui venne verso di me e si appoggiò al bancone. "Esatto e, per tua informazione, io non sono un amico io sono l'amico." Annuii e il mio sorriso si spense. A me suonava tanto come un avvertimento. Danny si spostò verso di me, come a farmi da protezione. Sicuramente aveva visto il mio corpo tendersi e il mio viso sbiancare e aveva fiutato il pericolo. "Sai l'avevo capito, si vede che siete grandi amici! Comunque...posso aiutarti in qualcosa? Ti serve un libro?" "Non ti preoccupare, penso che tu mi abbia aiutato già abbastanza." E sorrise. Assottigliai gli occhi e, sorpassando Danny, mi posizionai davanti a lui, faccia a faccia. "Perché sei qui? Cosa speri di trovare?" Lui si staccò dal bancone e mi venne davanti. Era decisamente più alto di me e mi sovrastatava ma, nonostante questo, non mi incuteva per niente paura. "Ho trovato tutto ciò che volevo, un segno che a te non te ne frega nulla di John e che, sapendo quanto lui stia bene economicamente, hai deciso di far passare il tuo bastardo per suo figlio. Brava, molto brava." Applaudì e sorrise. Rabbia e voglia di piangere premevano dentro di me ma non avrei sprecato neanche una lacrima per lui. Per lui solo rabbia. Gli puntai un dito contro il petto, con tutta la rabbia che avevo. "Tu non sai un cazzo di me!" Vidi la mano di Danny avvicinarsi a me ma io lo precedetti, allontanandola. James si avvicinò ancora di più a me. "So che sei brava a fare la puttanella in giro." A quelle parole non riuscii più a controllarmi. La mia mano si scontrò con la sua guancia velocemente, fuori controllo. Il rumore risuonò per tutto il negozio, lasciando di stucco tutti, compresa me stessa. Il braccio mi ricadde lungo il corpo, con la mano dolorante. Aspettavo che il senso di colpa attanagliasse il mio corpo e invece mi pervase solo un potente vuoto. Lentamente James girò il viso verso di me, viso che era scattato di lato sotto la potenza del mio schiaffo. Non sapevo neanche da dove mi era uscita tutta quella forza, io avevo le braccia magroline e per di più ero incinta. Rimanemmo a guardarci per qualche minuto, in completo silenzio. La bocca di James si aprì in un sorriso e piano piano incominciò a indietreggiare, avvicinandosi sempre di più alla porta d'uscita e, prima di girarsi e uscire, mi fece l'occhiolino. Appena sparì dalla mia vista incominciai a tremare tutta, tanto che dovetti aggrapparmi a Danny che, prontamente, mi sostenne. Mi portai le mani al viso e lo sfregai più volte. Non ci potevo credere. Era vero che quando uno pensava che le cose stessero andando bene succedeva qualcosa che faceva crollare l'equilibrio. Mi chiedevo cosa avessi fatto per meritarmi tutto questo: prima Rose, poi Sarah e ora James. Sapevo che era questione di tempo e prima o poi mi avrebbero sferrato il colpo finale tutti contemporaneamente. Mi chiedevo solo quando sarebbe successo, se io avessi retto il colpo e se ci fosse stato qualcuno con me. In questo momento pareva veramente difficile pensare a me e John come una cosa possibile, tutti ci mettevano i bastoni tra le ruote! Il problema era che non riuscivo a pentirmi di ciò che avevo fatto e delle decisioni che avevo preso, perché davvero John mi faceva provare emozioni forti e quando gli stavo vicino mi riuscivo persino a convincere di potercela fare, che noi avremmo potuto farcela! Mi accasciai contro il forte petto di Danny e lui mi strinse tra le sue braccia, come fossi una bambina. E per la seconda volta mi veniva da pensare a come sarebbe stato facile con Danny. Niente problemi o difficoltà, solo tranquillità. Mi staccai dalle sue braccia e mi girai, in modo da guardarci in faccia. Ma sarei mai riuscita ad accontentarmi? Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lo strinsi forte a me e lui ricambiò la stretta, stando attenti alla mia pancia. Sapevo che era sbagliato e sapevo benissimo che non era lui che volevo stringere così forte. Lasciai andare qualche lacrima, lasciai che solcassero le mie guance indisturbate. Non potevo fare altro. Tirai su con il naso e Danny si staccò, tenendomi però vicina. Mi guardò e mi sorrise. Con delicatezza mi asciugò le lacrime e io gli sorrisi, grata. "Stai bene?" Risi di gusto. "Ho avuto momenti migliori." "Ci credo bene." Ci guardammo, un pò in imbarazzo. "Sono altri problemi a cui devi far fronte?" "Purtroppo si." Annuì. "Posso sapere cos'è successo?" Feci per parlare ma lui mi anticipò. "Dall'inizio." Sospirai e annuii. Stavamo diventando amici ed era bello potersi confidare con qualcuno. Era vero che c'erano Isbel e Eleonor ma con Danny mi veniva più spontaneo e poi, visto che Eleonor era amica di James, non riuscivo a fidarmi a pieno. "Allora?" Gli sorrisi e mi andai a sedere dietro la cassa, come al mio solito. "Vuoi sapere tutto? A partire dal fatidico giorno?" Annuì e si appoggiò al bancone, facendomi segno di partire. "Pronto?" "Prontissimo."So che è corto ma pubblicherò ancora tra non molto, con una sorpresa. Spero che il capitolo vi piaccia lo stesso! Baci😘
P.S. dedico il capitolo a Tessa! Ancora auguri cucciola!
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Noi e il frutto del nostro amore
ChickLitJohn, bello e simpatico, gentile e sicuro di sè, ragazzo che tutte vorrebberò ma, per lui, deve essere, rigorosamente, solo per una notte. Ariadne, bella e timida, buona e insicura di sè, ragazza che tutti vorrebberò, rigorosamente, per sempre. Una...