Giorno 30: John
Uscimmo dalla stazione e chiamammo un taxi. Ariadne e Katy dicevano che la stazione distava parecchio da casa e che era impensabile prendere l'autobus con le valigie. Perciò aspettammo qualche minuto e il taxi arrivò. Caricai le valigie nel bagagliaio e poi ci acomodammo all'interno del veicolo. Io e Ariadne dietro mentre Katy davanti per, eventualmente, aiutare l'autista. Guardai Adny e presi una delle sue mani tra le mie, per rassicurarla. Lei si girò e mi sorrise. "Come ti senti? Va' tutto bene?" Il suo sorriso lentamente scemò e seppellí il volto nel mio collo, scuotendo la testa. "Sono così nervosa, sono un fascio di nervi! Ho paura e un'ansia tremenda sta prendendo il sopravvento sul mio corpo!" Le accarezzai il capo e la rassicurai. "Devi stare tranquilla, tutta questa agitazione non fa bene né a te né alla piccola. Vedrai che andrà tutto bene, alla fine andiamo dai tuoi genitori, non da estranei." Annuì. "Lo so però...ho paura di ciò che potrebbe fare mio papà." "Immagino...però adesso non pensiamoci, okay?" Annuì e mi sorrise. "Okay." La strinsi a me e le lasciai in bacio sulla fronte. Ero preoccupato per lei, per le ripercussioni che avrebbe avuto questo viaggio su di lei e speravo vivamente andasse tutto bene. Mi girai verso il finestrino e guardai la città scorrere velocemente via. Da quel che potevo vedere non mi sembrava una brutta città e, prima o poi, mi sarebbe piaciuta visitarla, in fondo era la città in cui Ariadne aveva vissuto e mi sarebbe piaciuto portare anche la piccola. Volevo che conoscesse entrambe le famiglie ed entrambe le città, volevo che sapesse da dove venivano i loro genitori e la loro vita. Volevo imparasse dai nostri errori e dalle nostre esperienze. Volevo per lei un futuro radioso e una famiglia unita. Tranquillità e felicità. Volevo sistemare le cose in modo che lei, una volta venuta al mondo, avrebbe trovato una grande famiglia pronta ad amarla. Mi riscossi solo quando il mezzo si fermò. Il viaggio era durato circa mezz'ora e adesso era il momento di scendere. Guardai Ariadne e prima di aprire la portiera le lasciai un bacio sulle labbra. "Andrà tutto bene, vedrai." Aprii la portiera, scendemmo e poi aiutai Katy a prendere le valigie. Per essere minuta aveva una gran forza quella ragazza. Il taxista sputò fuori una cifra esorbitante, che nostro malgrado pagammo, e lo osservammo sfrecciare via. "Taxi mai più, eh. La prossima volta in macchina." Ridemmo per ciò che aveva detto Katy e questo allegerí un po' la situazione. La nostra ansia e il nostro disagio si potevano tagliare con il coltello talmente erano dense nell'aria. Dopo qualche minuto di silenzio, parlai. "Allora ragazze, su, fate strada." Katy annuì con forza mentre Ariadne si era chiusa in un silenzio preoccupante. Alla faccia dello stare tranquilla. Risi e scossi la testa, era un caso perso quella ragazza. Presi anche la sua valigia e seguimmo Katy. "Non capisco neanche perché siamo rimasti tutto quel tempo fermi impalati a guardate il nulla." Scosse la testa, pensierosa. "È sicuramente l'ansia, guarda Ariadne: sembra aver perso l'uso della parola." A quelle parole mi arrivò uno scappellotto. Mi girai, indignato. "Guardate che sono ancora qui per vostra informazione." Risi. "E allora la prossima volta dai segni di vita." Lei sbuffò e mi fece una dolcissima linguaccia. "Ti è piaciuto il mio scappellotto? Perché era quello il mio segno di vita." Katy scoppiò a ridere e io non potei fare altro che abbassare lo sguardo e sorridere. Mi aveva fregato. Katy riprese fiato e si girò verso sua sorella. "Sei sempre la solita irriverente." Rise anche Ariadne. Era sempre bello vederla sorridere, vederla felice. Poi almeno si distraeva un po' dall'ansia e dal nervosismo che la attanagliavano da quella mattina. Avevamo chiesto al taxi di lasciarci un po' prima della casa in modo da poterci preparare, scegliere cosa dire e come dirlo e per sgranchirci un po' le gambe. Dopo qualche minuto di camminata ci fermammo davanti a una piccola villetta malconcia, l'intonaco rossiccio si era scrostato in più punti e al tetto mancava qualche tegola. Il giardino, al contrario della casa, era tenuto abbastanza bene e l'erba era stata tagliata sí alla belle e meglio ma con precisione. Si vedeva che la famiglia non stava bene economicamente e questo fece nascere in me un grande dispiacere e molte domande. Perché Katy non aiutava la famiglia? Perché non mandava mensilmente dei soldi almeno a sua mamma? Potevo capire Ariadne, che era in una situazione difficile e che a quel tempo non lavorava, ma Katy proprio non la capivo. Guardai Ariadne e vidi sul suo viso un'espressione malinconica e sofferente. "Mi sembrano passati anni dall'ultima volta che sono stata qui." Mi avvicinai a lei e l'abbracciai. "Anche a me sembrano anni." Adny si girò e la guardò. "Ti sembrano anni perché sono anni. Probabilmente l'ultima volta che ti ho vista qui avevo quattordici anni....da allora sono passati cinque anni." Vidi il viso di Katy rabbuiarsi. Probabilmente il rimorso di non essere stata presente incominciava a farsi sentire. "Mi piacerebbe recuperare il tempo perso, portare nostra madre via con me, con noi. Non voglio lasciarla qui, soprattutto non con lui in giro. Sono sicura che se la lasciassimo qui lui tornerebbe." Io e Ariadne annuimmo. "Andrà così, vedrai sorellona. La convinceremo e tu potrai recuperare il tempo perso." Annuimmo. Guardai Adny. Avrei fatto di tutto per renderla felice. Di tutto. La amavo e per lei e la piccola avrei sacrificato tutto. Volevo starla accanto in ogni momento, quando era felice e quando era triste e quando, come ora, aveva bisogno di coraggio. La presi per mano e ci dirigemmo verso la porta insieme a Katy. Un passo dopo l'altro. Mi guardò e mi sorrise. "Grazie John, davvero." Scossi la testa. Per lei quello ed altro. Arrivammo finalmente davanti alla porta di casa. Le guardai e mi avvicinai, il pugno pronto a bussare. "Pronte?" Loro mi guardarono e, all'unisolo, risposero. "Pronte."P.S. questo è solo un breve capitolo di passaggio per farmi perdonare per la mia assenza. Scusatemi ancora 🙈
Vi auguro una buona lettura e alla prossima!
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Noi e il frutto del nostro amore
Chick-LitJohn, bello e simpatico, gentile e sicuro di sè, ragazzo che tutte vorrebberò ma, per lui, deve essere, rigorosamente, solo per una notte. Ariadne, bella e timida, buona e insicura di sè, ragazza che tutti vorrebberò, rigorosamente, per sempre. Una...