La sveglia quella mattina suonò come nei giorni precedenti.
Suonò varie volte ma mi decisi di alzarmi per poi non andare a scuola.
Non riuscivo a stare in quell'edificio per più di 6 ore,non mi sentivo per niente bene.
Le ore passarono mentre ero stesa sul mio comodo letto sospirai rumorosamente e andai al bagno.
Mi guardai allo specchio e quasi quasi urlai da quello che mi ritrovai di fronte.
Vedevo una me tutta distrutta,stanca.
Avevo gli occhi arrossati e i capelli tutti spettinati e sparati all'aria.
Mi lavai la faccia con l'acqua fredda e mi lavai i denti con poca importanza.
Ritornai in camera per pettinarmi e per ritornare a sdraiarmi sul letto.
Dopo anni di domande su chi potesse essere quel bambino accanto a me solo in quel mometo ebbi la risposta.
Quella scoperta mi riportò a scoprire altro su di me come per esempio che mi sono trasferita all'età di 5 anni a Milano o che mi piaceva provare tutti gli sport e tutti i gusti di gelato.
Grazie a questi pensieri mi addormentai piano piano,quando il silenzio mi stava cullando.
Non stavo sognando o vagando chissà dove,stavo cercando di mandare via quell'immagine dalla mia mente.
Pochi minuti dopo essa si allontanò lentamente lasciando il buio invadere i miei pensieri.
"Din don" il campanello faceva quel suo solito suono dal piano di sotto che mi fece svegliare.
Misi da parte la coperta che fino a qualche momento fa mi teneva al caldo e andai ad aprire a chiunque avesse suonato.
Non guardai chi fosse,l'aprii e basta.
"Si?" chiesi con gli occhi chiusi,ancora pesanti.
"Perchè non sei venuta a scuola?" domandò.
"Cameron?" aprii gli occhi di scatto appena sentii la voce di quella persona.
"Si.." rispose.
Abbassai il capo guardando le mie calze una nera e l'altra bianca.
"Allora?" insistette per ricevere una risposta.
"Non mi sentivo bene" dissi. Anzi sussurrai.
Dopo quelle mie parole ci fu solo il silenzio che girava intorno a me e al ragazzo di fronte a me.
I secondi di quel minuto sembravano ore che tutto ad un tratto si fermò completamente.
Sentivo delle braccia pesanti attorno a me. Sentivo del calore,della felicità e della sicurezza in quell'abbraccio.
Era come se fossi rinata.
"Mi sei mancata" mi sussurrò all'orecchio destro.
Mi abbracciava con delicatezza come se toccasse qualcosa di vetro molto piano per paura di rompersi in mille pezzi e cadere a terra.18/11/16
STAI LEGGENDO
Spaces | Cameron Dallas
FanfictionHo provato e ho fallito. Sono caduta e mi sono rialzata. Mi sono fatta male e mi sono curata. Sto vivendo ma è come se non ci fossi. Mi guardo allo specchio e quasi quasi non vedo me riflessa su di essa. Cammino tra la gente nonostante mi sputan...