chapter 60

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Finalmente arrivammo.
Prendemmo le valige per poi uscire dall'aereoporto.
Il Sole già splendeva su nel cielo illuminando tutta la città. Iniziava a piacermi quella città.
Per andare a casa prendemmo un taxi e il tragitto durò circa un'ora.
Eravamo in una strada piena di ville. Grandi e colorate. L'auto si fermò davanti ad una casa color panna e dopo esser scesi dalla macchina tirammo fuori le nostre cose dal bagagliaio.
"Ecco la tua nuova casa" mi dissero in coro.
"Ti piace?" mi domandò poi Dylan ed io annuii senza staccare gli occhi dalla villa.
I miei aprirono la porta bianca con una piccola finestra ed entrammo dentro.
L'interno era abbastanza accogliente. Il tappeto era nero, il divano dello stesso colore del tappeto. Di fianco alla tv c'era uno specchio e accanto ad esso un quadro.
In ogni angolo della sala c'erano delle foto di famiglia, le guardai tutte e pensai a come fosse stata la mia vita se non mi fossi persa in quel Luna Park. Ne presi uno dove c'era anche una bambina con loro.
"Sei tu lo sai?" chiese mia madre.
"Davvero?" le domandai e lei annuii come risposta.
"Ero così grassa?" ridacchiai.
"Eh si.. Poi quando eri piccola piccola ti piaceva mangiare il limone. Ne mangiavi troppi così un giorno decisi di nasconderli. Non servì a molto visto che qualche minuto dopo ti ritrovavo sotto il tavolo a mangiare con una molletta sui capelli" mi disse con lo sguardo illuminato.
La guardai.
"Sono felice che tu sia di nuovo con noi" continuò.
"Ehm.. Anche io.. Ma posso chiederti una cosa?" dissi io.
"Si certo, dimmi pure" mi disse dolcemente con un sorriso stampato sul viso.
"Come avete fatto a trovarmi?"
"È capitato tutto per caso. Eravamo a Milano per una settimana e incontrammo i tuoi. Diventammo ottimi amici fino a scambiarci i numeri e parlare del più e del meno. Qualche giorno dopo scoprii che aveva una figlia adottiva e lei mi raccontò un po' come stavano le cose" mi spiegò.
"Ahh" dissi solamente.
"Dai, vai in camera tua. Secondo piano terza porta a sinistra" mi indicò la stanza.
Salii le scale, girai a sinistra e contai le porte.
"1..2..3.." alla terza aprii.
Era azzurra. Il letto aveva le coperte e le lenzuola blu notte. La scrivania, l'armadio, il tappeto a forma di cacca, la piccola libreria e la cornice dello specchio che occupava metà muro erano bianche. I colori s'incastravano per bene. Mi piaceva la mia nuova camera. La giornata iniziò benissimo e, dopo aver sistemato le mie cose, andai ad esplorare la città.

27/1/17

Spaces | Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora