chapter 31

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I raggi del Sole si fecero spazio nella mia camera illuminando il mio viso.
Battei varie volte le palpebre in modo da far abituare i miei occhi alla luce solare.
Mi stiracchiai per poi vedere l'orario sullo schermo del mio cellulare. 11:47.
Scesi dal letto, indossai le mie pantofole a forma di papera che facevano il verso di quell'animale e andai in bagno.
Mi guardai allo specchio. Sospirai. Avevo gli occhi contornati di un color pesca e la cresta da leone. Mi lavai i denti e mi pettinai i capelli. Dopo aver finito andai in cucina per preparare la colazione. Nessuno era sveglio, solo io.
Durante il tragitto le mie pantofole fecero rumore per tutto il tempo. Il suono era buffo così ridacchiai tra me e me.
Iniziai a cercare gli ingredenti.
Latte, uova, burro, farina, lievito, sale e zucchero.
Li trovai tutti tranne la farina.
"Ma dove diavolo si trova la farina?? " quasi urlai.
Mi guardai intorno per poi individuarla sul tavolo.
Ero già sbadata di prima mattina a quanto pare.
" Wrapped up, so consumed by all this hurt
If you ask me, don't know where to start
Anger, love, confusion
Roads that go nowhere
I know that somewhere better
'Cause you always take me there"
Mentre cucinai cantai Take Me Home di Jess Glynne. Saltai di qua e di la in modo da aver un ritmo con il verso delle papere.
Ero imbarazzante, ma tanto ero sola, pensai.
Quando finii di cucinarli li misi su un piatto e li appoggiai sull'isola della cucina.
Mi lavai le mani e andai a svegliare e miei amici.
Canticchiai ancora un po, pero', mi fermai subito.
"E voi da quando siete li?" chiesi rossa dall'imbarazzo ai miei tre amici.
"Da quando hai iniziato a camminare. Sai, quelle non fanno mica poco rumore" indicarono i miei piedi.
"Comunque eri tenerissima mentre cantavi e saltavi" disse Maddie.
"Già" concordarono Nash e Cameron imitandomi.
Misi il broncio e le braccia incrociate. "Niente pancakes per voi" rientrai in cucina facendo finta di essermi offesa.
"No no no! Siamo angeli noi" dissero.
"Angeli caduti dal cielo e schiantati per terra diventando diavoli" ridacchiai.
"Ha ha ha, ora dacci da mangiare" mi scompigliarono i capelli.
Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti intorno al tavolo.
Mangiai la mia colazione, ormai pranzo, e andai a cambiarmi in camera mia.
Aprii il mio armadio e notai una felpa di Steven. Me la regalò tre settimane prima. La fissai per un po'. Scossi la testa e presi dei vestiti.
Mi tolsi il pigiama e indossai dei pantaloncini e una maglietta bianca larga. A febbraio in California sembrava già estate.
Scesi di nuovo al piano di sotto e chiesi "che avete intenzione di fare?"
"Luna park?" propose Nash.
"Ehm io ci sto" disse la mia migliore amica.
"Anche io" si aggiunge Cam.
"Uffa allora mi devo cambiare di nuovo!!" mi lamentai.
Erano le 13:50.
"Se vuoi uscire così non cambiarti" disse ovvio Cameron.
"Ma va va! Vado a farmi una doccia" dissi.
"Andiamo anche noi a farci una bel bagno" dissero.
"No, prendete i vostri ricambi e venite qui a farvi il bagnetto" dissi.
"Ok ok Madame!" risero.
Annuii. Andarono via e io mi feci una doccia abbastanza rilassante.
Quella volta mi vestii optando dei pantaloncini di jeans e una maglietta stretta nera. Mi asciugai i capelli e aspettai i miei tre amici che non tardarono ad arrivare.

19/12/16

Spaces | Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora