chapter 18

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CAMERON'S POV

Non riuscivo a dormire, mi giravo a destra e poi a sinistra sul mio materasso gonfiabile. Mi chiesi varie volte cosa stesse facendo Audrey.
Passarono minuti, forse anche ore.
Decisi di alzarmi in silenzio e piano piano in modo da non svegliare il mio amico. Uscii dalla tenda per poi iniziare a camminare verso l'interno del bosco.
L'aria fresca e montana mi sfiorava il viso e la mia pelle creandomi dei brividi in tutto il corpo. Tornai al campeggio e presi una felpa bella pesante per poi ritornare nel bosco.
Andavo avanti non sapendo dove andare, ma poi ,mi fermai.
Sentii una voce angelica, mi era completamente familiare.
Seguii la voce e vidi una ragazza seduta su una roccia. Aveva il viso rivolto alla luce che faceva la luna.
Mi avvicinai e mi accorsi che era Audrey.
Mi sedetti per terra, appoggiando la mia schiena sul ruvido tronco di un albero. Cantò tante canzoni, una dopo l'altra senza sosta. Dopo un'ora lei addormentò stendendosi sulla roccia enorme su cui era seduta.
Andai verso di lei e vidi il suo faccino dolce e innocente.
Tremava dal freddo. Indossava solo la sua felpa nera leggera. Le accarezzai la guancia sinistra con l'indice e sentii la sua pelle gelida, fredda come un cubetto di ghiaccio subito dopo averlo tirato fuori dal frigo. Anche io avevo freddo, pero', decisi di togliermi la felpa che mi teneva al caldo e lo posai su Audrey. Si, tremava ancora, ma almeno aveva qualcosa di più pesante di una felpa leggera. Mi stesi accanto a lei con la pancia rivolta al cielo. Guardai la luna e le stelle e chiusi gli occhi senza pensare al freddo che faceva.

×il giorno seguente×

Qualcosa si appoggiò su di me che mi fece svegliare. Guardai cosa fosse ed era un uccello marrone con le macchie bianche. Cercai di alzarmi senza spaventarlo ma lui volò via.
La ragazza accanto a me pochi minuti dopo si svegliò anche a lei.
Si stiracchiò. Nonostante avesse le occhiaie e la 'cresta da leone' era fantastica lo stesso. Appena mi notò disse subito "e tu che ci fai qui?"
Non le risposi, abbassai lo sguardo e basta. "Allora? " insistette lei con una voce bassa.
"Niente, ieri sera non riuscivo a dormire quindi sono andato a fare una passeggiata e ti ho vista tutto qua" risposi tranquillo.
"Ah.. Ok.."
"Cameron" disse il mio nome.
"Si?"
"La ragazza che avevi disegnato ieri ero--" non le lasciai finire la frase che dissi immediatamente "si eri tu" come se sapessi già cosa mi stesse chiedendo.
"E allora perchè hai detto di no?" domandò.
"Perchè gli altri non si devono intromettere tra di noi" dissi con una voce roca.
"Oh e perchè Steven dice che non sei quello che credo che tu sia?" domandò ancora.
"Non è affar tuo" dissi dolcemente.
"Perchè non vuoi dirmelo?"
"Perchè mi odieresti ancora di più"
Lei alzò gli occhi al cielo per poi girarsi e andarsene.
Le presi il polso e lo tirai verso di me.
7/12/16

Spaces | Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora