Natasha risultava sempre più attaccata, mi metteva una strana pressione, come se non avessi alternative. Eravamo chiari sul fatto che sarebbe stato solo un rapporto di letto, ma evidentemente voleva altro, quello che non potevo dargli.Ero tornato a casa. Quando sentii il suono del campanello. Andai ad aprire, sfilandomi la cravatta di dosso. Scoprendo sulla soglia Jason. Era un mio grande amico, forse il migliore. Si era trasferito da 6 mesi, ancora non ero stato a casa sua. Preferivamo uscire e godere a pieno del tempo che avevamo perso. prima stava a Chicago, ma aveva trovato lavoro come Grafico pubblicitario qui, ed inoltre eravamo più vicini.
"Allora come stai grande?" Esultai, tirandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Mi scansai per lasciarlo entrare, chiudendo la porta."Ehi. Bene" affermò, ricambiando la pacca, andando verso il salotto.
Mi diressi verso il frigo per prendere due bottiglie di birra, aprendole.
"Siediti pure" gl'intimai, vedendolo annuire dall'arco nel muro che collegava la cucina alla sala. Prendendo posizione sul divano di pelle nero."Come ti vanno le cose, avvocato?" Mi prese in giro, fingendo un tono superiore alla parola 'avvocato'.
"Bene, molto bene" confermai, prendendo un sorso di birra fresca.
"Te?" Gli domandai, vedendolo portarsi la bottiglia sulle labbra, facendo un cenno con la testa."Si bene. Ho conosciuto una ragazza. No non è la solita, é diversa, divertente, bella. Vogli provare a fare sul serio" rivelò senza tono beffeggiatore, che usava spesso. Leggevo sincerità nei suoi occhi verdi, segno che ciò che mi diceva era la verità.
"Cazzo" sbottai, prendendo un altro sorso, per poggiare la bottiglia vuota sul tavolino di vetro.
"Sono contento per te Jason, davvero" aggiunsi limpido, con la sua stessa sincerità.
Era come me, cambiava ragazza ogni sera. Ma se aveva trovato quella che forse poteva essere giusta, potevo esserne solo felice.
Ripensando a Cristhina. Quel fascio di rose poggiate sulla scrivania. Lo scintillio nei suoi occhi azzurro cielo, quando mi disse che credeva che gliele avessi fatti io. E avevo anche una mezza idea sul coglione che gliele aveva regalate."Te a donne?" Chiese senza mezzi termini. La fatidica domanda. Non lo sapevo neanche io.
"Non lo so. C'è una che mi attrae. E fidati cazzo, se l'avresti vista due settimane fa, non avresti provato niente se non ribrezzo quasi, per il modo di vestire. Poi è cambiata ad un tratto. È sexy da morire e non se ne rende conto." Ammisi, sentendomi quasi penoso. Mi stano riducendo male. Ma da quando era piombata con il suo modo strambo nella mia vita, mi aveva stravolto come un tornado.
Annuì, girovagando con lo sguardo, per poi fissare un punto fisso, non ben definito nella stanza.
"Dovresti provarci" affermò, riportando lo sguardo verso di me, facendo spallucce.
"Si insomma, ti piace, a lei sicuramente piaci. Non hai nulla da perdere" aggiunse bonariamente, mentre nella mia testa ingranavo l'idea, se fosse giusto o meno. Avrei dovuto pensarci. Non ero un tipo da storia fissa, e le avrei fatto solo del male, e non mi sembrava giusto, non a lei.*************************
I raggi che filtravano dalla grande vetrata al lato del letto e il rumore imperterrito della sveglia, segnavano che era un'altra giornata. Mi lavai e come sempre aprii l'armadio scegliendo con cura, camicia e cravatta abbinata. Una fissa che ho sempre avuto.
L'unico pensiero che mi frullava in testa, e l'unica immagine, era lei. Non vedevo l'ora di punzecchiarla. Adoravo il modo con il quale replicava alle mie provocazioni.
Parcheggiai l'audi, premendo con il pulsante, per chiuderla, riponendo le chiavi nella tasca dei pantaloni blu gessati.
Mi diressi dentro, vedendo già tutti indaffarati, premendo il tasto dell'ascensore, che si aprì. Lasciai le persone passare per entrare successivamente, quando li vidii.Sentii una fitta di gelosia, e rabbia che scorreva lenta, oscurandomi la vista. Che cazzo ci faceva Trevor con lei?. Gli teneva in mano la cartellina con cura, rivolgendogli sorrisi smielati, mentre lei lo ringraziava gentilmente. Finché non incrociò i miei occhi, salutando Trevor con un gesto della mano, entrando in quello spazio ristretto insieme a me, prima che le porte metalliche su richiudessero.
La guardai poggiarsi con la schiena contro la parete fredda, portando le mani incrociate dietro, abbassando lo sguardo sulle sue decoltè rosa cipria, mordendosi delicatamente le labbra, contornate da un velo di lip gloss rosa, e facendo finta di pulire e togliere Pilucchi immaginari dalla gonna Nera a matita. che...cazzo, Enfatizzavano quelle curve sinuose, e quel fondoschiena da urlo.
"C...ciao Mark" mi salutò con voce smorzata, appena udibile, tenendo lo sguardo basso, per poi girarsi lentamente con il volto verso di me.
Risi amaramente dentro, schiarendomi la voce, allentando la cravatta con indifferenza, mentre stringevo in maniera impensabile, la 24 ore.
"Ciao Cristhina" le dissi di rimando, tagliente, indifferente, come se non me ne fregasse niente.Prima che le porte si aprissero, vedendola rilasciare un sospiro, rimasto celato, mentre mi dileguai nell'ufficio, sbattendo la porta furente.
Non capivo il motivo per il quale mi desse così noia. Ero geloso lo ammettevo, ma se fosse stata mia le avrei procurato sofferenza. Eppure era con quel coglione, che qualche giorno prima odiava. Forse non stavano insieme.Sentii il rumore del Fax, aprendo la porta dell'ufficio, gettando un'occhiata senza volere verso la sua porta chiusa.
Finché non intravidi nel corridoio Trevor, parlare con Natasha, come se fossero amici. Si girò dalla mia parte, come se si fosse sentito osservato, diventando scuro in volto, per scusarsi con un cenno della mano a Natasha, dirigendosi verso di me, portando le mani nelle tasche, con aria da sbruffone."Ciao Mark" affermò limpido, ma sapevo che nascondeva qualcosa.
"Ciao. Devo ancora revisionare bene il tuo caso, quind..." non mi lasciò finire, ridendo, per prendere parola.
"No, non sono qui per quello. Sono qui per Cristhina. Te l'ha detto che siamo tornati insieme? Mi ha confessato anche che la vostra era tutta una finta per ingelosirmi e tornare con me. Che ragazza fantastica. Sono ancora innamorato di lei" rivelò quelle parole, nascondendo un ghigno che non lasciava trapelare, ma riuscivo a leggere tra le righe con tipi come lui.
La rabbia pulsava sotto la pelle, ma tentai di fingermi disinteressato per non dargliela vinta.
"Mi sembra perfetto. Beh, se vuoi scusarmi devo andare" replicai, avviandomi verso la stampante, tirando un calcio contro di essa, cercando di sopprimere la gelosia.Se Cristhina voleva giocare ad un gioco suo, l'avrei accontentata. E avrei scoperto cosa nascondeva Trevor.
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Una Seduzione Divertente
ChickLitMark uomo brillante e sicuro di se, è un donnaiolo senza scrupoli. Cristy donna caparbia, sa quello che vuole e come ottenerlo. Se solo non fosse così impacciata, sbadata, un vero disastro da ogni punto di vista. Due caratteri così diversi, non po...